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Attilio Frescura

Dal “Diario di un imboscato” di Attilio Frescura

06/09/2014

di Davide Zotto 

Riceviamo e pubblichiamo una nuova lettura sulla prima guerra mondiale del nostro amico Davide Zotto.

Il revival del centenario della prima guerra mondiale mi ha dato finalmente lo spunto per comprare e leggere un libro che avevo visto citato in varie occasioni e che mi aveva colpito per il titolo particolare. È un famoso libro di memorie della grande guerra: il Diario di un imboscato di Attilio Frescura (1881-1943). Durante la guerra Frescura fu tenente ufficiale di comando, un ruolo che gli permise di trascorrere il periodo bellico nelle seconde linee. Non visse sulla propria pelle la trincea, ma vide – e nel diario raccontò – i feriti che tornavano dalla trincea e dagli “osservatòri” poté esaminare gli effetti devastanti del fuoco di interdizione. Un giorno un generale, saputo del suo incarico presso il comando, lo definì un “imboscato”, da cui il titolo del diario. Nella prefazione alla prima edizione, uscita nel 1919, stampata dalla tipografia Galla di Vicenza, Frescura sottolinea come «Il combattente abbia sempre qualcuno che è “imboscato” rispetto a sé». E per mantenere questa posizione di privilegio un “imboscato” deve eseguire le direttive superiori: il giudice deve comminare la fucilazione e il censore non può esimersi dal denunciare.

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Archiviato in:Attilio Frescura, Davide Zotto, Letture Contrassegnato con: prima guerra mondiale

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