di Claudio Pasqual
I due testi che seguono costituiscono i materiali, rispettivamente documentazione e mappa-itinerario, di un’attività didattica destinata agli alunni della scuola elementare e i cui obiettivi sono la conoscenza dello spazio urbano centrale e un primo approccio alla storia contemporanea della città di Mestre. Per essere esatti, l’apparato di corredo dell’unità comprende anche una serie di immagini su diapositiva di luoghi significativi del centro cittadino, che però non si è ritenuto di riprodurre in questa sede.
L’iniziativa ha avuto una genesi del tutto occasionale, nascendo dell’invito rivolto al sottoscritto dalle insegnanti della figlia a tenere una lezione sulla storia di Mestre.
L’unità didattica è stata svolta nell’aprile del 2006 con tre classi quarte della scuola elementare “T. Vecellio” di Mestre. Ai bambini è stato distribuito il primo testo, “Dove si immagina…”, che è stato letto, analizzato e commentato nelle classi con le maestre. La seconda fase è consistita nella visione guidata di immagini fotografiche di Mestre, con domande e osservazioni dei bambini coinvolti. La terza e conclusiva attività è stata l’uscita per le strade e le piazze del centro città, organizzata come una caccia al tesoro, con gli alunni divisi in squadre e chiamati a sciogliere gli enigmi, proposti sotto forma di poesiole in rima, legati ai diversi luoghi.
Per ciascun quesito risolto è stato attribuito alla squadra un punto ma alla fine non è stato assegnato alcun premio (e anche per questo non si è tenuto conto dei tempi di effettuazione delle varie prove). Infatti, come traspare dal titolo, “Caccia al tesoro mestrino”, abbiamo inteso il premio come le nuove conoscenze acquisite dai bambini sulla loro città durante lo svolgimento della gara: come a dire che l’obiettivo era il processo, il tesoro era la stessa caccia, la ricerca, il percorso.
I disegni che illustrano i testi sono alcuni fra quelli eseguiti dagli alunni in classe nei giorni seguenti la caccia al tesoro.
Si ringraziano le maestre Tian, Velli e Caveagna per avere proposto l’iniziativa e per avere cooperato alla realizzazione del progetto.
DOVE SI IMMAGINA UNA LEONESSA DI NOME MESTRE IN GIRO CON DEI BAMBINI PER LA CITTA’ CON QUESTO NOME
Ciao bambini!
Mi avete riconosciuto? No!? Ma come no, sono una leonessa!
Vi chiederete: cosa vuole da noi, questa leonessa, e perché proprio una leonessa, da queste parti, così lontano dall’Africa?
Soddisfo subito la vostra curiosità!
Io sono la leonessa Mestre e mio marito, il leone Venezia…Ti ho sentito là in fondo, tu; hei, sì, proprio tu, birbante: “che buffo, una leonessa con un nome da maschio e un leone con un nome da femmina!!!”
Bah, uffa, dicevamo…Sì, mio marito il leone, un giorno che si parlava dei bei tempi quando eravamo giovani e guidavamo i nostri cuccioli per Mestre, nel nostro territorio di caccia, mi ha detto: “ma perché, invece di star qui a rimpiangere il passato, non mostri ai cuccioli di umani, ai bambini, la città dove abitano e di cui porti il nome, e gliela fai conoscere?”.
Idea geniale! Beh, che dite, lo facciamo un giretto per Mestre? Sì?
Allora forza, dai, usciamo di scuola e cominciamo la nostra visita.
VIALE GARIBALDI
Fermiamoci qui, prima tappa.
Chiese, palazzi, statue: questo è quello che di solito si va a vedere in una città.
Io invece voglio cominciare con una strada.
Questo viale largo e diritto, fiancheggiato da alberi ombrosi di ippocastano, è la prima grande, moderna strada della città. Fu realizzata nel 1881 e collega il centro di Mestre con la piazza di Carpenedo. A farla costruire fu il sindaco di allora, Napoleone Ticozzi… Sì, proprio il signore a cui è intitolato l’edificio scolastico alla vostra destra e che voi ben conoscete, per averci fatto la prima e seconda elementare (a proposito, bello quel murale con la nave e le palme: chissà chi l’avrà fatto?).
