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Jules Vallès

“La repubblica è morta”. Il 2 dicembre di Jacques Vingtras

02/12/2020

di Jules Vallès, a cura di Enrico Zanette

Oggi è un anniversario: il 2 dicembre 1851 Luigi Napoleone Bonaparte – che Victor Hugo chiamava Napoléon le Petit per distinguerlo sarcasticamente dallo zio – compiva un colpo di Stato contro le istituzioni della repubblica francese. Jules Vallès raccontò la fallita resistenza a Parigi nel suo romanzo Il diplomato, di cui abbiamo già parlato su questo sito. Ne riprendiamo ancora un capitolo: una giornata buia e cupa, spostamenti inutili, esitazioni, rassegnazione. E soprattutto la scoperta – per l’alter ego letterario di Vallès, Jacques Vingtras – di ritrovarsi tra redingote, tra «borghesi»; il popolo di Parigi, le bluse, gli operai, non li avrebbero seguiti. Per loro la repubblica era già morta da un pezzo, nelle giornate del giugno 1848, quando proprio quei repubblicani borghesi erano stati i loro carnefici, assassini della repubblica democratica e sociale, un sogno durato solo  pochi mesi.  

«Vingtras!».

Mi sfondano la porta!

«Vingtras, Vingtras!».

È una specie di grido di terrore! Salto giù dal letto e vado ad aprire, stordito… Rock! pallido, stravolto!

«Il colpo di Stato!…».

Mi viene la pelle d’oca.

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Archiviato in:Enrico Zanette, Jules Vallès Contrassegnato con: 1848, 2 dicembre 1851, anniversari, pagine scelte, Parigi, rivoluzione

“Siete voi quello che sarà professore e bambinaia?”. Scene di lavoro precario in un romanzo dell’Ottocento

04/10/2020

di Jules Vallès, a cura di Enrico Zanette

Lo avevamo anticipato a marzo, per l’anniversario della Comune di Parigi: il nostro Enrico Zanette si era messo in testa di fornire la prima versione italiana del Bachelier di Jules Vallès, il secondo volume della trilogia autobiografica completata dall’Enfant (Il ragazzo o Il figlio, a seconda) e dall’Insurgé (L’insorto). In questi mesi ha completato la traduzione, ora disponibile in un volume delle Edizioni Spartaco: Il diplomato. 

È un romanzo dei nostri tempi per molte ragioni. Prendiamo solo alcuni aspetti dell’inizio di quest’anno scolastico: insegnanti precari, nomine precarie, stipendi precari, situazioni grottesche. Con le debite distanze, è quel che visse l’alter ego letterario di Vallès, il giovane diplomato in cerca di impiego Jacques Vingtras, circa 170 anni fa.

Mi rivolgo al vecchio Firmin, l’addetto al collocamento che ho conosciuto tempo fa con Matoussaint, ma che non mi riconosce subito… mi sono cresciuti i baffi. Gli parlo della mia intenzione di entrare nell’insegnamento. «Ma non è stagione! Povero ragazzo, non troverai nulla per il momento». […]

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Archiviato in:Enrico Zanette, Jules Vallès, Letture Contrassegnato con: lavoro precario, pagine scelte, scuola

«Il mio posto è dalla parte di chi griderà: Viva la Repubblica democratica e sociale!». Pagine dal «Bachelier» 

18/03/2020

di Jules Vallès, a cura di Enrico Zanette

Ricordiamo il 18 marzo, giorno del 1871 in cui cominciò la storia della Comune di Parigi. Per l’occasione il nostro amico e socio Enrico Zanette ha scelto e tradotto alcune pagine del romanzo di Jules Vallès, Le bachelier (1879-1881, secondo volume della trilogia a sfondo autobiografico completata da L’enfant e L’insurgé).

Voglio bene a quelli che soffrono, fa parte della mia natura, è così – e malgrado il mio modo di fare sanguigno e indolente, ricordo, penso, il mio cervello lavora. Leggo libri che parlano della miseria. 

