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Claudio Pasqual

Note mestrine

07/07/2022

Cose viste, interventi, ricerche

di Claudio Pasqual

Uscita: maggio 2022, 205 pp., ill., 14 euro

Il diciottesimo Quaderno di storiAmestre raccoglie una ventina di pezzi di Claudio Pasqual, scritti tra il 2004 e il 2021, che hanno per oggetto Mestre. Quasi tutti sono già stati pubblicati su storiamestre.it (uno è inedito), ma per l’occasione tutti sono stati rivisti e arricchiti da molte illustrazioni. Tre le sezioni: In città; Interventi; Ricerche. Scrive Claudio Pasqual:

La città in cui sono nato e vivo da sempre è stata, fin dalla tesi di laurea, costantemente al centro della mia attenzione. L’ho studiata da una prospettiva storiografica, con un interesse particolare per la sua genesi urbana antecedente all’avvento della grande industria di Porto Marghera e all’aggregazione amministrativa della terraferma a Venezia. Altro argomento di ricerca sono state le rappresentazioni collettive di Mestre, per esempio attraverso le cartoline illustrate, o facendo ricorso a impressioni e memorie personali. “Andare a vedere!” è un motto di storiAmestre: un invito che mi ha portato a scrivere resoconti della vita pubblica cittadina dei quali sono stato osservatore o partecipe in prima persona. 

Nelle pagine di storiAmestre che completano il Quaderno si torna sulla rubrica Oggetti ospitata da storiamestre.it, riproponendo su carta le caffettiere offerte da Walter Cocco.

Archiviato in:Claudio Pasqual, Quaderni Contrassegnato con: oggetti, Walter Cocco

Dare il nome alle vie. La nuova toponomastica nel Comune di Venezia (2015-2020)

16/04/2022

di Claudio Pasqual

Il nostro amico e socio Claudio Pasqual passa in rassegna le ventitré nuove intitolazioni di vie, piazze, rotonde, ponti, spazi pubblici deliberate dal Comune di Venezia tra il 2015 e il 2020, periodo che coincide con il primo mandato del sindaco Luigi Brugnaro. Uomini e donne, memorie extralocali e locali, esponenti della politica e del volontariato, dello sport e della vita religiosa, imprenditori e vittime. Con una riflessione sulle possibili motivazioni della giunta e una nota sull’intitolazione di una rotonda a Norma Cossetto.

…toponomastica, una nobile tradizione, e spiace 
vederla ridotta a strumento di propaganda faziosa…

(Alberto Cavaglion, Decontaminare le memorie, Add, Torino 2021, p. 124)

A Luisa e Mario

1. Il geografo Giuseppe Muti, intervistato una volta sull’argomento, ha risposto che “denominare una strada è un’espressione di potere, che perpetua nel paesaggio urbano la memoria di personaggi, date ed eventi giudicati (da chi?) meritevoli di onorificenza pubblica, e produce luoghi della memoria controllando l’infrastruttura simbolica della società”. Diversamente che in passato, nella nostra epoca i nomi delle vie pertengono integralmente alla memoria culturale, comunicano valori, sono veicolo di ideologie – e per questo la loro scelta è spesso fonte di controversie –, sono uno dei modi in cui una comunità – o, più propriamente, la parte che vi esercita il potere – immagina e rappresenta sé stessa. Per questo il peso dell’odonomastica, termine con cui si indica la denominazione di vie e altre aree di circolazione e spazi pubblici (dal greco odòs, strada), non va sottostimato.

L’ambito amministrativo-istituzionale che ho preso in considerazione è il Comune di Venezia, la mia città; le intitolazioni stradali prese in esame sono quelle deliberate dal 2015 al 2020 dalla prima giunta guidata dal sindaco Luigi Brugnaro, a capo di una lista civica – la “lista fucsia” – in coalizione con Forza Italia, la Lega e, dal gennaio 2019, Fratelli d’Italia (nel 2020 Brugnaro ha rivinto le elezioni, sempre con i medesimi partiti, ma non mi occuperò qui delle intitolazioni della seconda giunta del sindaco imprenditore). 

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: Giorno della memoria, Mestre, Norma Cossetto, odonomastica, toponomastica, Venezia

“Mestre ha un buco nero”. Immagini da un presidio

17/12/2021

a cura di redazione di storiamestre.it, foto di Claudio Pasqual

Sabato 12 dicembre 2021 si è svolta a Mestre una manifestazione promossa dal Comitato ex Umberto I Bene Comune, a cui hanno aderito cittadine, cittadini e associazioni, tra cui storiAmestre. Dopo una prima sosta in via Circonvallazione, il presidio si è spostato all’entrata del vecchio ospedale, davanti al padiglione Cecchini, per concludersi dentro l’attuale parcheggio, in riva al Marzenego. Toccando questi luoghi – definiti il “buco nero” della città – la manifestazione ha voluto protestare per l’abbandono in cui versa l’area, e avanzare richieste per un intervento comunale sui padiglioni storici, che restano pubblici anche dopo la vendita dell’area al gruppo di supermercati Alì, e per la “restituzione del verde pubblico” ai cittadini.