IL MUNICIPIO
L’edificio che vedete, all’inizio di via Palazzo, nel cuore dell’antico castello ora scomparso, è il municipio.
Sapete cos’è un municipio, vero? E’ il palazzo del comune, dove stanno il sindaco e il consiglio comunale. Fino al 1926 Mestre è stato un comune autonomo, poi è stata unita al comune di Venezia; anche ora però qui si fanno alcune riunioni del consiglio comunale, in una bella sala rifatta da poco.
Dovete sapere che l’edificio non è sempre stato così come adesso: all’inizio c’erano solo il piano terra e il primo piano; è “diventato più alto” solo nel 1871, con l’aggiunta del secondo piano.
Se adesso vi girate verso destra, potrete ammirare la via Palazzo, breve strada fiancheggiata da bei palazzetti, tranquilla passeggiata senz’auto (è zona pedonale ma ci scorrazzate anche voi in bicicletta, monelli!), con i tavolini all’aperto di bar e pizzerie. Bene, dovete sapere che fino a poco prima che nasceste non era così: per terra c’era l’asfalto e ci passavano macchine e autobus (e quante volte ho rischiato l’osso del collo, se non stavo attenta!).
PIAZZA FERRETTO
Siamo arrivati nel “cuore” di Mestre, nella sua piazza grande (una volta infatti si chiamava “Piazza Maggiore”). Veramente, più che una piazza è uno slargo, che si restringe man mano che dalla Torre dell’Orologio si va verso il duomo di San Lorenzo. A proposito, provate a indovinare: a quale oggetto, che si usa in cucina per riempire le bottiglie -mi sa che vi sto aiutando troppo!-, si potrebbe paragonare?
Naturalmente, anche l’aspetto di questo luogo non è sempre stato uguale nel tempo. Diciamo che per assumere le forme che ha adesso ci ha messo gli ultimi cento anni, dai primi del ‘900 quasi a oggi (poco, se pensate che l’uomo è comparso sulla terra due milioni di anni fa e noi felini, modestamente, anche prima!).
Suppergiù un secolo fa, quando Mestre era ancora poco più di un paese, su questo spazio si affacciavano solo vecchie case, magazzini e granai e il fondo era di terra e sassi; adesso invece vi si possono ammmirare le due file di bei palazzetti sui lati lunghi della piazza, con i sottoportici e i negozi eleganti, i bar, le pasticcerie e gelaterie; il cinema Excelsior; la fontana al centro (che belle bevute di acqua fresca!), la scalinata, le due edicole di metallo lucente alle estremità e il fondo pavimentato di lastre di pietra e marmo. Potreste paragonarla a un salotto, la stanza più bella delle vostre case, e infatti è qui che a mestrini e visitatori piace stare per incontrarsi e conversare, per passeggiare, fare acquisti, sorseggiare un caffè o una bibita ai tavolini dei bar.
Ma vediamo un po’ alcuni dei luoghi ed edifici più significativi di questa piazza.
PALAZZO DA RE
Fermiamoci qui, davanti alla fontana con la statua dorata in mezzo (ne approfitterò per una sorsata, con tutto questo parlare ho la gola secca). La fontana è la cosa più nuova della piazza, rifatta nella pavimentazione e nell’arredo e inaugurata addirittura, pensate, dal Presidente della Repubblica nel 1998 (ha addirittura meno anni di voi, pensate!).
Dietro la fontana vedete questo palazzotto (uno dei più grandi della piazza), dipinto di giallo, con davanti un alto porticato e una terrazza sul tetto.
Si chiama Palazzo Da Re dal nome di Giuseppe Da Re, che lo comprò nel 1852. Questo signore era un uomo davvero ricco. Possedeva molte terre e case, era commerciante di grano e legname ma soprattutto era un fabbricante di mattoni. La fornace che aveva a Mestre in Piazza Barche non esiste più da tempo ma alcuni edifici della vecchia fabbrica sono rimasti in piedi; potreste farvi accompagnare dai vostri genitori a vederli, un giorno.
Il bar Stendardo che vedete sull’angolo a sinistra esiste solo dal 1919, prima là c’era un giardino, cinto da un alto muro.
