di Mario Infelise
Dopo quanto accaduto a Parigi e in Francia il 7 e 9 gennaio, abbiamo chiesto ad alcuni amici di mandarci un loro contributo, in segno di condanna degli attentati, di solidarietà per le vittime, e allo stesso tempo per superare i sentimenti di paura e isolamento che questi tragici avvenimenti provocano e cercare di scambiare idee su quel che sta accadendo e sulle conseguenze che ne deriveranno. Mario Infelise è stato il primo a raccogliere il nostro invito, riflettendo storicamente su uno degli aspetti della vicenda, e cioè sul tema della libertà di espressione.
Ancora a caldo è difficile comprendere tutte le implicazioni di quanto è successo. Emerge invece a pieno la sgradevolezza di un insieme, in cui tende ad assumere evidenza soprattutto il peggio. Basta leggere i commenti dei lettori ai giornali on-line, da qualsiasi parte provengano, per non riuscire a vedervi niente di buono. E anche quando si evitano i luoghi comuni più truci, è difficile uscire dalla retorica. Sì, d’accordo: “Je suis Charlie”, ma di fatto la sensazione prevalente è che abbiano vinto gli altri. Dove gli altri sono i fautori della guerra santa o della crociata, ovvero dell’intolleranza da una parte e dall’altra. Oppure – ed è questo forse l’aspetto più problematico – quelli che invocano la misura e che la satira va bene, ma più di tutto conta il rispetto.
[Leggi di più…] info“La libre communication des pensées et des opinions…”. Dopo il 7 gennaio 2015