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Alessandro Casellato

“Che diranno i miei figli…”. Una lettura, con una nota preliminare

26/11/2018

di Alessandro Casellato

Riceviamo e pubblichiamo il testo della relazione che il nostro amico Alessandro Casellato ha tenuto il 15 ottobre 2018, a Venezia, in occasione della presentazione del libro di Claudio De Mohr e Ugo De Mohr, Odissea di un diplomatico. Con una nota che spiega l’origine del testo e richiama le “buone pratiche di storia orale”.

Nota. Il 15 ottobre 2018 ho presentato a Venezia, alla Scoletta dei Calegheri il libro Claudio De Mohr, Ugo De Mohr, Odissea di un diplomatico. … che diranno i miei figli…, Gangemi Editore, Roma, 2017 (576 p.). Si tratta di un grosso volume che contiene un doppio diario, di un padre e di un figlio, entrambi diplomatici. Il primo è una memoria scritta dall’addetto stampa e propaganda presso l’ambasciata della RSI a Sofia, deportato dai russi e tenuto in prigione a Mosca fino al 1950; vi si intreccia il racconto del figlio, rappresentante italiano presso la NATO e altrove, che fa un po’ il curatore del testo paterno, un po’ lo storico ricostruendo i contesti ed esprimendo giudizi.

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Archiviato in:Alessandro Casellato, La città invisibile, Letture Contrassegnato con: diari, seconda guerra mondiale, storia e memoria, storiografia

Il 25 aprile 1945 alle Maleviste. Una storia e una ricerca

07/05/2017

di Camillo Pavan e Alessandro Casellato

Ritorniamo sul 25 aprile. Il nostro amico Alessandro Casellato ci propone alcune pagine del libro recente di Camillo Pavan, Maleviste 25 aprile 1945 (Istresco 2016), che ricostruisce un episodio tragico avvenuto nel trevigiano a pochi giorni dall’insurrezione (a Treviso il 28 aprile) e dalla Liberazione: quattro uomini e un ragazzo catturati e uccisi nel corso di un’azione antipartigiana dalla Brigata Nera “Cavallin” di Treviso. Segue il testo dell’intervento di Casellato alla presentazione del libro che si è tenuta a Preganziol il 27 aprile, con osservazioni sulla storia orale e un elogio del metodo di ricerca seguito da Pavan.

1. Alle Maleviste, di Camillo Pavan

Il teatro dell’azione

L’ultima azione antipartigiana della XX Brigata Nera “Cavallin” di Treviso avviene nella pianura a sud del capoluogo, fra San Vitale di Canizzano, Sambughè di Preganziol e Zero Branco.

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Archiviato in:Alessandro Casellato, Camillo Pavan, La città invisibile Contrassegnato con: 25 aprile, antifascismo, pagine scelte, Resistenza, storia orale, storiografia

“Perché Valussi mi sembra illuminante”. Una lettera a storiAmestre

29/01/2017

di Alessandro Casellato

Pubblichiamo la lettera che ci ha mandato Alessandro Casellato, docente di storia dell’università Ca’ Foscari di Venezia e coordinatore del progetto e della mostra “Ascari e schiavoni. Il razzismo coloniale e Venezia”. Casellato parte dai commenti ricevuti sulla pagina facebook della mostra e dalla discussione in corso sul nostro sito (si vedano i commenti in calce al testo di Pacifico Valussi, presentato da Piero Brunello).

L’articolo di Pacifico Valussi presentato da Piero Brunello ha suscitato, oltre ai commenti sul sito di storiAmestre, alcune reazioni stizzite nella pagina facebook della mostra “Ascari e Schiavoni. Il razzismo coloniale e Venezia”. A me invece sembra illuminante, perché rivela che già a metà Ottocento il termine Schiavoni era sentito come fastidioso (“suona male”) alle orecchie di 18 Dalmati che vivevano a Venezia, e a quelle di “più d’uno Slavo colto” che Venezia frequentava come “amico all’Italia”, oltre che – evidentemente – a quelle di Pacifico Valussi, che slavo non era.

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Archiviato in:Alessandro Casellato, La città invisibile Contrassegnato con: colonialismo, fascismo, intervento, razzismo, storia di Venezia, storiografia, uso pubblico della storia, Venezia

3. Bloch notes

26/11/2005

Domande e riflessioni nell'anniversario della morte di Marc Bloch (1944-2004)

a cura di Elena Iorio e Filippo Benfante

 

con contributi di Elena Iorio, Piero Brunello, Alessandro Casellato, Antonella Cogo, Mario Isnenghi, Luca Pes, Matteo Melchiorre, Filippo Benfante

autunno 2005, 88 pp., 5 euro

"Marc Bloch, prelevato un giorno di primavera, il 16 giugno, dalla sinistra fortezza di Montluc, a Lione, è stato fucilato con 26 compagni, altri 26 autentici francesi che – come lui – era detenuti dalla Gestapo. È stato fucilato in un campo, in una località detta «Les Rousilles», presso Saint-Didier-de-Formans, sulla strada per Trévoux, circa 25 chilometri a nord di Lione. 16 giugno 1944: l'invasore sentiva vicino il momento di abbandonare la Francia, «vuotava le prigioni» e seminava nei campi, lontano dalle città, i cadaveri di patrioti, assassinati senza processo, accanendosi nel renderli irriconoscibili."

Lucien Febvre, In memoriam. Marc Bloch fusillé (1944).

"Per lungo tempo, si vide nello storico una specie di giudice degli Inferi, incaricato di distribuire elogi o condanne agli eroi morti. Siccome poi niente è per sua natura più variabile di siffatte sentenze, soggette a tutti gli ondeggiamenti della coscienza collettiva o del capriccio personale, la storia, permettendo troppo spesso che l'«albo d'oro» avesse la meglio sul «registro d'esperimenti» si è guadagnata gratuitamente la fama di essere la più incerta delle discipline; alle vuote requisitorie succedono infatti altrettanto vane riabilitazioni. Robespierristi, antirobespierristi, noi vi chiediamo grazia: per pietà, diteci, semplicemente, chi fu Robespierre."

Marc Bloch, Apologia della storia.

[Leggi di più…] info3. Bloch notes

Archiviato in:Alessandro Casellato, Antonella Cogo, Elena Iorio, Filippo Benfante, Luca Pes, Mario Isnenghi, Matteo Melchiorre, Piero Brunello, Quaderni Contrassegnato con: anniversari, Resistenza, storiografia

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