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Claudio Pasqual

Un libro per un toponimo e per una città a misura di bambini e bambine. Sulle “Memorie dalla Contea”

16/12/2018

di Maria Giovanna Lazzarin

Il 30 novembre si è tenuta a Zelarino la presentazione del libro di Maria Luisa Torre, Memorie dalla Contea. 1943-44. Pubblichiamo il testo dell’intervento con cui Maria Giovanna Lazzarin ha aperto l’incontro.

1. Memorie dalla Contea parla di una bambina di circa settant’anni fa che a causa della guerra si trasferisce con la famiglia da Mestre in campagna1.

[Leggi di più…] infoUn libro per un toponimo e per una città a misura di bambini e bambine. Sulle “Memorie dalla Contea”
  1. Le Memorie coprono il periodo tra il 1943 e il 1944 in cui Maria Luisa Torre fu sfollata nella zona di Zelarino, dopo aver lasciato l’abitazione di Mestre, in via Manin. Dopo il bombardamento su Mestre del luglio 1944, la famiglia Torre lasciò la Contea trasferendosi a Venezia. [↩]

Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile, Maria Giovanna Lazzarin, Maria Luisa Torre Contrassegnato con: Contea, letture, ricordi

Imprese multinazionali e paesaggi locali. Mestre, estate 2018

07/08/2018

di Claudio Pasqual

Sull’uso e sull’ostentazione di assonanze dialettali, immagini e toponimi – reali o fittizi – tratti dal paesaggio mestrino all’interno di centri commerciali e banche. Una descrizione con alcune considerazioni sulla dimensione “glocale” delle multinazionali del XXI secolo. E anche un altro possibile argomento di discussione per il gruppo di lavoro sulla “città dei centri commerciali”.

A Maria Luciana Granzotto

A Zelarino, nella terraferma del Comune di Venezia, c’è una galleria commerciale Auchan; da qualche tempo si chiama “Porte di Mestre”. Anche ciascuno dei cinque ingressi al mall ha avuto un nome: Porta Marghera, Porta Carpenedo, Porta Mezzacapo, Porta Bazzera, Porta Sirtori. Sono alcuni dei forti del campo trincerato di Mestre, costruito a fine Ottocento per difendere la piazzaforte di Venezia in caso di attacco nemico dal continente: luoghi concepiti per fermare, per bloccare, non per far passare, transitare. Su una parete nell’atrio di Porta Carpenedo campeggia una gigantografia in bianco e nero che riproduce una foto d’inizio Novecento del Canal Salso di Mestre.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: centri commerciali, descrizione, globalizzazione, intervento, marketing territoriale

In città. settembre-novembre 2017

16/01/2018

di Claudio Pasqual

Le ultime note, tra l’estate e l’autunno. Pescare, suonare, ascoltare in città. Il centenario di Porto Marghera al Vega e la ricorrenza della Madonna della Salute in centro. Mestre vecchia e nuova insieme: giardinetti, bancarelle e centri commerciali. Negozi che chiudono e vie che si riprendono. Una banda per il patrono. Turisti in città, sulle tracce di Daniele Manin. Con un commiato da una rubrica che finisce.

8 settembre 2017

Dietro il multisala IMG un pescatore sul Marzenego tiene ad alto volume la musica del suo lettore portatile.

AVM, l’Azienda Veneziana della Mobilità, ha disseminato il centro città di rastrelliere antifurto di un colore rosso squillante. E le ha anche firmate: sono segnalate con un cartello di parcheggio (la “P” in campo azzurro usata anche per le automobili) che espone anche il logo della municipalizzata.

Lo Scarpon, storica osteria mestrina chiusa da tempo per il fallimento dell’ultimo proprietario, adesso è in vendita: sulle serrande abbassate di via Manin è spuntato il cartello di un’agenzia immobiliare.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: camminare, descrizione, Mestre

In città. Marzo-agosto 2017

17/09/2017

di Claudio Pasqual

Note di primavera-estate. Lavaggio strade e consegne con mezzi a pedali in piazza Ferretto. Cassonetti e mostre in centro città. Street art e decori floreali. Rotonde senza sbocco. Il Mestre promosso in Lega Pro. Striscioni e volantini. “Passeggiate di sicurezza” e interventi della polizia locale. Non è vero che la città è insicura.

3 marzo 2017

Da un po’ Veritas, l’azienda della nettezza urbana di Venezia, fa pulire ogni giorno piazza Ferretto con una macchinetta elettrica che va anche sotto i portici. Uno scopino raccoglie le cartacce al centro del marciapiede, poi passa la macchina aspiratrice.

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In città. Dal 7 dicembre 2016 al 24 febbraio 2017

06/04/2017

di Claudio Pasqual

Un altro anno è andato. Natale: più tempo e più occasioni per girare a piedi per Mestre. Un panevín in città. Il museo del Novecento anticipa l’apertura con fiabe e leggende dal Messico. Raffigurazioni di Mestre e della città metropolitana: su foto, cartoline, bar, pubblicità. Parchi e vestiti appesi. Lapidi e monumenti. Cartelli scritti a mano, recinzioni e locandine per la “sicurezza urbana”. I gruppi di “Controllo del vicinato” e il Comune consigliano di “Osservare ascoltare comunicare”. Mestre è una città che cambia?

7 dicembre 2016

In via Carducci, nel palazzo ristrutturato dove aveva sede la vecchia Standa e ora ospita il supermercato Simply, ha aperto un centro fitness che si chiama John Reed: come l’autore de I dieci giorni che sconvolsero il mondo, cioè quelli delle Rivoluzione russa dell’ottobre 1917. Pareti vetrate mostrano ambienti allestiti e arredati con ricercatezza; le palestre sono perfettamente attrezzate e per il piacere dei clienti c’è persino il disk jockey – la ragione sociale per esteso fa John Reed Fitness Music Club. Me l’ha svelato l’infermiera del mio dentista, che ha lo studio proprio di fronte. Mi sono informato: la proprietaria è una società tedesca, la McFit, che gestisce 240 centri fitness in tutto il mondo; però non sono riuscito a scoprire perché porti lo stesso nome del giornalista e rivoluzionario americano.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: camminare, descrizione, Mestre

Tessera di abbonamento al trasporto pubblico, Mestre, anni Sessanta

24/03/2017

di Claudio Pasqual

   

Questa è una mia tessera di abbonamento dell’autobus, di quando l’azienda del trasporto pubblico veneziano si chiamava Acnil (Azienda del Consorzio di Navigazione Interlagunare) e non ancora Actv. La cosa notevole è che era fatta di latta: ogni mese, al rinnovo veniva rilasciata una linguetta di carta con su stampato il mese, che si inseriva nello spazio vuoto sotto la foto. Ovviamente non c’erano obliteratrici, il documento andava esibito agli ispettori quando salivano a controllare.

La tessera l’ha ritrovata mia madre, rovistando nei suoi cassetti. Come una madeleine proustiana, ha evocato il ragazzino di periferia, timido e incerto, che a fine anni Sessanta faceva il suo ingresso nella scuola della buona borghesia mestrina, il ginnasio-liceo Franchetti di corso del Popolo.

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