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Claudio Pasqual

Immagini e parole per raccontare: “Zelarino Novecento”

02/12/2011

di Claudio Pasqual

Il 28 ottobre 2011 si è tenuta, presso la sala consiliare della Municipalità di Chirignago Zelarino, la presentazione del libro di Giuliano Codato, Zelarino Novecento. Percorsi di storia e di vita tra campagna e città, Quaderni del Centro di documentazione sulla città contemporanea, Zelarino 2011 (collana “Obiettivo Novecento”). Pubblichiamo qui l’intervento di Claudio Pasqual. Tutte le foto sono tratte dal libro citato.

1. Quando al Centro di documentazione sulla città contemporanea, del quale sono responsabile a nome di storiAmestre, è stato proposto per la pubblicazione, tramite i buoni uffici di Claudio Zanlorenzi, il lavoro di Giuliano Codato su Zelarino nel secolo scorso, subito mi è tornato in mente un dettaglio: “ma scusa, Claudio, non ne avevi già scritto uno tu?”. Me lo ricordavo, quel libro uscito nel 2001 sempre per la nostra associazione, Un comune del distretto di Mestre. Storie di Zelarino e Trivignano dall’Unità alla Grande Guerra. Non sarebbe risultata sovrabbondante, una tale letteratura su un luogo così piccolo e tutto sommato periferico come il nostro?

Cartolina con il municipio di Zelarino, primi del Novecento

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Archiviato in:Centro documentazione città contemporanea, Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: intervento, memoria, storiografia, Zelarino

Quale museo del 900 a Mestre? Temi, archivi e immagini della città

06/06/2009

di Claudio Pasqual

Presentiamo l’intervento con cui Claudio Pasqual, presidente di storiAmestre, ha aperto l’incontro pubblico tenutosi il 16 maggio 2009 al Centro Culturale Candiani di Mestre. La redazione è pronta a ricevere commenti e reazioni agli interrogativi che pone Pasqual, già autore di altri interventi sul tema.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: Fondazione Venezia, intervento, M9, museo a Mestre

storiAmestre sul museo del Novecento di Mestre

25/01/2009

di Claudio Pasqual

La Fondazione di Venezia ha presentato, il primo dicembre scorso al Candiani, ospite della Fondazione Gianni Pellicani, il suo progetto «M9, nuovo polo culturale e Museo del Novecento di Venezia-Mestre». Con una sorprendente omissione, sia negli interventi dei relatori che nell’opuscolo illustrativo che accompagnava l’evento. Neanche il minimo accenno è stato fatto al più che decennale dibattito cittadino e alla profusione di impegno e idee che hanno visto partecipi associazioni culturali e forze intellettuali di Mestre e Venezia sul tema del Museo della Città.

Il glamour di un progetto dai connotati urbanistico-architettonici e culturali assai ambiziosi, le credenziali degli specialisti chiamati a realizzarlo e un sontuoso finanziamento non autorizzano dunque ad accreditare la proposta della Fondazione di Venezia come una assoluta novità nel panorama culturale cittadino. Dovrebbe ben saperlo il Comune di Venezia, che le associazioni hanno eletto a loro naturale interlocutore trattandosi della creazione di un museo in questa città, al quale hanno sottoposto nel tempo documenti e progetti; eppure fra gli oratori quella sera al Candiani sedeva anche il massimo rappresentante dell’amministrazione locale. Di suo in questo momento il Comune, invece di attrezzarsi per un confronto e contributo in merito ai contenuti del nuovo museo, sembra volersi impegnare per un piccolo museo di storia locale nell’ex scuola De Amicis – oppure, si legge, di visitors center? –, con un taglio e un’estensione storico-cronologica – Mestre dalle origini ai giorni nostri – dal sapore erudito-archeologico, sorpassato ma soprattutto assai poco corrispondente alla città quale oggi si presenta e di cui facciamo oggi esperienza.

