di Mario Tonello
Regolo calcolatore per il cemento armato Sistema Nestler, n. 43, lungo 29,5 cm, in custodia di colore grigio verde.
Il catalogo della ditta Nestler del 1938 contiene i numeri 1-43, ma solo dopo il 1955 il nome della ditta si semplifica nel logo “NESTLER” così come compare su questo regolo. Nell’indice di un manuale del 1937 – Albert Nestler A.G., I regoli calcolatori logaritmici ed il modo di usarli, Albert Nestler A. G., Lahr (Baden) 1937 – si cita così il modello in questione: “Il regolo calcolatore per il Cemento Armato Sistema Nestler no. 43”. Il modello pertanto era stato ideato prima del 1937, ma ritengo che l’esemplare in questione sia successivo al 1955. Era quello di mio papà.
Mio papà era nato nel 1904 e si era laureato in ingegneria civile a Padova nel 1929.
Ha lavorato a lungo (dal 1936 al 1960 circa) alla SAVA di Marghera (azienda ora scomparsa). Si occupava della costruzione di silos, ma anche di case popolari e poi della manutenzione degli edifici e dei grandi spazi della fabbrica.
Quando era di turno la domenica o anche alle feste come Natale mi portava con sé in fabbrica e mi lasciava scorrazzare in bicicletta per i piazzali deserti (quand’ero più grandino potevo anche esercitarmi a guidare la macchina, tanto non c’era quasi nessuno). Ma era nel suo ufficio che facevo le scoperte più interessanti. La serie di matite da disegno, per esempio. Conoscevo ovviamente quelle che usavo a scuola, ma quelle dalla mina progressivamente più dura che lui usava per i disegni tecnici erano stupefacenti: si riusciva a tracciare delle linee di una sottigliezza impensabile e bisognava stare attenti a non incidere la carta. Lui mi mostrava allora delle tavole in cui i vari spessori delle linee significavano la diversità delle funzioni e dei materiali da impiegare poi nella costruzione di edifici o di vari oggetti. E io imparavo a leggere le cose non solo nel loro aspetto finale, ma anche nella fase nascente della loro progettazione (non ancora in quella della loro costruzione).
A casa, per fare la punta alle matite usavo i soliti temperini, in cui il vero piacere – oltre alla mina perfettamente appuntita – era l’uscita delle lamelle di legno arricciate e quanto più lunghe possibile. In ufficio scoprii che esisteva un attrezzo avvitato a un tavolo in cui infilavi le matite spuntate e le fissavi a una molla che le spingeva dentro. Giravi poi una manovella e in pochi istanti la punta era bella e fatta, ma i trucioli se li mangiava. Scoprii allora la competizione tra piacere estetico del lavoro manuale ed efficienza tecnologica.
Il momento in cui la scoperta razionale delle cose cedeva il passo alla fascinazione della magia era quando papà tirava fuori il regolo calcolatore e faceva così all’impiedi dei calcoli algebrici complessissimi, con lunghe file di decimali, potenze, radici quadrate e via così, muovendo velocemente asta e cursore. Poi lo riappoggiava e continuava il lavoro. Rimanevo a guardarlo a bocca aperta.
Ho tentato mille volte di impadronirmi del funzionamento del regolo ed entrare così nel dominio in cui l’astrazione concettuale e metafisica della matematica si traduceva in misure dello spazio fisico tra le sue tacche. Non ci sono mai riuscito. È per questo che poi ho fatto Lettere.
Al posto di una semplice didascalia, mi piacerebbe ci fosse una scheda ad accompagnare la visione di questo oggetto. Comincerebbe con una descrizione più articolata: la custodia è di colore grigio-verde; sul lato frontale del coperchio c’è la scritta “NESTLER Nr. 43”; sul retro un triangolo isoscele con la sigla “STI”; sul lato corto “nr. 43”. Il modello in questione è scritto nella sede della asta scorrevole: “Nr. 43 Stahlbeton „Hoffmann” NESTLER”. Stahlbeton indica che il modello è dedicato ai calcoli per il cemento armato.
Il regolo è lungo 29,5 cm. ed è costituito da una stecca di legno chiaro su cui sono applicate due scale fisse (il “fisso”). Tra queste scale è ricavata una sede in cui scorre una asta che porta su entrambi i lati delle scale. Vi è poi un cursore, cioè una piastrina mobile in vetro con delle sottili righe verticali che facilitano la lettura dei calcoli. Sul lato superiore vi è un righello millimetrato di 27 cm.
Il materiale di costruzione del regolo è il legno, mentre le scale sono incise su strisce incollate di un materiale plastico bianco, probabilmente melammina, che è stata prodotta industrialmente a partire dal 1940. Questo rende più probabile la datazione 1955. Tuttavia, l’aspetto dei regoli anteguerra è molto simile – almeno nelle foto – a quelli più moderni, e potrebbe trattarsi di osso (a imitazione forse dell’avorio).
Un manuale d’uso si trova qui: http://www.mamianilab.it/files/Regoli-Nestler-light.pdf. Da esso si può avere un’idea della incredibile complessità dei calcoli possibili con questo strumento.
I primi regoli sono stati inventati nel 1600. Ho letto che nei primi 5 viaggi spaziali gli astronauti usarono il regolo calcolatore: nel 1972 le calcolatrici elettroniche scientifiche non c’erano ancora. Da allora i regoli sono praticamente spariti.
Paolo dice
Il regolo mi ha sempre affascinato. Sono in possono di un Marcantoni n25, credo spacifico per il calcestruzzo (non ha le classiche scale dei regoli “standard”) ed è marchiato ‘cementeria di Monselice spa-bergamo ‘. Vorrei tanto trovare le istruzioni
Ottavio Raggi dice
Dove si può comprare ?
daniele salvador dice
Ho imparato a usarlo tardi all’università grazie a un docente di Tecnica delle Costruzioni (che ci invitava a usarlo per il calcolo) anche se aveva sempre circolato per casa: sia con uno zio che lo usava da modellista navale anche per progetto eliche, sia con mio padre per sviluppi lamiere, aria fluidi meccanismi. Io invece oltre ai calcoli connessi alla professione anche tuttora nei calcoli quotidiani. Ed è molto piacevole poter condividere ricordi dell’autore nella meraviglia dello strumento. Nella mia collezione vi è anche un Faber 379/1922, un Tecnostyl 41/c4, un Nestler 14 ma purtroppo non un 43 e specifico per il c.a. ma non riesco a trovarne uno e la ricerca non è facile, perché quello che ci spinge verso questo strumento è un legame antico.