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admin

Discorso di fine anno. Sull’Italia del Settecento

31/12/2013

Un testo di Giuseppe Maria Galanti che era piaciuto a Vincenzo Antonio Formaleoni tanto da farlo suo, a cura di Mario Infelise

Ecco la nostra strenna di fine anno, con tanti auguri per quello nuovo. Pubblichiamo un testo dell’illuminista napoletano Giuseppe Maria Galanti che ebbe la ventura di finire nelle mani del veneziano Vincenzo Antonio Formaleoni. Nella sua introduzione, Mario Infelise ne ricostruisce le vicende editoriali e ne mette in luce alcuni degli aspetti più interessanti. Data la lunghezza del testo, rendiamo disponibile qui di seguito l'introduzione di Infelise e alcuni brani di Galanti (tratti dal capitolo dedicato a Carattere, arti, letteratura, religione, lingua, usi e costumi degli italiani); chi volesse leggere la versione integrale, può scaricare il testo in formato pdf cliccando qui.

Uno sguardo di fine Settecento sull’Italia, di Mario Infelise

Con Internet capitano curiose sorprese. Conoscevo lo scritto che qui si propone come opera di Vincenzo Antonio Formaleoni (1752-1797), romanziere ed editore veneziano di origine piacentina con ampi interessi geografici, che l’aveva anteposta con il titolo enciclopedico di Discorso preliminare sopra l’Italia alla sua Topografia veneta, una dettagliata descrizione geografica dello stato veneto pubblicata nel 1787 a Venezia.

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Archiviato in:Giuseppe Maria Galanti, La città invisibile, Mario Infelise, Vincenzo Antonio Formaleoni Contrassegnato con: costumi degli italiani, editoria, geografia, Illuminismo, intervento, storiografia, strenna

Domandare è lecito?

08/07/2013

di redazione sito storiAmestre

In questi giorni è tornata sulle pagine dei giornali locali (“Gazzettino”, “Nuova Venezia” e “Corriere del Veneto/Corriere della Sera”) una vicenda cominciata nel 1989. Si sta per chiudere un processo contro un giornalista, Riccardo Bocca, autore di un’inchiesta sul traffico nazionale e internazionale di rifiuti tossici, e contro Gianfranco Bettin, che nel suo ruolo di consigliere regionale aveva svolto un’interpellanza proprio sulla base di quell’inchiesta. Alla vigilia della sentenza, Bettin ha scritto una lettera per ricordare pubblicamente in quale situazione si trova per aver svolto un ruolo istituzionale. Da qui un gran numero di articoli e interventi.

Ci è sembrato utile raccogliere quanto si trova in rete, per dare una sintesi della storia di questa vicenda e delle sue conseguenze attuali. La questione è la salute dei cittadini: salute del corpo, ma anche salute dei diritti di cittadinanza. C’è di mezzo infatti, da un lato, il diritto alla trasparenza, alla conoscenza dei dati che ci riguardano; dall’altro, il diritto dei rappresentanti di porre domande e pretendere risposte nelle sedi istituzionali.

1. Da dove cominciare? Da quando il governo italiano, tra la fine del 1988 e i primi del 1989, inviò la nave Jolly Rosso a ritirare in Libano 10mila fusti di rifiuti tossici portati fin lì da un’azienda milanese? Dalle proteste di cittadini e ambientalisti per lo scarico a Porto Marghera di parte di quei veleni? Da quando la nave si arenò in circostanze misteriose sulle coste della Calabria nel dicembre 1990 in un luogo che si sarebbe scoperto pieno di rifiuti tossici? Da un’inchiesta pubblicata dall’“Espresso” nel 2005 in cui si denunciava che quei fusti bruciati in un forno a Porto Marghera nel 1990 avevano prodotto fuoriuscite di uranio? Dalle due interpellanze che ne erano seguite in Parlamento e nel Consiglio regionale Veneto? Dalla querela contro gli autori delle due interpellanze da parte di chi si sentì leso nell’onore? Dalla richiesta di risarcimento di un milione di euro?

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Archiviato in:La città invisibile, redazione sito sAm Contrassegnato con: cronaca, intervento

Recuperare fossati. Dal primo seminario Acque alte 2013

11/03/2013

di Massimo Bonella e Fabrizio Zabeo

Nel corso degli incontri su «Acque alte a Mestre e dintorni» organizzati da storiAmestre a novembre 2009 e febbraio 2010, Francesco Vallerani aveva sostenuto la proposta di adottare un fosso dimostrando l’utilità pratica di quella che chiamava «l’infinita varietà dei microinterventi idraulici», contro l’ideologia devastante delle grandi opere. Nel primo degli incontri su Fiumi fossi canali. Storie di ieri e di oggi per progettare il futuro appena tenutosi a Mestre (9 marzo 2013), Fabrizio Zabeo, del Comitato allagati di Favaro Veneto, documenta le condizioni di un tratto di una settantina di metri lungo via Altinia tra Favaro e Dese, dimostrando la grande utilità del ripristino di un fosso ai fini di evitare il ripetersi di futuri allagamenti come quelli avvenuti negli ultimi anni.

Il video è stato prodotto (e già pubblicato) da Pianeta Oggi Tv, sito di notizie online. 

