di Giacomo Pasqualetto
Il nostro amico Giacomo Pasqualetto attraversa Mestre con una macchina fotografica per osservare gli spazi ancora sgombri da fabbricati e occupati da vegetazione. All’interno di questo “verde urbano”, che esula da quello dei parchi pubblici strutturati, Pasqualetto individua varie categorie: verde perduto, verde mancato, verde conteso, verde potenziale, verde insicuro. Le foto che illustrano l’articolo sono dell’autore.
Non è tutto verde quel che luccica: dunque, prima di iniziare, alcune precisazioni. Userò l’accezione di “verde urbano” inteso come patrimonio complessivo di verde, “suolo libero da costruzioni”, con diverse destinazioni d’uso per differenziarlo da tutto ciò che è edificato. Non prenderò in considerazione quella tipologia di verde pubblico ampiamente strutturato ricadente all’interno del perimetro dei parchi urbani (Albanese, San Giuliano, Piraghetto) nonché all’interno dei giardini pubblici di ville storiche come Villa Franchetti, Villa Erizzo Bianchini e Villa Querini. Inoltre non rientrano nell’osservazione i boschi di Mestre, sia storici sia in via di formazione, all’interno della cerchia urbana e nella cintura metropolitana.