CINEMA EXCELSIOR
Il cinema Excelsior è un bell’esempio di edificio in stile liberty, uno stile elegante, molto decorativo, con tanti ornamenti e abbellimenti. Notate in alto gli affreschi: uno rappresenta il cinema, si vedono bene il proiettore e il fascio di luce bianca diretto verso lo schermo. La famiglia che lo possiede adesso, i Furlan, è la stessa che lo fece costruire agli inizi del secolo scorso; il primo film fu proiettato nel 1914. L’Excelsior non fu però il primo cinema di Mestre. Uno esisteva da due anni prima e adesso lo andiamo a vedere.
CINEMA TONIOLO
Lasciata Piazza Ferretto, alla fine di una breve via pedonale, si arriva in Piazzetta Battisti. Il grande edificio che da solo occupa il lato in fondo è il teatro Toniolo. Porta il nome del suo costruttore e primo proprietario, Domenico Toniolo. Fu terminato nel 1912 e aperto nel 1913. Poteva contenere 865 persone e per tanto tempo è stato sia cinema che teatro: si proiettavano film ma si tenevano anche rappresentazioni teatrali, opere liriche e concerti. Poi nel 1997 lo ha comprato il comune per farne il teatro civico della città. L’interno è stato trasformato e ammodernato, l’esterno ripulito e bene illuminato; è
stata rifatta la pavimentazione della piazzetta e della Via Ospedale sul lato destro. I mestrini hanno risposto dimostrando di amare molto il teatro: agli spettacoli non c’è quasi mai un posto libero.
GALLERIA MATTEOTTI E PALAZZI TONIOLO
C’è stato un tempo in cui gli abitanti delle grandi città pensavano che esse sarebbero state più belle e ammirate aprendo in pieno centro delle gallerie, cioè delle specie di strade per soli pedoni, con ai lati i negozi al piano terra di alti palazzi eleganti, e chiuse in cima da un tetto ricurvo di vetro e acciaio, che facesse passare la luce e vedere il cielo.
All’epoca Mestre non era una grande città, forse non era nemmeno una città, ma desiderava diventarlo e per non essere da meno delle altre volle anch’essa la sua galleria. A costruirla fu lo stesso Domenico Toniolo del vicino teatro. Fu completata e inaugurata nel 1912 e intitolata prima al re d’Italia Umberto I, poi a Giacomo Matteotti.
Guardate gli edifici ai lati della galleria dal punto di osservazione di Via Rosa: sono quasi uguali, “gemelli”. Questi palazzi, quelli sulla loro destra e all’angolo delle vie Rosa e Verdi, con questa altezza e queste forme si trovavano solo nelle città e dunque, se Mestre li aveva, allora Mestre doveva considerarsi una città, una vera città.
RIVIERA XX SETTEMBRE
Riviera”, come si chiama questa strada, viene da “riva”, cioè sponda di fiume. Qui un fiume però non si vede proprio. Eppure c’è. Scorre esattamente sotto di voi, sotto i vostri piedi –e le mie zampe!-, sotto la strada, dentro una grossa tubazione. E’ il Marzenego, che una volta scorreva all’aria aperta (che nuotate, che bei bagni freschi d’estate!), tirando dritto per Via Poerio e poi sul lato sinistro del Centro Le Barche. Siccome strade larghe servivano per far passare prima i tram e poi le automobili e poi averle era anche una cosa moderna, si decise di ricoprire il fiume. Lo si fece non in un colpo solo ma un po’ per volta. Il primo pezzo di fiume a “sprofondare” fu, nel 1910 e 1920, quello davanti alla galleria e all’ingresso della piazza: ci voleva un bello slargo, e non un fiume, davanti alla galleria per permettere alla tanta gente che l’avrebbe visitata di arrivarci con comodo, e il tram a rotaie che uscendo dalla piazza svoltava a destra doveva avere modo di girare senza difficoltà. Più tardi si sarebbe chiuso il resto del fiume, in Riviera XX Settembre e a fianco di Coin.
CENTRO COMMERCIALE “LE BARCHE”-GRANDI MAGAZZINI “COIN”
Se chiedete in giro a quale luogo pensano i mestrini (e non solo loro) quando pensano alla Mestre più moderna, dei giorni nostri, vi sentirete sicuramente rispondere: il Centro Le Barche.