 

Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Fabrizio Zabeo, Massimo Bonella Contrassegnato con: inchiesta, intervento

Libri fatali e poesia che soccorre la vita. Leggendo i racconti del 16 ottobre 1943

22/02/2013

di Alberto Cavaglion

La rubrica “letture” fa eccezione per la seconda volta e accoglie un saggio lungo. Il nostro amico Alberto Cavaglion riprende il tema del 16 ottobre 1943, la razzia del ghetto di Roma, per mettere in luce il dialogo che si sviluppa, per via diretta e indiretta, e procedendo secondo cronologie diverse, tra Umberto Saba, Giacomo Debenedetti ed Elsa Morante. “Un discorso che – scrive a un certo punto Cavaglion – oggi sembra più che mai remoto e inattuale”. Rileggendo testi entrati nel canone della letteratura italiana del Novecento, Cavaglion si confronta con almeno tre temi storiografici: l’antisemitismo in Italia; il mito dell’italiano “brava gente”; le responsabilità del Vaticano, ovvero di Pio XII, nella Shoah. E per affrontare quest’ultimo punto, Cavaglion convoca un quarto autore: Enzo Forcella. Queste pagine sono anche un invito a rivolgersi alle fonti per mostrare la complessità degli eventi, invece di aderire a una retorica piuttosto che a un’altra.

Quanto segue offre solo una parte degli argomenti (e dell'apparato di note) di Cavaglion, privilegiando lo scontro di punti di vista tra Umberto Saba e Giacomo Debenedetti, e la “quasi postilla” rappresentata dalla lettura delle pagine di Enzo Forcella. Il testo integrale del saggio (basato sull’intervento tenuto a Firenze il 17 gennaio 2013, in occasione del convegno internazionale Dopo i testimoni, Memorie, storiografie e narrazioni della deportazione razziale, promosso dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana) si può ottenere cliccando qui.

Quanta parte occupi la vicenda degli ebrei di Roma nella storia della deportazione razziale italiana è cosa nota. Buone ricerche hanno messo in luce le sembianze spettrali della città durante l’occupazione nazista, ma studiare il ruolo che il 16 ottobre 1943 ha avuto nella letteratura italiana, fino quasi a rappresentare un piccolo canone a sé stante, vuol dire sostanzialmente ripercorrere una conversazione a tre: Saba-Debenedetti, Saba-Morante, Debenedetti-Morante. Il vertice è costituito da Saba, che di luce propria o per specchiato sembiante condizionerà il cammino degli altri due. La triangolarità si riflette nei rispettivi lavori e corrispondenze epistolari, nei saggi (numerosi) che Giacomo Debenedetti ha scritto su Saba e in un (solo) densissimo saggio, che sempre Debenedetti ha scritto su Elsa Morante, la quale a sua volta ha dedicato un profilo fondamentale a Saba, “poeta di tutta una vita”. [Leggi di più…] infoLibri fatali e poesia che soccorre la vita. Leggendo i racconti del 16 ottobre 1943

Archiviato in:Alberto Cavaglion, Letture Contrassegnato con: 27 gennaio, antisemitismo, Elsa Morante, Enzo Forcella, Giacomo Debenedetti, leggi razziali, Roma, Shoah, storiografia, Umberto Saba

A proposito del restauro di scritte fasciste

04/01/2013

di Ruggero Zanin

Sul tema aperto da Claudio Zanlorenzi e proseguito da Anna Di Qual, riceviamo e pubblichiamo un intervento di Ruggero Zanin.

La questione del recupero delle scritte fasciste dà la possibilità di avviare un dibattito, a mio avviso, molto interessante. Personalmente mi sono posto la seguente domanda: “Perché mai ho approvato e apprezzato il recupero delle scritte fasciste a Forte Mezzacapo e mi trovo invece a essere contrario alla scelta analoga fatta nel paese di Sutrio?”.

Conoscendo bene chi ha deciso il restauro delle scritte di Forte Mezzacapo, sono stato chiaramente condizionato anche dalla conoscenza delle sue buone intenzioni. Ma questo, evidentemente, non costituisce un criterio oggettivo di giudizio, che invece dovrebbe fondarsi su elementi di valutazione e parametri verificabili. Provo allora ad abbozzare tre elementi di valutazione che mi sembrano particolarmente rilevanti. [Leggi di più…] infoA proposito del restauro di scritte fasciste

Archiviato in:La città invisibile, Ruggero Zanin Contrassegnato con: ANPI, fascismo, forte Mezzacapo, intervento, restauro, scritte fasciste, Sutrio (Udine)

La Cina è vicina? Leggere “Operaie” di Leslie T. Chang a Marcon

14/12/2012

di Mirella Vedovetto

La scheda preparata da Mirella Vedovetto inaugura la nuova rubrica del sito di storiAmestre: letture.

Una mattina, si erano concluse da poco le mie ferie di agosto, mentre andavo a lavorare mi era venuto il desiderio di leggere qualcosa che parlasse del mondo del lavoro dal punto di vista dei lavoratori: un’inchiesta, interviste, un racconto biografico… Ho chiesto un consiglio e mi è stato suggerito Operaie di Leslie T. Chang, edito in italiano da Adelphi nel 2010 (l’edizione originale è del 2008).

Ho iniziato a leggerlo a settembre. Sono arrivata a metà e poi l’ho lasciato sul comodino per diverso tempo, senza più aprirlo. Solo in questi ultimi giorni, a fine novembre, l’ho ripreso in mano e finito. [Leggi di più…] infoLa Cina è vicina? Leggere “Operaie” di Leslie T. Chang a Marcon

Archiviato in:Letture, Mirella Vedovetto Contrassegnato con: Cina, lavoro, Marcon

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