Né questo progetto né quello di M9 si capisce in che modo si colleghino con la riflessione storiografica e la discussione cittadina sul Novecento in corso da anni fra associazioni culturali e singoli studiosi, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni; sforzo di elaborazione collettiva che ha avuto il suo momento di coordinamento e di sintesi nel Laboratorio Mestre Novecento e una prima rappresentazione nella mostra e catalogo Mestre Novecento. Il secolo breve della città di terraferma dell’ottobre-dicembre 2007 al Candiani.

A quale museo pensiamo noi di storiAmestre? Su questo tema l’associazione ha organizzato già nel lontano 1996 un convegno, i cui atti e la discussione che ne è scaturita sono stati pubblicati nel volume Un museo a Mestre? Per un museo del novecento, proposte di storiAmestre e dibattito, edito da storiAmestre e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Venezia nel 1997; se ne può trovare una rapida summa in un nostro intervento, Per un Museo del Novecento a Mestre, comparso su La Nuova di Venezia e Mestre del 13 ottobre 2005 e ripubblicato nei Quaderni di storiAmestre, n. 2, Autunno 2005. In estrema sintesi, i punti fondamentali della nostra proposta sono i seguenti.

1. Il Novecento come orizzonte storico-cronologico della rappresentazione, perché è nell’ultimo secolo che trae origine e giunge a maturazione la vicenda di Mestre in quanto organismo urbano, in piena discontinuità, mediante una netta cesura con un passato rurale o semirurale.

2. Un Museo «del Novecento a Mestre» piuttosto che «di Mestre nel Novecento», convinti come siamo del valore paradigmatico della vicenda recente della terraferma, riproducendo essa nelle proprie specifiche forme, con i suoi sviluppi e percorsi in strettissimo collegamento e interdipendenza con contesti e processi ampi, nazionali e internazionali, dinamiche e modalità di trasformazione che sono alla base della modernizzazione industriale e urbana su scala generale: una rappresentazione in cui non solo i mestrini ma la generalità del pubblico vedano in qualche modo rispecchiati il proprio passato e se stessi.

3. Una narrazione che, accantonata l’impossibile pretesa di oggettività, nell’assumere la pluralità e il pluralismo dei soggetti, dei punti di vista e delle visioni sulla città, non li annacqui in una rappresentazione neutrale e anodina, buona per tutti i palati, ma si consegni a un sguardo critico e problematico sulla modernizzazione, in grado di cogliere, accanto agli aspetti e ai fattori di crescita e di progresso, le contraddizioni e i conflitti, gli squilibri e i guasti, i costi pagati in termini di ambiente, salute, vivibilità e socialità dalla cittadinanza e dal territorio in conseguenza di un determinato modello di industrializzazione e urbanizzazione.

4. Infine, un museo multimediale – si diceva allora e lo dicono oggi le più avanzate esperienze museali e la stessa Fondazione di Venezia – di parole e immagini ma anche di suoni e odori, in cui ogni tipo di documentazione e ogni nostra facoltà cognitiva, l’intelletto e i cinque sensi, trovino posto e uso; e un museo interattivo, capace di trasformarsi attraverso il dialogo e il confronto culturale, un costante scambio di idee e proposte con i suoi fruitori, fra l’istituzione e la città.

Su queste basi storiAmestre si propone di rilanciare assieme ad altri, e invitando la Fondazione di Venezia a parteciparvi, una discussione sul merito del Museo, sollecitando in particolare il Comune a fare una scelta chiara e coerente di politica culturale per la terraferma e Venezia, con un progetto che corrisponda ai reali bisogni di conoscenza e di crescita culturale e civile della città, superando l’attuale frammentazione e disorganicità delle proposte.

storiAmestre intende organizzare al più presto un pubblico incontro con tutte le forze e le istituzioni cittadine che abbiano a cuore la nascita del Museo del Novecento a Mestre.

Claudio Pasqual

Presidente storiAmestre

Mestre, 22 gennaio 2009

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Una questione cruciale: offrire un dito a Maroni. Intervento all’assemblea dei soci 2008

27/07/2008

di Claudio Pasqual

Pubblichiamo l’intervento che Claudio Pasqual ha pronunciato, nella veste di presidente di sAm, all’assemblea ordinaria dei soci che si è svolta a Zelarino il 27 giugno 2008.

