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Claudio Pasqual

In città. Nei giorni della quarantena. 3

15/04/2020

di Claudio Pasqual

Terzo appuntamento con le note mestrine in tempo di quarantena.

Nei supermercati, scaffali quasi sempre vuoti o molto sguarniti sono quelli della farina e del lievito. L’amuchina è ormai più rara dell’oro e dei diamanti; si trovano qualche volta improbabili succedanei. Va a ruba anche l’alcool. Guanti monouso? Spazzolati. Vedo gente usare quelli di gomma colorata per le pulizie di casa: ingombranti e dalla presa non sicura, ma utilizzabili ad libitum. Adesso all’ingresso dei supermercati te ne forniscono di quelli del reparto frutta e verdura. Mi domando cosà succederà se dovessero diventare obbligatori anche qui in Veneto. Comunque alcuni negozianti già li pretendono. Vietano l’ingresso se non li indossi.

*

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In città. Nei giorni della quarantena. 2

02/04/2020

di Claudio Pasqual

Secondo appuntamento con le cose viste a Mestre (zona centro) nel periodo di quarantena.

In questi giorni di discussioni sulle passeggiate permesse intorno a casa, con i bambini e con i cani, ho notato una crescita esponenziale nel numero di cacche di cane lasciate sui marciapiedi. Restando in tema di deiezioni, nelle mie sgranchite di gambe, sotto i portici e la casetta al centro di piazzetta Coin ho avvertito un forte odore di orina. Umana, questa. Non dimentichiamoci che c’è in giro chi una casa non ce l’ha, e con  i locali pubblici e il bagno del Centro Le Barche chiusi non ci sono molti modi per sgravarsi.

In un punto vendita mestrino di una catena nazionale di prodotti biologici si sono organizzati in maniera “scientifica”. All’ingresso ti accoglie uno del personale in mascherina che ti invita a disinfettare le mani con un prodotto messo a disposizione della clientela. Il liquido è contenuto a un contenitore fissato a mezza altezza a una piantana. Si deve poggiare il piede sul piedistallo (c’è il disegno dell’impronta di una scarpa),  così la piantana, che ha una base ristretta, non cade e basta dunque la pressione di un dito sul pulsante del dispenser per erogare il prodotto. Anche qui alle casse sono state aggiunge delle lastre di plexiglas paragocce in corrispondenza della postazione del cassiere.

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In città. Nei giorni della quarantena

21/03/2020

di Claudio Pasqual

Il nostro amico e socio, nonché presidente in carica di storiAmestre, ci manda alcune note da Mestre, che riprendono il filo della rubrica che ha tenuto sul nostro sito fino al gennaio 2018. Cose viste durante una breve passeggiata di metà marzo, fatta secondo le prescrizioni in vigore in quei giorni.

Passeggiare  il fine settimana (14-15 marzo 2020)

Esco, o meglio usciamo, c’è mia moglie con me. Non sappiamo stare tutto il giorno chiusi in casa, abbiamo bisogno di aria e di muoverci, di camminare. E di guardarci attorno. Non ricordo, nella nostra vita insieme, un giorno o quasi in cui non siamo usciti almeno per un po’, per non farlo bisognava che uno fosse ammalato. Già, la malattia, la pandemia per cui per decreto del governo sono obbligati alla reclusione gli infermi e sani, i primi perché infetti, i secondi per timore che si infettino.

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Piazza Ferretto. Com’era, com’è

30/05/2019

di Claudio Pasqual

Pubblichiamo il testo dell’intervento che Claudio Pasqual ha tenuto a Forte Mezzacapo, nello “spazio storiAmestre”, durante la festa dell’associazione del 25 maggio scorso. Immagini e usi degli spazi di piazza Ferretto sul filo dei ricordi e delle esperienze dell’autore.

Un’avvertenza: quanto segue non si basa se non marginalmente su una ricognizione nelle fonti; c’è poca ricerca documentaria, scritta e iconografica, dietro le mie parole, molto di più un viaggio nella memoria personale. Attualmente, sarà perché divento vecchio, inclino all’autobiografismo; ed è al periodo giovanile che per una pulsione irresistibile si rivolge il mio pensiero. Considerato il tempo trascorso, e per il naturale decadimento della memoria che si accompagna all’età non più verde, non ci si aspetti una trattazione sistematica: riguardo al passato procedo per singoli fotogrammi, per frammenti, sparsi e sconnessi ricordi personali della mia gioventù. 

Com’era piazza Ferretto quando nei primi anni Settanta il sottoscritto, adolescente nato e cresciuto in periferia, sbarcato in centro con il liceo, ne fa la scoperta? Direi parecchio diversa da quella di oggi. 

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Un libro per un toponimo e per una città a misura di bambini e bambine. Sulle “Memorie dalla Contea”

16/12/2018

di Maria Giovanna Lazzarin

Il 30 novembre si è tenuta a Zelarino la presentazione del libro di Maria Luisa Torre, Memorie dalla Contea. 1943-44. Pubblichiamo il testo dell’intervento con cui Maria Giovanna Lazzarin ha aperto l’incontro.

1. Memorie dalla Contea parla di una bambina di circa settant’anni fa che a causa della guerra si trasferisce con la famiglia da Mestre in campagna1.

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  1. Le Memorie coprono il periodo tra il 1943 e il 1944 in cui Maria Luisa Torre fu sfollata nella zona di Zelarino, dopo aver lasciato l’abitazione di Mestre, in via Manin. Dopo il bombardamento su Mestre del luglio 1944, la famiglia Torre lasciò la Contea trasferendosi a Venezia. [↩]

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Imprese multinazionali e paesaggi locali. Mestre, estate 2018

07/08/2018

di Claudio Pasqual

Sull’uso e sull’ostentazione di assonanze dialettali, immagini e toponimi – reali o fittizi – tratti dal paesaggio mestrino all’interno di centri commerciali e banche. Una descrizione con alcune considerazioni sulla dimensione “glocale” delle multinazionali del XXI secolo. E anche un altro possibile argomento di discussione per il gruppo di lavoro sulla “città dei centri commerciali”.

A Maria Luciana Granzotto

A Zelarino, nella terraferma del Comune di Venezia, c’è una galleria commerciale Auchan; da qualche tempo si chiama “Porte di Mestre”. Anche ciascuno dei cinque ingressi al mall ha avuto un nome: Porta Marghera, Porta Carpenedo, Porta Mezzacapo, Porta Bazzera, Porta Sirtori. Sono alcuni dei forti del campo trincerato di Mestre, costruito a fine Ottocento per difendere la piazzaforte di Venezia in caso di attacco nemico dal continente: luoghi concepiti per fermare, per bloccare, non per far passare, transitare. Su una parete nell’atrio di Porta Carpenedo campeggia una gigantografia in bianco e nero che riproduce una foto d’inizio Novecento del Canal Salso di Mestre.

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