di Lucia Gianolla
Questi due attrezzi da falegname sono stati usati da mio papà fin dal 1926, quando a 12 anni è andato a lavorare come apprendista falegname presso la ditta Anfodillo di Venezia.
di Lucia Gianolla
Questi due attrezzi da falegname sono stati usati da mio papà fin dal 1926, quando a 12 anni è andato a lavorare come apprendista falegname presso la ditta Anfodillo di Venezia.
di Mirella Vedovetto
Scatola in latta per caramelle, poi usata da mia mamma per contenere strumenti per il cucito. Prima mia mamma ne aveva un’altra tonda, sempre di latta, di colore verde con un disegno di fiori sul coperchio, che in origine doveva essere stata una scatola di biscotti. Un giorno decise di trasferire il contenuto da quella prima scatola a questa (occupava meno spazio, era più nuova).
a cura di Piero Brunello, con un saggio di Luca Pes
Testi di: Gabriel Buday, Tenente Gustav, Georges de Pimodan, Anton von Steinbüchel, Ferdinand von Zichy
Uscita: marzo 2012, 160 pp., 14 euro
La caduta del governo austriaco a Venezia nel marzo del 1848 fu improvvisa. Fin da subito si formarono almeno tre racconti. Il primo diceva che era stato un miracolo della Madonna. Il secondo che si trattava di una rivoluzione politica. Il terzo denunciava il tradimento dei funzionari e degli ufficiali asburgici. Presentando i diversi punti di vista sulle giornate di marzo 1848, questo libro vuole sperimentare modi di raccontare il Risorgimento a un pubblico di cittadini europei e a un’Italia sempre più multiculturale, mettendo al centro dell’osservazione i conflitti di valori, gli individui e le loro relazioni sociali e famigliari, le complesse e intrecciate appartenenze linguistiche, culturali e nazionali.
La prima presentazione pubblica si terrà il 31 marzo, a Mestre, presso il Centro Culturale Candiani.
di Cristiano Baldissera
uscita: gennaio 2012, 104 pp., 12 euro
Poi esplode. Allora tutti quanti dicono: «Pare che loro occuperanno, bisogna porsi la questione». «A Roma cosa fanno?». «Bisogna che ci teniamo in contatto con le altre città». Perché se è vero che il Marco Polo era spesso precursore delle occupazioni veneziane, è vero anche che Roma lo era a livello nazionale. Per cui: «Ah, guarda che a Roma dicono che i licei cominciano a muoversi».
«Bisogna che facciamo un collettivo, un coordinamento studentesco [sorridendo] e ragioniamo».E allora gli studenti andavano dai rappresentanti e dicevano: «Oh, guardate che qua bisogna decidere cosa fare». Allora la cosa era: vai dalla preside, chiedi l’assemblea d’istituto per discutere quello che sta succedendo, la preside già diceva: «Guardate, non occupate!», noi dicevamo: «Noi non decidiamo, noi siamo rappresentanti, decidono gli studenti, per cui facciamo le votazioni, quello che sarà deciso si farà!».
Cristiano Baldissera
di Guido Lanaro, con una prefazione di Ascanio Celestini
inverno 2009-2010, 120 pp., euro 9,50
Con una nuova veste grafica: leggi l'annuncio della redazione.
"Gli iraniani che protestano contro i brogli elettorali sono dei martiri; i vicentini che tentano di impedire la colonizzazione della propria città sono dei delinquenti. Se il governo cinese che invia duemila soldati per reprimere le sommosse degli Uiguri è un regime, il governo italiano che invia duemila agenti per difendere dei cumuli di macerie da anziani, famiglie e bambini come può essere definito?
Prima che l’ombra dell’epilogo (positivo o negativo che sia) si posi su ciò che è stato il No Dal Molin, prima che – la storia insegna – fatti e significati vengano stravolti, è stato giusto raccontare del movimento e della sua genesi, e metterne in risalto l’eccezionalità e l’importanza."
Guido Lanaro
Per leggere l'introduzione di Guido Lanaro, clicca qui.
inverno 2008-2009, 64 pp., 6,80 euro
Un dramma d’amore a Venezia
«Uccide a colpi di pugnale il fidanzato – La vendetta di una perlaia sedotta – Tragico risveglio – La fulminea scena di sangue sotto gli occhi delle madri».
Gazzetta di Venezia, sabato 2 febbraio 1924
Una popolana di Castello uccide a pugnalate l’amante
«La gelosia – Il matrimonio in pericolo – Colpito nel letto – La scena di sangue alla presenza dei genitori».
Il Gazzettino, domenica 3 febbraio 1924