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Gigi Cameroni

Medici travolti dagli eventi. Una lettura

09/05/2020

di Gigi Cameroni

Il nostro amico Gigi Cameroni torna a scriverci dopo tanto tempo, per raccontarci alcune pagine che ha letto, tra la “fase 1.1” e la “fase 2” delle misure contro la diffusione dell’epidemia di coronavirus.

cari di storiAmestre,

vi ho seguito molto nella “fase 1” del contenimento dell’epidemia e, tra le altre cose, ho apprezzato le “letture dell’epidemia” di Lucio Sponza e di Giannarosa Vivian. Ed è per una mia lettura, tra fase 1 e fase 2, che vi scrivo ora.

Quando il 14 aprile le librerie hanno avuto il permesso di riaprire, ho deciso che al più presto avrei fatto una visita a quella piccola del quartiere in cui vivo. No sacro fuoco retorico del libro “bene di prima necessità”, tra l’altro condivido lo scetticismo del vostro amico libraio Davide Zotto. Il fatto è che ho in casa due figli piccoli da intrattenere, per posta in quei giorni libri per bambini non ne arrivavano, e soprattutto avevo un pretesto per spingermi il più lontano possibile entro i termini prescritti dalla legge.

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Archiviato in:Gigi Cameroni, Letture Contrassegnato con: Oliver Sacks, quarantena

Libri di famiglia (anni Settanta-Ottanta)

27/10/2016

di Gigi Cameroni

Tra le poche cose di mia nonna, la mamma di mia mamma, arrivate sino in casa mia c’è questo libretto Il mio bambino. Era un omaggio del settimanale Bella alle sue lettrici, allegato al numero 38 di un anno che non riuscirò mai a sapere, ed è diventato un residuo, un rimasuglio di un archivio di famiglia mai curato e disperso pezzo per pezzo, a ogni grande pulizia, viaggio tra cantina e soffitta alla ricerca di spazio in casa, trasloco.

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Archiviato in:Gigi Cameroni, Oggetti

Vivere a Vajont. Una lettura

09/10/2014

di Gigi Cameroni

Riceviamo e pubblichiamo un’ampia scheda di lettura relativa al libro di Monica Musolino, New towns post catastrofe. Dalle utopie urbane alla crisi delle identità (Mimesis, Milano 2012).

Da casa, 9 ottobre 2014

Cari amici di storiAmestre,

nel 2013 ho seguito con attenzione la vostra serie di articoli in occasione del cinquantesimo anniversario del Vajont. Qualche mese fa ero a Parigi, in visita a un amico che fa l’insegnante. Un pomeriggio che sono andato a prenderlo a scuola, ho notato subito l’illustrazione di copertina di un libro che aveva sul suo tavolo in sala insegnanti (ho questa abitudine, talvolta indiscreta, di dare sempre un’occhiata ai libri che vedo sparsi sui tavoli o sugli scaffali): facile riconoscere la diga del Vajont. Incuriosito, gli ho chiesto in prestito il libro e ho preso qualche appunto, che ora – a distanza di tempo e pur senza poter verificare di nuovo l’originale – ho pensato di proporvi: sia perché è un libro che non si trova facilmente (stando al catalogo opac-sbn si trova in tre biblioteche, si direbbe solo in quelle del deposito legale), sia perché è la stagione giusta. Che sia anche il libro giusto? Mah, su questo ho delle riserve, ma prendetela come un servizio bibliografico, a uso di chi voglia completare la sua lista di letture sul Vajont.

Cordiali saluti

Gigi Cameroni

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Archiviato in:Gigi Cameroni, Letture, Monica Musolino Contrassegnato con: anniversari, democrazia, sociologia, storia orale, trauma, urbanistica, Vajont

Dimmi che amici hai, ti dirò che storico sei. Una lettera con lettura

22/03/2014

di Gigi Cameroni

Il nostro Gigi Cameroni di recente ha ricevuto un consiglio da un amico: leggere un saggio dello storico Arnaldo Momigliano. Poi ha deciso di consigliarlo anche a noi. È un modo di fare che ci piace: questo genere di scambi è alla base dell’esistenza del nostro sito.

