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La città invisibile

Il riferimento a Italo Calvino è evidente, ma il titolo di questa sezione del sito è un’archeologia di storiAmestre: riprende quello del primo convegno organizzato dall’associazione nel 1988. L'associazione, allora ai suoi primi passi, proponeva di riflettere sia sulla storia di Mestre e di quel più ampio territorio il cui sviluppo nel Novecento è stato determinato dalla presenza del grande polo industriale di Porto Marghera, sia sulle storie e sulla memoria dei suoi abitanti.

Da allora, “città invisibile” riassume lo spirito dell’associazione, che si può trovare descritto anche nell’articolo 2 del suo statuto. Dal 2006, il sito ne dà un’interpretazione ampia, allargando i confini della città invisibile e cercando legami tra chi abita in molte città invisibili.

“Un’ora di storia in più ci salverà!?”. Manuali, insegnamento e studio della storia a scuola

22/11/2020

di Filippo Benfante

Pubblichiamo il testo dell’intervento con cui il nostro socio e amico Filippo Benfante ha aperto una discussione che si è tenuta per strada, a Firenze, sabato 14 novembre 2020, intorno ai manuali di storia per la scuola superiore e l’insegnamento della storia a scuola. L’occasione era quella del presidio permanente organizzato da Priorità alla Scuola dal 10 al 14 novembre, nel centro cittadino: in un’area pedonale tra la sede del liceo Galileo (chiuso agli studenti e alle studentesse, costretti a seguire tutte le lezioni a distanza dal 2 novembre, e già da fine ottobre il 75% delle lezioni erano a distanza) e la sede del Consiglio regionale della Toscana.

1. Il titolo che ho scelto per questa chiacchierata in piazza deriva dalle perplessità che mi ha suscitato quell’“appello per la storia” che ha avuto il suo momento di celebrità nella primavera del 2019. Lanciato da eminenti personalità animate da ottime intenzioni, rilanciato dal quotidiano “Repubblica” e dal suo sito, cominciava proclamando la “storia bene comune”, proseguiva invocando la difesa della ricerca storica di fronte alla deriva dei tempi moderni (dai revisionismi beceri alle bufale storiografiche, dall’indifferenza al razzismo), cercando anche di ristabilire il ruolo sociale di chi fa ricerca storica; concludeva infine con tre richieste sulla scuola e sull’università: il ripristino della traccia di storia all’esame di maturità, che le ultime indicazioni ministeriali abolivano; l’incremento delle ore di storia a scuola; l’aumento di posti di ricercatore all’università. L’appello, e l’enorme numero di firme che ha raccolto, mi hanno dato la sensazione che a uno scopo così ambizioso, e di per sé anche condivisibile, non corrisponda una concreta conoscenza di come funziona la scuola né, soprattutto, l’insegnamento della storia a scuola. Mi sembravano e mi sembrano tuttora indicazioni poco operative e, cosa più fastidiosa, scentrate rispetto alle premesse: di fronte ai mali del mondo, un tema e un’ora di storia in più a scuola? E cosa vorrà dire mai, concretamente, un’ora in più di storia?

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Il milione, ovvero uno da Camisan alla scoperta della città metropolitana. 15

12/11/2020

di Carlo Cappellari

Le escursioni alla scoperta della città metropolitana del nostro amico e socio Carlo Cappellari si incrociano questa volta con una nuova pratica di ricerca: i grandi progetti europei, gestiti da università o altre istituzioni, fanno appello ai cittadini e alle cittadine già impegnati in gruppi e associazioni, perché diventino rilevatori di dati e notizie sul campo per ricerche che prevedono la supervisione di progettisti, formatori, scienziati o altri studiosi. La trasformazione da attivisti a “citizen scientists” diventerà un argomento di discussione all’interno delle associazioni?

La dura vita del cittadino scienziato ai tempi del covid

Carissima Compagnia Gongolante,

il 3 dicembre 2019 si è svolto a Noale un incontro per presentare il progetto MICS (acronimo di Measuring Impact of Citizen Science), finanziato dall’Unione Europea e organizzato dall’Autorità di Bacino del Distretto idrografico delle Alpi Orientali. L’iniziativa si presentava come un “Percorso partecipato per il Fiume Marzenego – MICS” con sottotitolo “Co-designing delle attività di Citizen Science nel fiume Marzenego”.

Il gruppo di storiAmestre che negli anni scorsi ha lavorato sul Marzenego vi ha partecipato, così come molte altre associazioni che hanno collaborato dal Contratto di fiume.

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La prima ghinea. Dall’assemblea pubblica per la scuola (Firenze, 7 novembre 2020)

08/11/2020

di Filippo Benfante

Pubblichiamo l’intervento con cui il nostro socio e amico Filippo Benfante ha aperto l’assemblea pubblica convocata da Priorità alla Scuola Toscana il pomeriggio del 7 novembre in piazza Santa Croce, a Firenze. Prosegue da maggio la mobilitazione del comitato di genitori, insegnanti, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici del mondo della scuola, per ribadire che le scuole devono restare aperte.

