Di Walter Cocco
In occasione della festa del Primo Maggio il nostro socio Walter Cocco ha selezionato e fatto una lettura di alcuni manifesti presenti nel CD Rom: Affissione Consentita 40 anni di manifesti dall’Italia e dal mondo, pubblicato nel 2007 a cura di storiAmestre e del Centro di Documentazione della città contemporanea. Si tratta – come recita l’introduzione del CD Rom – di una collezione di circa quattrocento manifesti urbani, la gran parte dei quali proviene dal fondo “Maurizio Antonello”, a cui sono stati aggiunti altri manifesti tratti dall’Archivio Comunale di Venezia, la Celestia, e dalla raccolta privata di Giorgio Sarto.
IL CD Rom Affissione Consentita 40 anni di manifesti dall’Italia e dal mondo, pubblicato nel 2007 a cura di storiAmestre e del Centro di Documentazione della città contemporanea,1 è una preziosa raccolta di immagini che ha comportato un complesso lavoro di digitalizzazione e catalogazione dei manifesti2 che coprono un arco di tempo che va dagli anni Cinquanta sino agli anni Novanta del Novecento. Gli autori sono per la maggior parte istituzioni italiane e straniere, partiti e movimenti politici attivi nel quarantennio citato e le immagini ed i testi in essi contenuti sono diversi a seconda del momento della loro apparizione.
Come viene ricordato nel CD Rom il manifesto è un prodotto popolare, è vincolato al contingente, al “qui e ora”, esso è destinato ad apparire sui muri di palazzi, scuole e fabbriche per qualche giorno per poi essere strappato o ricoperto da altri manifesti. Per questo molto spesso – se non riporta una data – la sua collocazione temporale può avvenire soltanto attraverso una attenta analisi del testo o delle immagini in esso contenuti. Per le sue caratteristiche “non è affatto frequente che il manifesto sia raccolto e conservato, anche per l’ingombro che crea. Per propria natura ha un uso limitato nel tempo, una volta affisso porta una data di scadenza, si degrada facilmente esposto com’è a lacerazioni e intemperie, si stinge, si usura e nella stragrande maggioranza dei casi diventa la base per nuovi manifesti da sovrapporre”. Ed è proprio per questo che il CD Rom Affissione Consentita ha un importante valore di recupero documentario e valorizza una parte del patrimonio archivistico custodito dal Centro di Documentazione della città contemporanea che, oltre al Fondo Antonello, ospita anche l’archivio privato di Giorgio Sarto da cui provengono alcuni dei manifesti recuperati.
“Sfogliando” il Cd Rom abbiamo pensato che un buon modo per celebrare il Primo Maggio fosse riproporre alcuni manifesti sul Primo Maggio di cinquant’anni fa.
I manifesti che proponiamo sono cinque, in buona parte apparsi il 1 maggio 19733.
I primi tre sono i manifesti istituzionali per la celebrazione del Primo Maggio dei tre grandi partiti di massa dell’epoca: Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Comunista Italiano. Sono manifesti destinati all’affissione su tutto il territorio nazionale per la festa dei lavoratori, manifesti di celebrazione, scarni, con poche parole e nessun riferimento specifico all’agenda politica del momento.
Quello del Psi non ha testo, solo 1 maggio, un pugno con un garofano rosso ed il simbolo del partito. Il garofano rosso era uno dei simboli ricorrenti della festa del Primo Maggio in quegli anni, era costume diffuso andare in piazza con un garofano all’occhiello della giacca. Nel manifesto PSI, l’adesione alla festa dei lavoratori viene affidata alla sola immagine, nient’altro.
Il manifesto del PCI si affida invece alla replica di figure operaie che evocano una estetica da realismo sovietico e poche parole: Nell’unità dei lavoratori la garanzia di vittoria nella lotta per le riforme, per la democrazia, per la pace.
Il manifesto della DC mostra sullo sfondo una manifestazione in cui sventolano solo bandiere scudocrociate (che ricorda più un raduno del fronte anticomunista del 1948 che una manifestazione operaia) e in basso la frase: continua nella libertà l’azione dei lavoratori per il progresso della società italiana.
Gli ultimi due manifesti, invece, sono di produzione locale, prodotti con mezzi artigianali, non a stampa, da organizzazioni della sinistra rivoluzionaria, ovvero da quelle organizzazioni nate sull’onda del movimento studentesco e operaio nel biennio 1968-1969.
