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Antonella Turra

Scatola di latta (primi anni Trenta)

16/10/2012

di Antonella Turra

   

 

È una scatola di latta che ho sempre visto nell’armadio di mia mamma e che apparteneva alla mia nonna materna; si è salvata, insieme al suo contenuto, da diversi traslochi, durante e dopo la seconda guerra mondiale (la casa dei miei nonni era stata bombardata). Adesso, continuando la tradizione di famiglia, la tengo nel mio armadio.

È di colore verde scuro sul quale spiccano dei rami di rose selvatiche di un rosso stinto e reca nel mezzo una scritta in oro “Cachet Rosa” con sotto la dicitura “Infallibile”. Da una scritta in alto si scopre che conteneva rimedi per “Mali di testa, di denti, reumi, nevralgie”.

La cosa più affascinante, per me quand’ero piccola, era il contenuto: un paio di guanti lunghi di pelle bianca, un po’ consunti, quelli che nelle foto d’epoca portavano le donne del primo Novecento; due piume nere, penso di struzzo, che non so proprio a cosa servissero; un fermaglio di metallo, forse per cintura, in puro stile liberty e una borsettina di stoffa nera su cui sono applicate, a mo’ di ricamo, piccole sfere di metallo che creano un motivo ornamentale.

Con quegli oggetti potevo interpretare i personaggi delle favole che tanto amavo farmi raccontare; regista di tutto questo era un a vecchia zia che viveva con noi e mi aiutava a creare estrosi travestimenti.

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