di Marco Fincardi
Come già in altre occasioni, nel 2007 e nel 2012, per i nostri tradizionali auguri di buon Primo Maggio facciamo ricorso al nostro amico Marco Fincardi. Questa volta, dal suo studio (del 1990) sulla festa dei lavoratori nella provincia di Reggio Emilia riprendiamo le pagine relative ai Primi Maggio di guerra. È naturalmente anche un modo per ricordare il centenario della prima guerra mondiale da un preciso punto di vista.
L’“antibellicismo” è al centro delle celebrazioni nel reggiano sin dai primi anni del XX secolo e la tensione sale in occasione della guerra di Libia (1911-1912), quando i nazionalisti definiranno Reggio “la capitale turca d’Italia” per l’ampiezza della mobilitazione contro l’intervento italiano. Dal 1915 diventa ancora più dura: la festa si svolgerà sotto il segno del lutto e della gravità. Senso di isolamento e di accerchiamento; uomini al fronte e donne che scioperano sfidando anche il disprezzo dei benpensanti e senza ricevere appoggio nemmeno dalla Camera del Lavoro; divieti sempre più rigidi e repressione; cresce anche la distanza tra le organizzazioni e la comunità dei militanti…
Nell’intera provincia, intanto, tutta la propaganda – orale e stampata – e persino le decorazioni di quel 1° Maggio 1912 sono impostate senza esitazioni sull’opposizione alla guerra intrapresa dall’Italia. […] Ma […] l’ottimismo riformista dei reggiani trova difficoltà a fare i conti con ciò che avviene oltre l’ambito locale, in zone in cui il movimento operaio non è in grado di mantenere una posizione egemonica, o almeno una resistenza alle pressioni disgreganti che mettono in difficoltà le organizzazioni di classe. […]
[Leggi di più…] infoPrimo Maggio in tempo di guerra. Reggio Emilia e provincia (1912-1918)