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Centro documentazione città contemporanea

Centinaia di volantini e documenti politici e sindacali degli anni Sessanta e Settanta – di quelli riprodotti con il ciclostile –, e poi opuscoli e  bollettini a stampa, numeri unici e raccolte di periodici e quotidiani, un fondo di libri: questo il lascito a storiAmestre del nostro amico e socio Maurizio Antonello, prematuramente scomparso nel 2003. Su questa base, per valorizzare questo patrimonio, è nato il Centro di documentazione sulla città contemporanea.

Sin dall’inizio ha ricevuto il sostegno della Municipalità di Chirignago Zelarino, che ha messo a disposizione l’attuale sede (via Tiepolo 19). Il Centro di documentazione vuole contribuire alla conoscenza della realtà sociale, economica e culturale di Mestre e della città metropolitana. Continua a raccogliere nuovi materiali; promuove ricerche e discussioni pubbliche (come quella sulle acque nella terraferma mestrina); ha una attività editoriale autonoma, attraverso due collane di monografie: “Obiettivo Novecento” e “Biografie metropolitane”.

Una voce dal sottosuolo. Rio Cimetto parla

29/05/2013

di Maria Giovanna Lazzarin

Pubblichiamo il discorso tenuto da Maria Giovanna Lazzarin il 25 maggio 2013, a Forte Mezzacapo, in occasione della festa per i 25 anni di storiAmestre.

Se per caso in questi giorni vi trovate a passare lungo la via Rio Cimetto alla Gazzera, potreste incontrare una signora sulla settantina, minuta, coi capelli arruffati e gli occhi che brillano posta accando a una siepe che delimita la piazza Santa Barbara, come se stesse facendo la guardia.

A cosa fa la guardia? 

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Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Centro documentazione città contemporanea, La città invisibile, Marcello Meneghin, Maria Giovanna Lazzarin, Quaderni Contrassegnato con: Chirignago, festa sAm, intervento, Marzenego, Mestre

Andare per figurine sul rio Cimetto

29/05/2013

di Claudio Pasqual

Pubblichiamo il discorso tenuto da Claudio Pasqual il 25 maggio 2013 a Forte Mezzacapo, in occasione della festa per i 25 anni di storiAmestre.

C’era una volta il rio Cimetto che, da Chirignago, parallelo alla Miranese, passava per Santa Barbara – così chiamavamo allora, dal nome della parrocchia,  il posto in periferia di Mestre dove vivevamo –, attraversava i Sabbioni accosto alla ferrovia e si buttava nel Marzenego dietro la piscina di via Olimpia. Adesso a Santa Barbara il rio non c’è più perché da un pezzo l’hanno intubato. Il Cimetto era un corso d’acqua modestissimo, tre-quattro metri di larghezza, arginato, con sponde  erbose. Mi ricordo che in fondo alla via Friuli, davanti alla chiesa, c’era un ponticello di legno per attraversarlo.

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Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Centro documentazione città contemporanea, Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: camminare, Chirignago, festa sAm, intervento, Mestre, ricordi

Per una geografia dal vivo. 6 aprile 2013

28/03/2013

di sAm

Nell'ambito delle iniziative della serie "Acque alte a Mestre e dintorni", il Centro di documentazione sulla città contemporanea e storiAmestre propongono per sabato 6 aprile 2013 una passeggiata lungo l'idrovia Padova-Venezia. A fare da guida sarà l'architetto Antonio Draghi, portavoce del Cat (Comitati Ambiente Territorio Riviera del Brenta e Miranese). Il percorso si sviluppa in zona Vigonovo, la durata prevista dell'escursione è di due ore: dalle 10,15 alle 12,15. La partenza è prevista alle 10,15 presso il parcheggio della villa Reale di Stra.

Si prega di dare adesione inviando una mail a Giovanna Lazzarin: giovanna_lazzarin[at]yahoo.it

In caso di maltempo, l'uscita sarà rinviata a data da destinarsi.


Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Agenda, Centro documentazione città contemporanea

13. Acque alte a Mestre e dintorni

09/03/2013

Storie, luoghi, persone (2006-2011)

a cura di M. Luciana Granzotto e M. Giovanna Lazzarin

con contributi di: Giuseppe Baldo, Piero Brunello, Luigi D'Alpaos, Lorenzo Del Rizzo, Andrea Ferialdi, Claudio Pasqual, Alessandro Pattaro, Luca Pes, Pino Sartori, Francesco Vallerani, Giannarosa Vivian, Michele Zanetti, Claudio Zanlorenzi e numerose testimonianze raccolte dalle curatrici.