Cari amici di storiAmestre,

questa volta non ho aspettato molto per rifarmi vivo. Ho pensato di nuovo a voi dopo aver letto un saggio di Arnaldo Momigliano (1908-1987), storico dell’antichità e professore universitario che dai primi mesi del 1939 fu in esilio in Inghilterra, in seguito alle leggi razziali; durante la guerra avrebbe collaborato alle trasmissioni di Radio Londra, di cui avete parlato di recente; dopo la guerra decise che la sua carriera sarebbe proseguita stabilmente oltre Manica. 

Il saggio si intitola Le regole del giuoco nello studio della storia antica. Lasciate stare che io non l’avevo mai letto prima: è molto noto, sono sicuro che tanti di voi lo conoscono. Io l’ho trovato nella raccolta di Momigliano, Storia e storiografia antica (il Mulino, Bologna 1987, pp. 15-24). Uscì per la prima volta negli “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, s. III, vol. IV, n. 4 (1974), pp. 1183-1192. Il mio amico A. che me l’ha consigliato ed è quindi all’origine di tutto, mi aveva rimandato a un’altra raccolta: Sui fondamenti della storia antica (Einaudi, Torino 1984, pp. 477-486). Metto subito avanti l’amicizia, intanto per ringraziare, a distanza, A., e poi perché l’amicizia, insieme alla vita, sono le cose che più mi hanno colpito leggendo queste pagine di Momigliano.

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Archiviato in:Arnaldo Momigliano, Gigi Cameroni, Letture Contrassegnato con: storiografia

Borsa di materiale riciclato (anni 2010)

27/02/2014

di Gigi Cameroni

Borsa di materiale riciclato, dimensioni approssimative: 38x31x13 centimetri (più i manici). È fatta di quelle sottili bande di plastica che si usano per l’imballaggio di materiali edili (mattoni, piastrelle, ecc. Chi ha fatto lavori in casa di recente le riconoscerà subito, ma per intenderci è frequente vedere una versione più fina usata per chiudere gli scatolotti che contengono risme di carta A4). Storici e archeologi del futuro (remoto) la usaranno per dire qualcosa sullo stato del settore edile all’inizio del XXI secolo?

Me l’ha regalata un amico qualche tempo fa, direi i primi mesi del 2012, presentandomela come “l’ultimo ritrovato dell’ingegnosità del Nord-est”. Conteneva alcuni libri, in tutto un bel peso. Fatte un po’ di prove di resistenza, ho constatato che è l’ideale per trasportare bottiglie di vino, ne può contenere tra le otto e le dieci (piene). Durerà? Lo spero, ma anche nell’immagine sono evidenti le deformazioni per il carico eccessivo e l’uso troppo frequente.

Archiviato in:Gigi Cameroni, Oggetti

L’8 settembre nei ricordi di Corrado Vivanti

23/09/2012

di Gigi Cameroni

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che un nostro recente ma già buon amico ci ha spedito dopo aver letto i ricordi sull’8 settembre che abbiamo pubblicato le scorse settimane.

Cari di storiAmestre,

non mi conoscete ancora e io vi conosco da poco. Vi dico come è capitato. Una mia e vostra cara amica milanese mi ha segnalato i ricordi sull’8 settembre che avete pubblicato sul vostro sito. Mi ha colpito soprattutto la testimonianza di Angelo Vianello, con il commento di suo figlio Dario e i rimandi a storie simili segnalati da Pietro Monai. A parte che quella di Vianello è una storia che sembra di leggere i Miserabili, c’è l’emozione di quelle voci amiche sentite nel buio, voci che fanno luce, letteralmente. Persone che spontaneamente aiutano altre persone in circostanze pericolosissime e decisive. Sapremmo, saprei fare lo stesso, se capitasse? È quel che penso sempre – con timore e incertezza – quando mi imbatto in racconti del genere, o quando sento certe notizie, le cronache di questi anni neri (avrete capito che ho fatto un giro anche nella vostra sezione Quaderni: la mia amica mi ha detto che me li procurerà).

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Archiviato in:Corrado Vivanti, Gigi Cameroni, La città invisibile Contrassegnato con: 8 settembre, Carpi, Mantova, pagine scelte, ricordi

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