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Il milione, ovvero uno da Camisan alla scoperta della città metropolitana. 11

16/04/2020

di Carlo Cappellari

Mancando, in tempi di quarantena, la possibilità di fare escursioni, il nostro Carlo Cappellari fa un viaggio intorno alla memoria del suo telefonino: scritte sui muri e immagini raccolte tra il 1° dicembre 2017 e il 4 febbraio 2020.

Graffiti metropolitani

Carissima Compagnia Gongolante,

quando abitavo ancora a Padova passavo almeno due volte al giorno davanti alle case popolari di via Giordano Bruno al cui angolo, per qualche anno, alla fine del secolo scorso, ha campeggiato la scritta “QUANDO IL SOLE TI TIRA PER LA CAMICIA PERCHE’ REGALARE LA GIORNATA AL TUO PADRONE?”. Un bel giorno è stata cancellata, ma l’autore o un estimatore l’ha riscritta e per un bel po’ di anni ancora sono tornato a sorridere ogni volta che la vedevo. Sarà per questo che, quando due anni fa sono venuto a stare a Mestre, ho preso l’abitudine di fotografare non solo i luoghi ma anche le scritte metropolitane.

La prima in cui mi sono imbattuto, il 2 novembre 2017, era scritta sul tessuto-nontessuto della recinzione del cantiere dell'erigendo M9 (Museo del 900) in via Poerio e diceva “UBRIACARSI NON È REATO LO STUPRO SI”.

La firma è quella del movimento antagonista. Forse faceva riferimento a un fatto di cronaca di cui, però, dato che ero appena venuto a stare a Mestre, non ero al corrente. L’M9 ha aperto i battenti a dicembre del 2017 e la recinzione del cantiere è stata rimossa, ma non mi è dispiaciuto perché la scritta non mi faceva sorridere.

Il 1° dicembre 2018, in via Manin al civico 17, mi sono imbattuto nella scritta “BARISTA DEL CAZZO” in colore celestino che è indubbiamente un colore originale e simpatico. Siamo a fianco dell’ex pub Scarpon, chiuso nella primavera del 2014 – come registrato da Claudio Pasqual nelle sue note mestrine su questo sito. Non mi stupirei se il messaggio fosse stato vergato da un aficionado rimasto orfano del locale, magari senza aver ricevuto nessun preavviso.

L’ultima volta che ci sono passato, la scritta c’era ancora.

Tristissima, ma non esente di una buona dose di resilienza, la scritta “CHIUSO PER USURA BANCARIA DURI I BANCHI” scritta su due lenzuola appese a una recinzione a Venezia, nel marzo 2018. Purtroppo non ricordo più dove. 

Poetica la scritta formato 50×50 “QUESTA NOTTE SOGNA” in via Forte Marghera, a fianco del Tribunale per i Minorenni, che ha una gemella diversa formato 50×70 sul Terraglio, all’altezza del villaggio Sartori, che dice: “COME PER MAGIA”. 

In via Piave di fronte al civico 32/A stava scritto “SEI BELLA COME UNA CAMIONETTA CHE BRUCIA”, un apprezzamento a cui nessuna ragazza potrebbe resistere a condizione che appartenga al movimento ACAB acronimo di “All Cops Are Bastard” (traduzione: “tutti i poliziotti sono bastardi”) di cui ho trovato e documentato una firma anche in via Bissa. Ce n’era una anche sul pilone del cavalcavia di via della Libertà, visibile sia con direzione Mestre-Marghera che con direzione Venezia-Mestre Corso del Popolo, ma non sono riuscito a documentarla.

L’ultima volta che l’ho vista, la scritta che avevo fotografato il 28 giugno 2018 era stata parzialmente cancellata, ridotta a un carino ma banale “SEI BELLA”.

C’è chi non si fida delle propria manualità preferendo affidarsi a un pratico ed efficace stencil. È il caso della scritta a Marghera dietro alla biblioteca in cui si legge “IN POLITICA LA STUPIDITÀ NON È UN IMPEDIMENTO”, che ha una copia meno sbiadita in via Fapanni, un attimo prima che inizi via Caneve. 

Nei paraggi, un altro messaggio che dice: “SACRIFICI & CHILOMETRI”.

Sempre a Marghera sul muro della prima casa popolare dietro alla biblioteca si trova quello che si direbbe un autentico reperto fossile, una scritta che avrebbe potuto essere fatta negli anni Settanta del secolo scorso che recita: “LA CASA È UN DIRITTO PROLETARIO PAGATA CON I FURTI SUL SALARIO”. 

Niente punteggiatura, grafia saliscendi, ma slogan attentamente rimato, buono per il muro ma anche per il corteo, come il movimento ci ha insegnato.

Il messaggio in colore argento, vergato in piazzale Madonna Pellegrina, sotto il portico dove ha sede il luogo di preghiera dei Fratelli musulmani, rimanda ai movimenti del XXI secolo, ma è più difficile immaginarne il significato e la mano che l’ha scritto: “W LE PUTTANE E I NO GLOBAL”.

Intrigante la domanda che ho documentato (ancora più sfocata del solito) il 13 febbraio 2019, a Porto Marghera lungo la banchina del canale industriale Nord in cui si chiede: “SEI UN DI QUELI?”.

Ho trovato una corrispondenza d’etilici sensi con la scritta “DROGHE LEGGERE, APERITIVI PESANTI!” in via Querini su un tamponamento in truciolato di un ingresso laterale a fianco della Biblioteca VEZ.

La firma – mi ha fatto sapere di recente un amico a cui ho mostrato la foto – è quella di un gruppo ultras che segue l’A.C. Mestre, gli Orange Insanity Mestre.

Comunque sia, quando ho bisogno di ritrovare il buonumore basta che passi di lì. E se, come in questo periodo, non posso passare, guardo la foto salvata sul cellulare e – per riprendere le parole dell’istoriatore di armadietti delle utenze telefoniche, “COME PER MAGIA” sorrido.

Basi grandi

Carletto da Camisan diventato venexian metropolitan

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