Osservate questo grande edificio: a voi cosa sembra? A me questo “cubo” di sei piani (più uno sotterraneo), tutto grigio e senza finestre, fa pensare a un’enorme scatola!
Vi domanderete il motivo del nome, visto che di barche attorno non c’è traccia! Qualcuno di voi saprà che chiamano Piazza Barche anche la piazza vicina. Ebbene, dovete sapere che qui una volta terminava il Canal Salso, cioè il canale che collegava Mestre a Venezia attraverso la laguna e quindi c’era un porto con le barche.
Il “Centro Le Barche” ha la vostra stessa età, essendo stato inaugurato il 18 maggio 1996. Prima l’intero edificio era occupato dai “Grandi Magazzini Coin”. Coin è il cognome di una famiglia di venditori ambulanti di filo per cucire e cerniere diventata poi proprietaria di una catena di grandi magazzini presente un po’ in tutta Italia.
L’edificio esiste da non molto tempo, anzi si può dire che sia quasi nuovo: quando fu aperto, il primo maggio 1964, i vostri padri erano già nati –chiedeteglielo- e io ero una cuccioletta!
Il palazzo Coin fu un autentico avvenimento per la nostra città. Esso significò per Mestre un nuovo passo avanti nella modernità. Mai viste prima erano la forma e le dimensioni del fabbricato, così diverso e molto più grande degli edifici attorno. Assolutamente nuovo e moderno era soprattutto il tipo di commercio praticato: fino ad allora erano esistiti solo piccoli negozi specializzati nella vendita di un solo genere di prodotti, adesso per la prima volta nello stesso luogo, in un unico grande spazio si poteva comprare di tutto, dagli alimentari ai vestiti agli oggetti per la casa (ma fino a qualche tempo fa anche giocattoli, libri e quaderni, dischi musicali).
Sapere tutto questo, però, a me cuccioletta e ai vostri padri bambini non avrebbe minimamente interessato. Per voi ragazzini di oggi saranno cose normali, ma per noi allora la più stupefacente novità, l’esperienza più strabiliante, il mirabolante marchingegno oggetto delle meraviglie furono LE SCALE MOBILI!
Mi ricordo come fosse oggi lo stupore, l’eccitazione e il divertimento delle prime volte, ma anche la trepidazione e le paure, perché chi aveva mai provato prima di allora a imboccare dei gradini in movimento? Ma una volta imparato, quante salite e quante discese, sfinendo i genitori, umani e felini!
Fu allora, lo confesso, che rammollita da quella comodità così gradevole alla ben nota pigrizia di noi leoni, disimparai quasi a saltare e arrampicarmi!
CENTRO CULTURALE CANDIANI
Dall’altra parte di Piazza Ferretto rispetto a Coin c’è Piazzale Candiani, dominato dalla mole del centro culturale, intitolato anch’esso al pittore locale Luigi Candiani. “Un mostro di marmo, cemento, acciaio e vetro”, così è stato descritto da qualcuno, alto cinque piani (più due di garage sotterraneo) e vasto 5.000 metri quadrati (diciamo, per dare l’idea, pressappoco come cinquanta delle case in cui abitate!), con una grande scala sulla facciata di marmo a collegare ogni piano. I lavori di costruzione sono andati avanti molto lentamente: ci hanno impiegato 22 anni per terminarlo! E’ stato infatti progettato nel 1978 e inaugurato poco prima del giorno di Natale del 2000. Dunque è nuovissimo –ma molti pensano che sia già vecchio, inadatto ai bisogni della città di oggi-.
Contiene spazi per mostre, sale per riunioni, concerti e proiezioni e un’arena scoperta per rappresentazioni teatrali e concerti; organizza e ospita esposizioni d’arte, conferenze, proiezioni di film, spettacoli; è sede della Videoteca di Mestre, di laboratori multimediali, dell’Urban Centre. E’ un posto dove si possono fare e vedere cose interessanti anche se un po’ complicato. Potremmo paragonarlo al labirinto del Minotauro, tanto è grande e intricato, (ma tranquilli, qui il mostro divoratore di carne umana non c’è: l’unica belva presente sono io ma siete fortunati, la carne di bambino non è di mio gusto!); e difatti hanno messo dappertutto dei cartelli che indicano le uscite, perché la gente altrimenti ci si perdeva dentro.