Uscita: marzo 2013, 184 pagine, 14 euro

Le alluvioni di terraferma che fin dall’Ottocento coinvolgevano ampie zone della terraferma veneziana sono un fenomeno conosciuto. Ma dal settembre 2006 e 2007 si sono verificati così estesi allagamenti e danni tanto ingenti ai quartieri urbani e alla zona industriale, da mobilitare persone e istituzioni. Dal 2008 storiAmestre ha cominciato a riflettere su ciò che era accaduto in quei giorni ai quartieri della terraferma veneziana e ai comuni di cintura investiti, con tempi e intensità diverse, dalla stessa emergenza. C’era inizialmente la curiosità di capire come un evento straordinario fosse riuscito ad attivare l’energia delle persone, in un momento storico in cui sembra esserci una forte disaffezione verso la cosa pubblica.

Tante erano le domande: Quali ne sono le cause? Quali forme di sapere del territorio vengono messe in gioco? Come agiscono le persone di fronte a un evento straordinario? Quale ruolo svolgono le istituzioni? Quale sviluppo si può pensare per un futuro sostenibile del territorio e delle sue acque?

Le risposte sono raccolte nei sei capitoli del libro, opera di studiosi di diversa esperienza: geografi come Francesco Vallerani, geologi come Aldino Bondesan, ambientalisti come Michele Zanetti, storici come Piero Brunello e Luca Pes, ingegneri idraulici come Luigi D’Alpaos, oltre a tecnici dei Consorzi di bonifica e agli esponenti dei diversi Comitati. Le curatrici hanno poi raccolto notizie ed esperienze di altre venticinque persone che in questi anni sono state alle prese con le conseguenze di alluvioni.

Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Alessandro Pattaro, Andrea Ferialdi, Centro documentazione città contemporanea, Claudio Zanlorenzi, Francesco Vallerani, Giannarosa Vivian, Giuseppe Baldo, Lorenzo Del Rizzo, Luca Pes, Luigi D'Alpaos, Maria Giovanna Lazzarin, Maria Luciana Granzotto, Michele Zanetti, Piero Brunello, Pino Sartori, Quaderni Contrassegnato con: alluvione, intervento, intervista, ricordi, storiografia

Brandelli d’Italia. A proposito del Piano di assetto del territorio del Comune di Venezia

05/01/2012

Interventi del gruppo di ricerca “Acque alte a Mestre e dintorni” e di Pino Sartori

Sotto un titolo preso in prestito da Antonio Cederna, pubblichiamo una rielaborazione dell’intervento che Pino Sartori, membro delle associazioni la Salsola e Terra Antica, ha tenuto nell’ambito dei seminari “Acque alte a Mestre e dintorni” il 14 dicembre 2010. L’intervento è preceduto da un’introduzione dei curatori del seminario, che spiega a che punto è arrivato il Piano di assetto del territorio (Pat) del Comune di Venezia. In fondo, un post-scriptum illustra gli ultimi sviluppi della situazione.

Introduzione, di Laboratorio “Acque alte…”

Il tema del seminario Evitare futuri allagamenti (ciclo “Acque alte a Mestre e dintorni”, 14 dicembre 2010) era quello dei rischi idraulici legati ai nuovi progetti di edificazione presenti nella proposta di Piano di assetto del territorio (Pat), cioè quel nuovo piano regolatore che tutti i Comuni del Veneto devono darsi in base a una legge regionale del 2004.

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Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Centro documentazione città contemporanea, La città invisibile, Pino Sartori Contrassegnato con: intervento, Pat

I bambini in casa, gli uomini fuori. Il 4 novembre 1966 a Mestre

07/12/2011

di Lucia Gianolla

Proseguiamo la pubblicazione di testimonianze sul 4 novembre 1966. Al suo breve ricordo, Lucia Gianolla allega tre foto scattate nei giorni dell’alluvione al bar da Mansueto, che ora non esiste più; le foto provengono dalla collezione di Antonio Bertato.

Cari amici di storiAmestre,

non ho molti ricordi del 1966, perché ero piccola. Avevo dieci anni e nel caseggiato di quattro appartamenti, dove abitavo e abito ancora, eravamo in sette bambini dai sei ai dodici anni, cinque femmine e due maschi. (Tra l’altro, oggi non ce n’è neanche uno.) C’erano anche altri fratelli, ma non più in età da giocare. Nello spazio che serviva da portabiciclette per tutto il condominio, avevamo creato una sala giochi come si direbbe oggi. Noi lo chiamavamo il nostro “salottino”. Quel mattino ci siamo svegliati ma non siamo andati a scuola perché le strade non erano praticabili e l’acqua ci sarebbe entrata dagli stivali. Dalla parte della corte era tutto allagato. Dalla parte del garage si poteva uscire, ma via Vespucci, che costeggia l’Osellino, era allagata e l’acqua continuava a crescere. Solo gli adulti potevano recarsi fino là a vedere: a noi non era permesso perché troppo pericoloso. I genitori, più che altro i papà, tornavano a casa sconsolati e dicevano che non restava altro che pregare.

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Archiviato in:Centro documentazione città contemporanea, La città invisibile, Lucia Gianolla Contrassegnato con: 4 novembre 1966, alluvione, ricordi

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