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Francesca Trivellato

Covid e discriminazione di genere. Su alcuni discorsi e motivi iconografici in Italia

24/02/2021

di Francesca Trivellato

A distanza di alcuni mesi, riprendiamo un commento che la nostra amica Francesca Trivellato, storica che vive e lavora negli Stati Uniti, ha pubblicato in inglese all’inizio dell’estate scorsa, per discutere con un pubblico di Oltreoceano alcuni motivi iconografici utilizzati in quei mesi in Italia nelle campagne di comunicazione relative al Covid. A distanza di tempo, superato il picco dell’enfasi retorica, quelle immagini restano un documento dell’esperienza collettiva della pandemia e un attestato della persistenza di alcuni elementi nel discorso pubblico italiano riguardo al genere, alla condizione femminile, ai rapporti tra i sessi, alla famiglia.

Sulla scia della Peste Nera del 1348-50, emerse un nuovo motivo iconografico che avrebbe attraversato tutto il XV secolo: la danza macabra. Serviva a comunicare a chi lo guardava – per la maggior parte analfabeti e analfabete – che la peste uccideva senza riguardi per nessuno: la morte si prendeva allo stesso modo regine, vescovi e contadini. Salvo che il messaggio non era più vero di quanto non lo sia ora: la danza medievale era propaganda. 

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Dialogando con i morti e con i vivi. Su un libro di Gigi Corazzol

01/08/2018

di Francesca Trivellato

Su gentile concessione dell’autrice e della redazione della rivista Contesti, riprendiamo la recensione che Francesca Trivellato ha scritto sul libro di Gigi Corazzol, Piani particolareggiati. Venezia 1580-Mel 1659 (DBS-Pilotto, Rasai-Feltre 2016).

Affidato, senz’altro per scelta dell’autore, Gigi Corazzol, a una casa editrice minore ma ben radicata nel territorio (il Bellunese) che del libro è protagonista, Piani particolareggiati. Venezia 1580-Mel 1659 potrebbe sfuggire anche ad alcuni fra i lettori di una rivista come Contesti, mentre lo troveranno di grande stimolo e interesse1. Quanti già conoscono i lavori di Corazzol vi riconosceranno certi tratti caratteristici. Ricompaiono alcuni temi e perfino qualche protagonista del precedente Cineografo di banditi su sfondo di monti, che, come da sottotitolo, Feltre 1634-1642, si collocava in tempi e luoghi non lontani; lo stile rimane volutamente spiazzante rispetto alla prosa accademica tradizionale2. Ma amici e seguaci troveranno in Piani particolareggiati anche molto di nuovo. Il soggetto si fa più serio. I toni più cupi. La sperimentazione stilistica si spinge oltre. Il biografico irrompe a forza. Le riflessioni metodologiche, per lo più allusive, o almeno espresse in forma ironica e obliqua, toccano i nervi più sensibili del dibattito odierno.

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  1. Libreria Pilotto Editrice, Feltre 2016. [↩]
  2. Unicopli, Milano 1997. [↩]

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