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Matteo Melchiorre

Anomale colture invernali (Feltre, 14-15 febbraio 2006)

09/03/2007

di Matteo Melchiorre

Pubblichiamo alcune note di Matteo Melchiorre già apparse su "El Campanón. Rivista Feltrina", n. 17 (giugno 2006), pp. 45-48.

Nell’aprile 2004 sono iniziati lavori di sbancamento sulle Rive di Tomo. Si chiama così la strada che sale da Feltre a Tomo. Il ribaltamento del paesaggio conseguito a questi sterri è dovuto al fatto che, a mezzo delle Rive di Tomo, passerà la rettifila Fenadora – Anzù. E’ uno stralcio che comporrà, con altri, la superstrada (o strada a scorrimento veloce che dir si voglia) della Valbelluna. Tra 2004 e 2006 i lavori in questo cantiere sono andati, a modo loro, avanti; senza frette e patemi gli operai hanno tirato su un terrapieno, un cavalcavia e i piloni di un viadotto. Ho tenuto nota quotidiana. Propongo due di queste mie annotazioni giornaliere, parte di un lavoro più ampio in corso d’opera. In questo caso, però, esse non riguardano strettamente la Fenadora-Anzù.

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storiAmestre

09/01/2007

di Matteo Melchiorre

Pubblico qui alcune mie considerazioni su storiAmestre. Sono già apparse sul settimanale Carta, allegato Veneto. Rispetto all'articolo scritto per la rivista Carta, questo che segue contiene una menda, a mio parere significativa. Da socio di tarda acquisizione, avevo messo insieme il deceduto periodico Altrochemestre con un'associazione omonima, Altrochemestre. Pensavo, insomma, che Altrochemestre fosse la rivista dell'associazione Altrochemestre la quale, però, non è mai esistita come associazione visto che già esisteva storiAmestre. Altrochemestre è una questione, e storiAmestre è un'altra questione ancora. Il mio è stato un errore bello e buono. Me ne scuso. Per questa pubblicazione on line, dunque, è stato eseguito il dovuto ritocco. Agli amici di storiAmestre (e Altrochemestre) propongo, però, di tenere a mente Marc Bloch: un errore, quando capita, ha sempre un perché. Ce ne può essere uno da aggiungere alla mia insufficiente conoscenza della storia di storiAmestre?

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4. Andare a vedere

27/06/2006

Inchiesta, reportage, resoconto

Atti della giornata di studio organizzata da storiAmestre ed Etam-Animazione di comunità e territorio (Mestre, 19 novembre 2004)

a cura di Maria Luciana Granzotto e Claudio Pasqual

con interventi di Goffredo Fofi, Luca Pes, Vittorio Rieser, Matteo Melchiorre, Lina Zecchi, Maria Turchetto, Piero Brunello, Bruna Bianchi, Nadia Caldieri

estate 2006, 112 pp., 8 euro

"Stiamo diventando animali senza orientamento, senza naso, senza antenne. Cominciamo a fare fatica a capire ciò che è realmente reale e ciò che ci viene messo davanti come tale. La realtà è sempre più una costruzione artificiale. E questo può sembrare abbastanza ovvio. Il fatto nuovo è che la realtà-ambiente nella quale siamo immersi non è più tanto, come mezzo secolo fa, il prodotto del lavoro, ma è il risultato della produzione delle immagini. Non siamo più veramente convinti che l'ambiente sia reale e non virtuale. Perchè allora occuparsene? Forse, dice il nostro inconscio, se spengo il telecomando questa piazza, questa periferia, queste facce che ho davanti spariscono…! Ho l'impressione che il potere (non è un mito, esiste!) abbia bisogno di addestrare sempre più questa labilità: ciò che esiste deve essere percepito come "libero" e possibile, virtuale e opzionale, non necessario e cogente. Così i caratteri di necessità e cogenza che erano i caratteri di qualsiasi fenomeno reale, si indeboliscono, si fanno sbiaditi, fluttuano."

Alfonso Berardinelli, Sull'utilità di descrivere ciò che si vede,

"Altrochemestre. Documentazione e storia del tempo presente", 2 (1994), pp. 22-25.

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3. Bloch notes

26/11/2005

Domande e riflessioni nell'anniversario della morte di Marc Bloch (1944-2004)

a cura di Elena Iorio e Filippo Benfante

 

con contributi di Elena Iorio, Piero Brunello, Alessandro Casellato, Antonella Cogo, Mario Isnenghi, Luca Pes, Matteo Melchiorre, Filippo Benfante

autunno 2005, 88 pp., 5 euro

"Marc Bloch, prelevato un giorno di primavera, il 16 giugno, dalla sinistra fortezza di Montluc, a Lione, è stato fucilato con 26 compagni, altri 26 autentici francesi che – come lui – era detenuti dalla Gestapo. È stato fucilato in un campo, in una località detta «Les Rousilles», presso Saint-Didier-de-Formans, sulla strada per Trévoux, circa 25 chilometri a nord di Lione. 16 giugno 1944: l'invasore sentiva vicino il momento di abbandonare la Francia, «vuotava le prigioni» e seminava nei campi, lontano dalle città, i cadaveri di patrioti, assassinati senza processo, accanendosi nel renderli irriconoscibili."

Lucien Febvre, In memoriam. Marc Bloch fusillé (1944).

"Per lungo tempo, si vide nello storico una specie di giudice degli Inferi, incaricato di distribuire elogi o condanne agli eroi morti. Siccome poi niente è per sua natura più variabile di siffatte sentenze, soggette a tutti gli ondeggiamenti della coscienza collettiva o del capriccio personale, la storia, permettendo troppo spesso che l'«albo d'oro» avesse la meglio sul «registro d'esperimenti» si è guadagnata gratuitamente la fama di essere la più incerta delle discipline; alle vuote requisitorie succedono infatti altrettanto vane riabilitazioni. Robespierristi, antirobespierristi, noi vi chiediamo grazia: per pietà, diteci, semplicemente, chi fu Robespierre."

Marc Bloch, Apologia della storia.

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