PIACIUTO IL GIRO PER LA VOSTRA CITTA’? SPERO SIA STATO ANCHE ISTRUTTIVO E CHE ADESSO SAPPIATE QUALCOSA DI PIU’ SUL LUOGO DOVE ABITATE.
ROAHRR! E’ ORA PER VOI DI TORNARE IN CLASSE, PER ME DELLA CACCIA NELLE VERDI PRATERIE DI SAN GIULIANO!
ARRIVEDERCI, BAMBINI, E A PRESTO!
Note:
– il murale con la nave e le palme è stato realizzato proprio dai bambini partecipanti alla caccia al tesoro alla fine della seconda elementare;
-la forma di Piazza Ferretto assomiglia a un imbuto;
-San Giuliano è il più grande parco cittadino, affacciato sulla laguna di Venezia.
Caccia al tesoro mestrino
1. VIALE GARIBALDI
Sulla facciata del palazzo giallo,
dentro un alto medaglione,
un numero vedrai:
è il …… (1926)
2. IL MUNICIPIO
Sulla prima pietra sotto il porticato,
dei partigiani morti per l’Italia liberare,\
uno tutti voi di certo avrete sentito nominare,
ché una piazza a lui fu dedicata per affetto:
ma sicuro, è
…………………………… (Erminio Ferretto)
3. LA PIAZZA
Su una colonna del palazzo più alto leggerai
La poesiola che qui ricopierai.
(Chi in piazza vuole edificare
Alle critiche si deve adattare)
4. PALAZZO DA RE
L’Eroe dei Due Mondi:
il suo nome, sù, rispondi,
nel tondo sul muro io lo vedo
lo stesso del viale
che porta a Carpenedo. (Giuseppe Garibaldi)
5. CINEMA EXCELSIOR
A scuola tornerai scornato e mogio
E merenda non avrai nell’intervallo
se nel dipinto con l’uomo cavallo
Di Mestre non vedrai la ……… con l’………………. (torre con l’orologio)
6. TEATRO TONIOLO
Cesare,
non quello dei romani malmenati da Obelix, poveri cristi,
ma Cesare ……….,
venne in teatro i mestrini a incitare
alla guerra mondiale guerreggiare
ma siccome in quella guerra
finì, e con lui altri milioni, sottoterra
vedi la lapide che gli si volle dedicare.
(E gli altri milioni di soldati morti?) (Cesare Battisti)
7. RIVIERA XX SETTEMBRE
Se questa è una “riviera”
Vuol dire, è cosa vera,
che sotto i nostri piedi l’acqua scorre
di un fiume che ……………………
si chiama;
per tram e automobil l’han coperto,
ma ora che di quelli c’è un deserto,
perché davvero il fiume non scoprire?
i pesci potrebbero finire
di nuotare sempre al buio, poverini
armati di torce elettriche o accendini! (Marzenego)
8. CENTRO COMMERCIALE LE BARCHE
Il centro commerciale è come il mondo
C’è di tutto benché non sia rotondo
Al quarto piano vende libri …………………
Mentre al …… sotto terra compri dolci e piselli.
A Natale sfavilla di lustrini e doni
Ma nell’atrio si scaldano i barboni.
Il Mediastore ……………… vende i …………
Ai …………… al terzo piano ci vai a far pipì
Il centro commerciale è grande e vario,
La gente a bocca aperta come i pesci nell’acquario
Guarda le vetrine ma non compra
Perché di soldi in tasca non ne tiene neanche l’ombra. (Feltrinelli; Pam: Ricordi; CD; bagni)
9. CENTRO CULTURALE CANDIANI
Quando è nato Candiani l’artista?
Nell’anno ……… mi sa
Questa data puoi leggerla qua
Se soltanto aguzzi la vista
Un gran teatro da mille e più posti
Nel progetto avevamo scoperto
Fa lo stesso un’arena all’aperto
Che geliate o andiate arrosti? (1903)