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Enrico Zanette

Godiamoci il 18 marzo. Omaggio alla Comune di Parigi

18/03/2012

di Enrico Zanette

Nota della redazione. Abbiamo scelto il 17 marzo per presentare le iniziative di storiAmestre sul 1848 a Venezia e terraferma. L’abbiamo fatto pensando agli avvenimenti – di piazza – del 1848 e ignorando quelli – parlamentari – del 1861 portati alla ribalta lo scorso anno, dopo tanto tempo, dalle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità.

Il 18 marzo 1872, centoquaranta anni fa, un giornale milanese della “scapigliatura democratica”, “Il Gazzettino rosa”, usciva listato a lutto per la morte di Giuseppe Mazzini, avvenuta sette giorni prima. La prima pagina, occupata quasi tutta dalla corrispondenza di Felice Cameroni (che si firmava Stoico) sui funerali e sulla sepoltura di Mazzini, si apriva con un ricordo delle cinque giornate di Milano: “Ventiquattro anni sono…”. Il 18 marzo 1848 di Milano oscurava un altro 18 marzo a cui i redattori del “Gazzettino Rosa” si erano affezionati l’anno prima: il 18 marzo 1871 in cui a Parigi era stata proclamata la Comune, quella straordinaria esperienza per cui avevano trepidato da lontano, e per la quale alla fine avevano aderito all’Internazionale, malgrado la condanna del loro primo “Maestro”, Mazzini. Negli anni seguenti il movimento operaio italiano avrebbe scelto il 18 marzo della Comune data da celebrare e festeggiare.

Abbiamo chiesto ad alcuni amici di scriverci qualche considerazione a partire da questi anniversari: come si scelgono, come si celebrano, come si trasformano. Il primo a risponderci è stato Enrico Zanette, che ringraziamo. Speriamo che altri seguano.

(red sAm)

***

Il comunardo Jules Vallès scriveva ricordando le prime giornate della Comune di Parigi: “Allons! C’est la Révolution! La voilà donc, la minute espérée et attendue depuis la première cruauté du père, depuis la première gifle du cuistre, depuis le premier jour passé sans pain, depuis la première nuit passée sans logis – voilà la revanche du collège, de la misère, et de Décembre!”*.

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: 18 marzo, 1871, anniversari, Comune di Parigi, intervento

Un’autostrada è per sempre

29/08/2011

di Enrico Zanette

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del nostro amico Enrico Zanette, già intervenuto sulle pagine del nostro sito, con altre corrispondenze da Vittorio Veneto (cliccare qui, qui e qui).

Cari di storiAmestre,

qualche settimana fa, ho letto il libro di Matteo Melchiorre di cui avete pubblicato alcuni brani. A un certo punto, Melchiorre parla anche del Fadalto, una località della Val Lapisina, ultima propaggine a nord del comune di Vittorio Veneto confinante con la provincia di Belluno. Il brano si trova a pagina 184: “per andare da Belluno alla pianura, si passava per il Fadalto, scendendo un passo agevole tra borgate e paesi. Borgate e paesi vivevano degnamente del traffico che scendeva o risaliva il passo. Bar, negozi, artigiani, scuole e via dicendo. Poi […] hanno costruito l’autostrada A27, quel disastro. Hanno sollevato la strada dal passo, e l’hanno innalzata in cima a un viadotto, alto […] centinaia di metri. Le macchine, adesso, transitano in aria e i paesi del Fadalto, pian piano, privati del traffico di passaggio, sono morti. Chi è rimasto a vivere sul Fadalto […] si trova addirittura, adesso, le immondizie nei cortili e sui tetti; lattine, sigarette, bottiglie e sacchi, gettati sui paesi dal cielo, dal punto in cui il cielo è attraversato dall’autostrada”.

Leggere della valle e dell’autostrada nel libro di Melchiorre è stata una bella sorpresa e questa lettura ha risvegliato la mia attenzione, da anni assopita dalla quotidiana abitudine dello sguardo, nei confronti della Val Lapisina e il suo viadotto. Così, approfittando di qualche giorno di vacanza sono andato a vedere com’è oggi il Fadalto risalendo per la vecchia statale Alemagna che corre sotto i viadotti autostradali. Per chi volesse, grazie a Google Maps si può oggi percorre anche da casa.

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: descrizione, Vittorio Veneto

La politica del Panevín

08/01/2011

di Enrico Zanette

Dal nostro corrispondente a Vittorio Veneto.

Da qualche anno l’associazione “Insieme per Ceneda” organizza il “Panevín dei Bambini”. La stessa associazione regola e promuove il San Nicolò, con lo scopo di favorire il recupero delle tradizioni locali. Come si era già osservato qualche anno fa nel caso del San Nicolò, anche in questo caso l’associazione si rivela particolarmente maldestra in quanto in nome del recupero della tradizione stravolge la tradizione stessa, inventandone un’altra.

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: intervento, regione Veneto, riti

Victoria Campus. Colata di cemento a Vittorio Veneto

24/04/2007

di Enrico Zanette

La storia del Victoria Campus è vecchia una decina d’anni; non solo, ma è anche una storia finita. Il consiglio comunale di Vittorio Veneto ha, infatti, deciso nella seduta del 19 ottobre 2006 di non dare più proroghe ai lavori per la costruzione del suddetto mega-palasport che doveva sorgere nella zona di Costa.

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: cronaca, paesaggio, Vittorio Veneto

I bandòt di San Nicolò

09/03/2007

di Enrico Zanette

Leggendo nel sito di storiAmestre l’articolo Responsabilità limitata di Giovanni Levi su “Altrochemestre” (n. 5, primavera 1997), in un momento di distrazione, clicco casualmente sulle altre pagine. L’occhio mi cade sulla parola “Natale”, su Babbo Natale, il titolo dell’articolo precedente. Incuriosito decido di fare una pausa e di leggere questo pezzo. Molto interessante, si parla (non solo) di come Babbo Natale stia monopolizzando la distribuzione dei regali nei mesi invernali a scapito di personaggi come San Nicolò, Santa Lucia, Gesù Bambino o la Befana. Ma non era giornata: mi distraggo ancora e mi viene in mente quello che avevo visto con i miei occhi e le mie orecchie qualche mese fa. [Leggi di più…] infoI bandòt di San Nicolò

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