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Enrico Zanette

Suonare le campane. L’esondazione del Lierza a Refrontolo sui giornali locali (3-9 agosto 2014)

16/08/2014

di Enrico Zanette

Dopo l’esondazione del Lierza a Refrontolo, avvenuta sabato 2 agosto provocando morti e feriti, Enrico Zanette, che vive a Vittorio Veneto, ha cominciato a sfogliare i giornali locali (Gazzettino, Tribuna, Corriere del Veneto) per vedere come quei fatti sono stati raccontati e discussi, ricavando qualche impressione generale. Nel complesso il quadro appare confuso e poco attendibile: Zanette conclude perciò con un invito a raccogliere minuti dati di fatto in una prospettiva storica di lungo periodo piuttosto che a unirsi a schieramenti precostituiti.

Sfoglio i giornali locali per capire. Titoli, articoli di apertura, articoli di fondo, tagli medi e bassi, occhielli, strilli e spalle. Tanta roba. Ma più leggo, più mi confondo. Dalle prime edizione di domenica le tesi mutano e si moltiplicano; e ciò che è peggio la stessa sorte spetta ai dati. Le precipitazioni passano da 10 centimetri a 70, 80, 200 millimetri. Le frane sono una sessantina per alcuni, 200 per altri e addirittura inesistenti per altri ancora. 

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Archiviato in:Enrico Zanette, Letture Contrassegnato con: acque alte, alluvione

I comunardi e il “diritto alla biografia”. Pagine da un libro recente

30/07/2014

di Enrico Zanette

La tesi di dottorato del nostro amico, socio nonché webmaster Enrico Zanette è da poco diventata un libro: Criminali, martiri, refrattari. Usi pubblici del passato dei comunardi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014. Si tratta di uno studio dell’uso che avversari e fautori della Comune di Parigi del 1871, all’indomani della repressione, fecero del genere biografico per denigrare e condannare o al contrario per commemorare ed esaltare come modello rivoluzionario le personalità più in vista della tentata rivoluzione parigina. Zanette prende inoltre in esame le autobiografie che due ex comunardi, Jules Vallès – che già in altre occasioni abbiamo ricordato sul nostro sito – e Louise Michel, pubblicarono a distanza di alcuni anni, e le interpreta come strumenti di comunicazione politica, per la costruzione e la diffusione di due diverse idee di rivoluzionario e di rivoluzione. Su gentile concessione dell’editore, proponiamo ai nostri lettori alcune pagine del libro (con minime modifiche e senza tutte le note).

All’indomani della repressione, circa un centinaio di comunardi acquisirono quello che Juri M. Lotman ha chiamato il diritto alla biografia1. Un diritto alla biografia esercitato, in questo caso, esclusivamente dai vincitori, nella gestione autonoma del significato complessivo delle vite dei vinti. In un’epoca di affermazione dei mezzi di comunicazione, il monopolio esclusivo della costruzione della memoria si presentava come lo strumento più efficace di cancellazione. In effetti, la censura, formalizzata dalle leggi del dicembre 1871 e novembre 1872, che durò per un decennio fino alla legge generale del 1881 sulla libertà di stampa, non impediva di parlare della Comune e dei comunardi, ma di parlarne liberamente, senza esprimere giudizi di chiara condanna. Nel sistema di propaganda messo in piedi all’indomani della repressione, la biografia mirava quindi alla presa di possesso dell’identità dei rivoluzionari dopo la presa brutale sui loro corpi. La biografia non veniva impiegata per comprendere il processo di mobilitazione, o per illustrare la complessità e la fragilità delle esperienze, delle aspirazioni, delle convinzioni, il loro interagire con le circostanze storiche della guerra e delle trasformazioni economiche, bensì per richiudere le vite degli insorti all’interno di alcune traiettorie biografiche che, come sbarre retoriche, ne avrebbero controllato le possibili, scomode, eccedenze. Erano traiettorie che poi sarebbero state disponibili per utilizzi successivi, poiché, come scriveva uno dei biografi, non ci si doveva accontentare di contrastare le idee rivoluzionarie, ma anche coloro che le avevano e le avrebbero diffuse. 

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  1. J. M. Lotman, La semiosfera: l’asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti, Venezia, Marsilio, 1985, p. 181 e sgg. [↩]

Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: 1871, autobiografia, biografia, Comune di Parigi, Jules Vallès, Louise Michel, storia del movimento operaio

Manicomio diffuso. Il Centro di Salute Mentale di Vittorio Veneto

22/02/2014

di Enrico Zanette

Dal nostro corrispondente da Vittorio Veneto.