Una questione mi pare al giorno d’oggi cruciale e ritengo che sia doveroso e urgente intervenire. Penso che viviamo in tempi di emergenza democratica e sia in atto una crisi di civiltà, ora dirò in che senso. Ci sono le pulsioni autoritarie di un governo che fa strame, per gli interessi del suo capo e del blocco sociale e di potere che egli incarna, del principio democratico della separazione dei poteri, imbrigliando la magistratura e asservendo il parlamento; l’altra faccia è l’onda montante di xenofobia e razzismo che hanno infettato larga parte del paese, che la destra con la collaborazione dei media ha creato, legittimato e continua ad alimentare, e alla quale è un dovere morale e civico di tutti noi, che crediamo in una società basata sulla convivenza e sui diritti, opporre una barriera.

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Con i sinti. Una manifestazione a Mestre, 11 giugno 2008

27/07/2008

di Claudio Pasqual

I primi giorni del giugno 2008, l’avvio, da parte del Comune di Venezia, della costruzione di un nuovo insediamento residenziale attrezzato a Mestre, in via Vallenari, destinato a un gruppo di sinti, abitanti da decenni in quella zona, ha provocato forti polemiche e scontri. StoriAmestre ha preso posizione con un comunicato stampa diramato il 6 giugno; tra le manifestazioni che sono seguite, ecco una cronaca di quella che ha avuto luogo l’11 giugno 2008 in piazza Ferretto. 

Mercoledì 11 giugno 2008, alle 18 in piazza Ferretto comincia la manifestazione di solidarietà con i sinti di via Vallenari e a sostegno della decisione del sindaco Cacciari e della sua giunta di procedere alla costruzione di un nuovo campo per quel gruppo di persone. La realizzazione di un nuovo campo attrezzato di casette prefabbricate e servizi, al posto di quello esistente ora in condizioni indecorose, sull’altro lato della via, ha scatenato l’opposizione di un comitato di cittadini e l’intervento della Lega Nord, che hanno fisicamente impedito l’inizio dei lavori bloccando l’accesso al cantiere. Risibili discorsi sull’integrazione si sono immediatamente rivelati il maldestro travestimento di meno nobili preoccupazioni «proprietarie» – il timore di svalutazioni immobiliari – e del razzismo da cui ampia parte della nostra società sembra ammorbata e che molti concittadini, nelle lettere ai quotidiani per esempio, non si sono minimamente preoccupati di mascherare. 

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Greetings from Mestre

10/02/2008

di Claudio Pasqual

Una nuova serie di cartoline illustrate su Mestre suggerisce di ripensare come è stata rappresentata la città negli ultimi trenta-quarant’anni. Finita la città industriale, la classe dirigente della città formula la sua proposta per la città post-industriale. Mentre si passa da «Saluti» a «Greetings», le immagini della città industriale del Novecento sono sostituite da quelle che vogliono vendere al XXI secolo un “centro” di Mestre raffigurato secondo canoni che si sperano graditi al consumo e al turismo, possibilmente internazionale.

La sera del 19 settembre 2007, in apertura del “talk show” Mestre e l’ornitorinco alla ricerca di una identità, nell’ambito dell’ottava edizione de La Piazza dei Sapori. Mostra alimentare delle regioni italiane, organizzata in piazza Ferretto dalla Confesercenti di Venezia, è stato proiettato I’m from Mestre, un video (regia di Andrea Biscaro, sceneggiatura di Samuele Costantini) prodotto per la stessa Confesercenti da Bmovie. Il finale del video è una lunga processione di mestrini che da soli o in gruppo si succedono a ripetere, con allegra baldanza e con tono d’orgoglio, «I’m from Mestre». Nell’occasione, però, non solo immagini in movimento e tecnologie digitali ma anche un revival per appassionati: nuove cartoline illustrate di Mestre. 

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