Aprendo l’assemblea, in questa piazza, ho una sensazione di già visto, lo scorso giugno: tutto aperto intorno a noi, tranne scuole, biblioteche, archivi. Dietro l’angolo c’è la sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, chiusa da venerdì. Poiché faccio compromessi quotidiani con la vita e il bilancio, e in nome dello sconto cedo i miei dati personali, in questi giorni ho avuto la casella di posta elettronica piena di mail da negozi che mi avvisano: “noi siamo aperti, vieni, anche di domenica”. 

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Con quaderno e macchina fotografica nel cimitero di Mestre. Pagine da una tesi di laurea “a chilometro zero” (2017)

08/11/2020

di Giovanna Bison

Giovanna Bison ci offre alcune pagine e alcune foto tratte dalla sua tesi di laurea, che ha discusso nel 2017, dedicata al cimitero di Mestre. 

1. Qualche anno fa ho discusso una tesi di laurea in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica. Spesso, chi studia antropologia, studia i popoli, persone tendenzialmente vive. E va lontano, via dalla propria città, via dalla propria nazione. Io invece non mi sono allontanata nemmeno dal mio quartiere: vivo a Carpenedo da otto anni, a dieci minuti dal Cimitero di Mestre, argomento della mia ricerca. Una tesi a chilometro zero.

Nel mio lavoro ho portato anche la mia passione per la fotografia e per luoghi che definisco “di confine” o – sulla scia di Gilles Clément – del “terzo paesaggio”, luoghi abbandonati dove nulla sembra accadere, mentre è potuto accadere in passato e potenzialmente tornerà ad accadere in futuro.

Quanto stiamo vivendo nel 2020 mi ha per forza di cose portato spesso a ripensare alla ricerca che avevo fatto. Con il pretesto della commemorazione dei morti, sono andata a ripescare tra le pagine e le immagini della mia tesi. 

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Con un cannocchiale in piazza San Marco. Escursione di un curioso di cose veneziane

04/11/2020

di Francesco Zane, a cura di Giannarosa Vivian

Pubblichiamo un testo inedito del nostro amico Francesco Zane, che ci ha lasciati un mese fa. Il giorno dell’equinozio di primavera del 2019, due “curiosi di cose veneziane” si incontrano a San Marco sotto il campanile e osservano le ombre e gli orologi della piazza. Appunti e progetti per una ricerca incompiuta.

Giovedì 20 marzo 2019, non ci sono i piccoli a casa mia, è una bella giornata di sole (è essenziale) e decido di andare a San Marco: voglio osservare la meridiana di Sant’Alipio e dove cade l’ombra del campanile di San Marco. Non è un giorno qualsiasi: per gli astronomi contemporanei stasera alle 22,58 ci sarà l’equinozio di primavera 2019. Per gli antichi veneziani, che contavano i giorni dal tramonto del sole, sarebbe stato già il 21 di marzo… in regola con la data scolastica di inizio primavera.

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Dal nostro inviato speciale a Porto Marghera. Per il centenario di Gianni Rodari

23/10/2020

di Gianni Rodari

Ricordiamo Gianni Rodari nel centenario della sua nascita (Omegna, 23 ottobre 1920) ripubblicando la cronaca che scrisse, come inviato speciale dell’Unità, all’indomani della sparatoria della polizia sugli operai della Breda, nel marzo 1950.  

(Dal nostro inviato speciale) Venezia, 15 [marzo]. – Sul cancello del Cantiere Breda – una pesante lastra di lamiera grigia – e sui muri rotti della portineria, gli operai hanno contornato con un piccolo cerchio di gesso i segni lasciati dai proiettili della polizia. Vi sono scrostature in alto, sopra la porta riservata all’ingresso delle maestranze maschili (gli impiegati e le donne entrano da altre porte); e c’è una fitta gragnuola di tracce in basso, ad altezza d’uomo: all’altezza del capo di Virgilio Scala, dell’addome di Nerone Piccolo, della gamba di Vittorio Motta, i tre operai che sono stati raggiunti dai colpi di arma da fuoco. Altri tre sono stati colpiti coi calci dei fucili e solo le radiografie potranno rivelare le eventuali lesioni interne o fugarne il timore.

Celerini e carabinieri hanno sparato in basso le loro raffiche micidiali. A Venezia come a Modena, come a Melissa, la polizia ha mirato all’uomo, ha sparato per uccidere. Sino a questo momento sembra che non ci sia riuscita: i due feriti gravi, Scala e Piccolo, pur permanendo in condizioni difficilissime, hanno passato una notte abbastanza calma.

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