Il primo è firmato Fronte unito per il socialismo, l’immagine riproduce operai che incrociano le braccia, una dichiarazione di sciopero, e vi sono una serie di parole d’ordine che definiscono gli obbiettivi dell’organizzazione, dalle piattaforme sindacali al socialismo: per la difesa e lo sviluppo dell’occupazione; per il ribasso dei prezzi e delle tariffe pubbliche; per un governo popolare senza la DC; per il pieno raggiungimento delle piattaforme contrattuali; per l’Internazionalismo proletario e per il Socialismo.
Infine l’ultimo manifesto è di sole parole, un dazebao per la convocazione della manifestazione unitaria della sinistra rivoluzionaria del 1 maggio a Mestre, un manifesto sottoscritto da: Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Organizzazione Comunista m – l fronte unito, Partito Comunista m – l Italiano. Le parole d’ordine sono: per un 1 maggio di lotta; per l’internazionalismo proletario contro l’imperialismo; per le lotte operaie popolari e studentesche contro il carovita, la ristrutturazione, la repressione; contro i padroni, il governo Andreotti, i fascisti. Anche qui il riferimento a lotte in agenda e obbiettivi più ampi.
Nel 1973 il mondo del lavoro – il movimento operaio come si diceva allora – gode ancora di buona salute, ha ancora una certa forza all’interno della grande industria metalmeccanica e chimica, la capacità di mobilitazione esplosa nel corso dell’autunno caldo non è venuta meno, il sindacato dei consigli può ora contare sulla legittimazione dello Statuto dei Lavoratori, approvato nel 1970 e proprio nel 1973 si affermerà per i lavoratori il diritto allo studio con l’avvio dei corsi delle 150 ore. La volontà di cambiamento generata dalle lotte nelle scuole, nelle università, nelle fabbriche non ha ancora esaurito la sua spinta propulsiva come si vedrà negli anni immediatamente successivi, anche se nell’autunno dello stesso anno affioreranno alcuni segnali negativi: l’11 settembre il governo di Unidad Popular di Salvador Allende, nato dalla vittoria alle urne, verrà violentemente stroncato dal golpe militare guidato da Augusto Pinochet. La fine del governo di Allende avrà importanti ripercussioni sulla politica italiana, il segretario del PCI Enrico Berlinguer prenderà spunto proprio dalle vicende cilene per lanciare la proposta di compromesso storico. Sempre nell’autunno 1973 gli esiti della guerra del Kippur porteranno i paesi produttori di petrolio (OPEC) a ridurre le estrazioni di greggio e ad aumentare i prezzi del petrolio innescando una crisi energetica che avrà gravi conseguenze sulle economie occidentali, metterà fine al periodo di crescita economica e darà il via ai processi di ristrutturazione industriale del modello fordista. Ciò detto, gli effetti negativi di questi eventi sulle lotte del mondo del lavoro tarderanno ancora qualche anno a manifestarsi, anzi la clamorosa vittoria del referendum sul divorzio dell’anno successivo, l’avanzata delle sinistre alle amministrative del 1975 e alle politiche del 1976, l’approvazione di importanti riforme quali il nuovo diritto di famiglia e la nascita del sistema sanitario nazionale, la conquista sul fronte sindacale del punto unico di contingenza sembrano i segnali di un profondo cambiamento avvenuto nella società in maniera irreversibile. Purtroppo sappiamo che non è stato così.
Buon Primo Maggio a tutti.
1 Il CD Rom Affissione Consentita è stato ideato dalla compianta Maria Luciana Granzotto e da Claudio Zanlorenzi e alla sua realizzazione hanno collaborato: Maria Luciana Granzotto, Angelo Nordio, Chiara Puppini, Mirella Vedovetto, Claudio Zanlorenzi, Claudio Pasqual, Rodolfo Marcolin e Adriano Meneguzzi.
2 Cfr. Introduzione al Cd Rom: “Ogni manifesto è corredato da una scheda che fornisce informazioni essenziali (l’anno, la fonte, la tipografia, l’oggetto o argomento, il titolo, la proprietà, le dimensioni)”.
3 Del 1 maggio 1973 sono sicuramente il manifesto del PSI, quello del Fronte Unito per il socialismo e quello della manifestazione unitaria di Mestre. Incerta invece la datazione del manifesto del PCI, è sicuramente degli anni Settanta ma non è certo che si riferisse allo stesso anno. Infine abbiamo voluto inserire anche il manifesto della DC che è del 1978; anno in cui il clima nelle fabbriche e nelle piazze sta già cambiando. Siamo in pieno rapimento Moro, qualche giorno dopo, il 9 maggio, il suo cadavere verrà trovato in via Caetani. Tuttavia della vicenda nel manifesto non vi è alcun riferimento. È un manifesto in cui il carattere “neutrale” del testo è tale che potrebbe essere stato utilizzato anche per il 1 maggio di un anno diverso da quello di edizione.