Documentiamo la mattinata con alcune foto scattate dal nostro amico e socio Claudio Pasqual.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile, redazione sito sAm Contrassegnato con: manifestazione, Mestre, ospedale

Monumenti ai “caduti” con fotografie. Dese, Trivignano, Bissuola

24/05/2021

di Claudio Pasqual

Il nostro amico e socio Claudio Pasqual ha osservato tre monumenti “ai caduti nelle guerre del Novecento” che presentano una particolarità: hanno incastonate le foto dei volti dei morti. Spunti per una riflessione su memoria individuale e collettiva, privata e pubblica, locale e nazionale, rapporti tra Stato e Chiesa, Stato e cittadini (e un’idea di cittadinanza maschile centrata sul servizio militare e la disponibilità al sacrificio in guerra), spazi e monumenti pubblici, trasformazioni nella loro percezione e nel loro uso. Le foto sono dell’autore.

Tre monumenti ai caduti nelle guerre del Novecento fra i tanti sparsi nella terraferma veneziana si distinguono per un elemento che negli altri manca: recano affisse le fotografie dei soldati morti. È stato proprio questo dettaglio che ha catturato la mia attenzione ed è all’origine del presente scritto. 

I monumenti si trovano a Dese, Trivignano e Bissuola. Ho scritto “guerre del Novecento” perché nell’insieme essi celebrano tutti i conflitti armati dell’Italia nel XX secolo. I primi due appartengono alla disseminazione di monumenti commemorativi verificatasi in tutto il Paese all’indomani della Grande guerra, ma a Dese è stato aggiunto un tributo ai caduti durante il secondo conflitto mondiale, mentre a Trivignano si ricorda anche uno scomparso nella guerra di Libia del 1911-12; il terzo, quello alla Bissuola, è dedicato al 1940-45.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: Bissuola, commemorazioni, descrizione, Dese, guerra, guerre del Novecento, memoria, Mestre, Trivignano

In città. Nei giorni della quarantena. 5

21/05/2020

di Claudio Pasqual

Quinto appuntamento con le cose viste in città, mentre si stava passando dalla fase 1 alla fase 2 (o, a seconda dei luoghi e dei punti di vista, mentre in Veneto si passava alla 1.1 in attesa della “vera” 2, o forse 2.1) delle misure di contenimento dell’epidemia. 

Oggi è lunedì 27 aprile, la fase due si avvicina. Noto più auto del solito nel parcheggio dell’ex Umberto I, e più gente in giro per strada.

*

Dialoghi tra cielo e terra. Dopo tanti arcobaleni di carta appesi su portoni, balconi e terrazzi, per dirci che “andrà tutto bene”, un arcobaleno vero, spuntato dopo un breve acquazzone il pomeriggio del 29 aprile. Mai visto così bello, nitido, luminoso, e durare così a lungo. Sceso in strada, l’ho fotografato e ho visto anche altri farlo. Più tardi in whatsapp qualcuno mi ha inoltrato una serie di bellissimi scatti del cielo sopra Venezia. Da un ragazzo, mi è capitato di sentire per via, detto a un amico, un discorso del tipo: “ti sembrerà strano, ma non riesco a staccare gli occhi da una simile meraviglia!”.

 

 

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“È una fabbrica”. Ventidue anni di lavoro nell’area del Petrolchimico di Porto Marghera 3V CPM, oggi 3V Sigma 

19/05/2020

Da due interviste a un musicista operaio

Pubblichiamo brani tratti da due interviste realizzate, nel 2008, da Maria Luciana Granzotto e Claudio Pasqual a un musicista operaio che ha lavorato dal 1991 al 2013 nell’area del Petrolchimico di Marghera, alla 3V CPM, che oggi porta il nome 3V Sigma. È la fabbrica andata a fuoco il 15 maggio 2020. Con un pensiero ai dati sull’inquinamento dell’aria, sul terreno e in laguna, il nostro sostegno ai lavoratori che da anni sono mobilitati per la sicurezza in fabbrica, e la nostra solidarietà ai due operai feriti nell’esplosione.

Ci sono andato apposta in fabbrica, non per necessità

Da ragazzino sentivo parlare i fratelli più grandi degli operai, che bisogna aiutarli, essere solidali. Sono entrato in fabbrica a una età avanzata, avevo 29 anni, e avevo un’idea…, poi essendo un musicista… All’epoca mi ricordo c’era un grande cantante napoletano che lavorava a Pomigliano d’Arco e il fatto che questo cantante famoso, almeno a me sembrava famoso anche se magari non lo era, fosse anche un operaio era qualcosa di eroico per me. Era Carlo D’Angiò. Era un’idea quasi romantica del mestiere, ci sono andato apposta in fabbrica, non per necessità. Per una questione estetica, mi sembrava bello, non avevo un diploma tecnico, purtroppo, ho un diploma di liceo artistico. Avevo una visione romantica anche perché negli anni ’70… la classe operaia esisteva, non era un mito.

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