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La prima ghinea. Dall’assemblea pubblica per la scuola (Firenze, 7 novembre 2020)

08/11/2020

di Filippo Benfante

Pubblichiamo l’intervento con cui il nostro socio e amico Filippo Benfante ha aperto l’assemblea pubblica convocata da Priorità alla Scuola Toscana il pomeriggio del 7 novembre in piazza Santa Croce, a Firenze. Prosegue da maggio la mobilitazione del comitato di genitori, insegnanti, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici del mondo della scuola, per ribadire che le scuole devono restare aperte.

Aprendo l’assemblea, in questa piazza, ho una sensazione di già visto, lo scorso giugno: tutto aperto intorno a noi, tranne scuole, biblioteche, archivi. Dietro l’angolo c’è la sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, chiusa da venerdì. Poiché faccio compromessi quotidiani con la vita e il bilancio, e in nome dello sconto cedo i miei dati personali, in questi giorni ho avuto la casella di posta elettronica piena di mail da negozi che mi avvisano: “noi siamo aperti, vieni, anche di domenica”. 

Questa mattina con mio figlio abbiamo fatto due passi. L’ho accompagnato all’allenamento con la sua squadra di basket: ora giocano all’aperto, su un campo di calcio, senza canestri. È un po’ strano ma è contento lo stesso. Sono stati ancora più strani quei pomeriggi dopo la scuola, durante la settimana in cui tutta le attività sono rimaste sospese. Fatalità proprio quando le giornate si sono accorciate e stare al parco al buio non è più possibile. 

Quando gli ho detto che nel pomeriggio saremmo venuti qui in piazza, ha protestato: “basta manifestazioni, e poi non serve a nulla”. Ho pensato che la giornata di pioggia e freddo passata in piazza del Popolo a Roma fosse un’attenuante sufficiente e poi ho provato a spiegargli. Pensa all’allenamento: lo fai per stare insieme ai tuoi amici, per condividere un divertimento e una passione, per migliorare e farti trovare pronto quando giochi la partita. Non si vince sempre, non si vince tutto. Le manifestazioni, e tutto quel che si fa tra una manifestazione e l’altra, sono la stessa cosa. Il 14 settembre hai trovato la scuola aperta, e in questi mesi ci sei potuto andare ogni giorno. I risultati sono la combinazione di tante cose, ma noi possiamo dire di esserci allenati molto, poi di aver giocato bene, al meglio delle nostre possibilità, e così abbiamo avuto parte in qualche momento decisivo: quando abbiamo scritto una lettera in aprile, quando abbiamo manifestato per primi a maggio, quando abbiamo continuato a giocare durante tutta l’estate, quando ci volevano solo in ferie, e così via. 

Non so se l’ho convinto. Da parte mia lo sono. La nostra battaglia ha dato dei frutti, qualcosa abbiamo perso, ovvio, e ora ci troviamo ancora a difendere, recuperare, aumentare quanto ottenuto. Ad aprile sapevamo di cominciare una lotta per difendere l’anno 2020/21 e per interrogarci: forse questo è un tentativo di riforma della scuola mascherato? Ora sappiamo che stiamo difendendo non solo il 2020/21 ma già il 2021/22 e di nuovo un’idea di scuola diversa da quella che intendono imporre. È una battaglia anche culturale, per affermare, ricordare che i e le minorenni di questo Paese finora sono stati quelli sacrificati e sacrificabili senza discussione. Lo sa bene chi è presente in questa piazza, chi insieme a Costanza Margiotta, insieme a me, in marzo aveva scritto la lettera sulla “mezz’ora d’aria” per i bambini. 

 

Oggi sono in vena di metafore. Forse ricorderete che non molto prima del lockdown ci fu quella grottesca discussione parlamentare da cui è uscita la legge che obbliga a equipaggiare i seggiolini con un segnalatore, perché i genitori non si dimentichino i bambini piccoli in macchina. Autobiografia di una nazione? In questi mesi Priorità alla Scuola ha fatto “bip bip bip”, anche quando non richiesto, e continua a farlo. Chi guida è molto duro d’orecchie, si capisce, o sta guidando con il cellulare in mano, cosa pericolosissima. Ma qualcosa ha inteso, qualcosa è passato e su questo qualcosa dobbiamo insistere e costruire. 

I cantori della Dad hanno ancora ottimi amplificatori per farsi sentire, ma sono diminuiti, sono meno spavaldi. Persino la ministra Azzolina, persino quel dirigente Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi che in maggio aveva lanciato un programma di digitalizzazione a tappeto, si sono di molto raffreddati. Giovedì sono arrivate le critiche del Comitato Tecnico Scientifico al nuovo DPCM: anche il CTS riconosce che adolescenti e preadolescenti hanno già dato ed è fondamentale garantire la frequenza scolastica in presenza “non solo per la formazione, ma per il benessere psicofisico della popolazione giovanile”. 

Tutto il resto lo abbiamo detto e scritto a cadenza quasi quotidiana, dichiarato ai mezzi di informazione, pubblicato sulla nostra pagina facebook. Il 2 novembre abbiamo riprovato con una lettera aperta (quasi 11mila firme a oggi). 

Quel che resta da dire ora è che non dobbiamo smettere di dichiarare che la scuola è un diritto fondamentale e un servizio essenziale e perciò dovrà essere l’ultima delle ultime a chiudere. La scuola va finanziata e protetta. Pretendiamo risorse di ogni genere per proteggere le scuole aperte dalla chiusura e per riaprire e tenere aperte le scuole che al momento sono chiuse, potenziando trasporti e sanità. Scuola pubblica laica solidale. Questa la prima ghinea, queste le nostre condizioni. 

Nota. L’assemblea si è svolta in piazza Santa Croce, dalle 15,45 finché c’è stata luce, intorno alle 17,30 circa. Ha partecipato un centinaio di persone, con interventi che hanno rappresentato tutte le componenti di Priorità alla Scuola: genitori, insegnanti (anche dirigenti scolastici), studenti di ogni età (dalle elementari alle superiori, all’università), sindacalisti. L’assemblea si è chiusa lanciando un presidio permanente a Firenze, a partire da martedì, nei pressi della sede del Consiglio regionale della Toscana: per ribadire il tema della scuola nel discorso pubblico, per pretendere una risposta alle lettere che Priorità alla Scuola Toscana ha inviato al nuovo governo della Regione, in carica da poco più di un mese.

Le foto della manifestazione sono di  Giulia (foto 1, 3 e 4) e Lucrezia Cominelli (foto 2), che ringraziamo.

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