La fede politica, il fuoco repubblicano si sono impossessati di una buona parte del mio cuore. Siamo un nucleo di repubblicani avanzati. Non andiamo d’accordo su tutto, ma siamo tutti per la Rivoluzione. «93, IL PUNTO CULMINANTE DELLA STORIA; LA CONVENZIONE, CHE ILIADE; I NOSTRI PADRI, CHE GIGANTI!». 

Quando dico che siamo d’accordo, intendo che abbiamo rischiato di venire alle mani più di una volta: un giorno ho dato a Robespierre del sorvegliante di collegio e a Jean-Jacques della pigna. 

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Archiviato in:Enrico Zanette, Jules Vallès, La città invisibile Contrassegnato con: 18 marzo, anniversari, Comune di Parigi, pagine scelte, repubblica democratica e sociale

La festa della Commune. 18-28 marzo 1871

28/03/2013

tre testi di Jules Vallès, a cura di Filippo Benfante

A marzo comincia un ciclo di anniversari che ci stanno a cuore: la primavera è annunciata in tutta Europa dalle rivoluzioni del 1848, e dalla Comune di Parigi del 1871; arriveranno il 25 aprile della Liberazione e il Primo maggio; infine daremo l’ultimo saluto ai comunardi, arriva il tempo delle ciliegie e quello della “semaine sanglante”, ovvero la tragica fine dell’ultima rivoluzione parigina dell’Ottocento. Filippo Benfante riprende il testimone da Enrico Zanette, autore della nota sul 18 marzo che abbiamo pubblicato l’anno scorso, per presentare tre testi contemporanei di Jules Vallès, che aiutano a ricordare la Comune di Parigi e a discutere il senso di quegli avvenimenti.

Introduzione, di Filippo Benfante

1. Gli anniversari si celebrano sia pensando al passato che proiettandosi nel futuro. Sono in entrambi i casi un fermo immagine che seleziona un evento, una data, un luogo, dei protagonisti: così è per il 18 marzo della Comune di Parigi. Ancora notte sulla collina di Montmartre, l’esercito della repubblica, nata il 4 settembre 1870 dalla disfatta di Napoleone III nella guerra contro la Prussia, tenta di requisire i cannoni della guardia nazionale di Parigi, cioè di quella milizia cittadina formata – almeno in teoria – da tutti i maschi adulti che è stata mobilitata per far fronte all’assedio nemico. È a tutti gli effetti un’operazione di ordine pubblico: il governo cerca di prevenire ogni guaio. Da settimane, infatti, il clima di Parigi è quello che precede le rivoluzioni. Le ragioni dell’esasperazione del popolo parigino sono tante. Ci sono stati quasi cinque mesi d’assedio, durissimi, aggravati da un inverno terribile, uno dei peggiori del secolo: tanti morti, freddo, fame, lavori fermi, niente salario, miseria. Legato com’è a un’idea di repubblica “democratica e sociale”, capace cioè di garantire la partecipazione di tutti al governo e l’eguaglianza sociale, il popolo di Parigi (ma non solo, succede lo stesso anche in molte altre città francesi) si domanda che razza di repubblica ha di fronte: dalle elezioni di febbraio, organizzate in fretta e furia per avere un governo legale che firmi la pace con la Prussia – sulla base dell’armistizio di fine gennaio –, sono usciti un parlamento reazionario, con un’ampia maggioranza di monarchici e una buona minoranza di bonapartisti, e un governo guidato da Adolphe Thiers, l'uomo di tutti i regimi politici che ha conosciuto la Francia dagli anni 1830. Dal canto suo, l’assemblea diffida così tanto di Parigi e dei suoi umori repubblicani che decide di non rientrare nella capitale, ma di installarsi a Versailles.

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Archiviato in:Filippo Benfante, Jules Vallès, La città invisibile Contrassegnato con: 18 marzo, 1871, anniversari, Comune di Parigi, pagine scelte, storiografia

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