1. Mi avvicino all’entrata. Due colonne scrostate aprono su un viale alberato che porta a una villa. Alla sinistra e alla destra due basse costruzioni provviste di telecamere tengono in piedi una recinzione sgangherata.

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: controllo sociale, descrizione, farmacologia, psichiatria, psicofarmaci

Il Veneto: un mondo di benzodiazepine?

21/01/2013

di Enrico Zanette

Il nostro amico Enrico Zanette sta pensando a una ricerca da fare sulla diffusione dei farmaci, le modalità di consumo, le forme e le tecniche della propaganda farmaceutica. Qui di seguito, ci offre alcune considerazioni a partire dai dati sul consumo di benzodiazepine diffusi di recente (rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali, Osmed).

Il Veneto è la seconda regione italiana per consumo di benzodiazepine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osmed nel 2011 sono state prescritte 71,4 DDD/1000 (dosi terapeutiche giornaliere ogni 1000 abitanti) su una media nazionale di 53 DDD/1000. Le più diffuse sono il Lormetazepam (Minias, 13,8 DDD/1000, +3,3%), che ha spodestato in rimonta il classico Lorazepam (Tavor, 13 DDD/1000, –1,3%), mentre al terzo posto è in ascesa l’Alprazolam (Xanax, 8,4 DDD/1000, +3,3%).  [Leggi di più…] infoIl Veneto: un mondo di benzodiazepine?

Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: controllo sociale, farmacologia, psichiatria, pubblicità, storiografia

Ritrovare un libro per caso, in una biblioteca comunale. “Gli impiegati” di Siegfried Kracauer

28/12/2012

di Enrico Zanette

Il nostro amico Enrico Zanette racconta la sua lettura de “Gli impiegati”, un’inchiesta nella Berlino degli anni Trenta firmata da Siegfried Kracauer e diventata un classico.

«Linguaggio, abiti, gesti e fisionomie si uniformano, e il risultato del processo è appunto quell’aspetto gradevole che può essere riprodotto su vasta scala, con l’aiuto della fotografia […]. La corsa ai numerosi istituti di bellezza è anche determinata da una preoccupazione per la propria esistenza, l’uso dei cosmetici non è sempre un lusso. Per paura di essere dichiarati fuori uso come merce invecchiata le signore e i signori si tingono i capelli, e i quarantenni praticano lo sport per mantenersi snelli. Come devo fare per diventare bello? è il titolo di un opuscolo che è stato recentemente lanciato, e che secondo la pubblicità apparsa sui giornali insegna i mezzi “con cui apparire giovani e belli subito e a lungo”. La moda e l’economia collaborano l’una con l’altra. È vero che la maggior parte delle persone non è in grado di andare da un medico specializzato. Diventano le vittime di ciarlatani, oppure sono costretti ad accontentarsi di preparati che sono altrettanto a buon mercato che problematici. Nel loro interesse il menzionato deputato dottor Moses lotta da qualche tempo in parlamento, per inserire nell’assicurazione sociale anche la cura delle deformità. La giovane Comunità lavorativa dei medici tedeschi che operano nel campo cosmetico ha fatto propria questa legittima esigenza» (S. Kracauer, Gli impiegati, Torino, Einaudi, 1980, pp. 21-22). [Leggi di più…] infoRitrovare un libro per caso, in una biblioteca comunale. “Gli impiegati” di Siegfried Kracauer

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Liberate Sannicolò e i bambini. Una lettera a storiAmestre

07/12/2012

di Enrico Zanette

In occasione del 6 dicembre, abbiamo scritto al nostro amico Enrico Zanette – che da qualche mese si è ristabilito a Vittorio Veneto – per chiedergli cosa ne fosse dei riti del giorno di san Nicola che ci aveva descritto qualche anno fa. Ecco la sua risposta.

Vittorio Veneto, 6 dicembre 2012, sera

cari amici di storiAmestre,

“i soliti nazionalsocialisti” è il primo pensiero che mi è venuto… lo ammetto ero un po’ deplacé, ieri sera, perché stavo leggendo il saggio di Sigfried Kracauer sugli impiegati berlinesi del 1930 (peraltro non ancora nazi, questo è venuto poco dopo). Ma non è la prima volta che questo San Nicolò mi preoccupa. [Leggi di più…] infoLiberate Sannicolò e i bambini. Una lettera a storiAmestre

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