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Sulla sorte dell’Antica Posta di Mestre. Una dichiarazione del direttivo di storiAmestre

10/01/2020

di sAm

Quel che resta dell’edificio che viene chiamato l’Antica Posta di Mestre, situato davanti l’approdo delle imbarcazioni che un tempo collegavano la Terraferma con Venezia lungo il Canal Salso in una piazza tuttora nota come Piazza Barche, rischia di essere demolito per far posto, a quanto si legge in notizie di stampa, a un edificio di sette piani a ridosso di un nuovo parcheggio su più livelli. 

Cessata la funzione di Posta che aveva nel periodo della Serenissima, l’edificio ha conosciuto molti rimaneggiamenti: agli inizi del Novecento un garage, dopo la seconda guerra la sede della Fap, azienda di trasporti verso il Veneto orientale, da parecchi decenni in abbandono. Foto recenti ne mostrano lo stato attuale: con il tetto sfondato, e protetto da transenne per ragioni di sicurezza.

Certo, Mestre ha una sua tradizione in materia: per esempio chiamare Parco Ponci un parcheggio costruito distruggendo una villa e il suo giardino; adesso si potrebbe abbattere l’Antica Posta e poi chiamare così il nuovo garage multipiano che ne prende il posto. Ma è questa l’unica strada possibile?

Negli ultimi giorni alcune associazioni cittadine sono intervenute per richiedere di salvaguardare l’edificio per le valenze storiche che esprime. Rispondendo all’invito ricevuto il 7 gennaio 2020 dall’associazione Mestre Mia, storiAmestre interviene sulla questione con la dichiarazione che segue, in cui chiede che gli interventi urbanistici nel centro storico di Mestre siano tali da valorizzare i segni del passato ed evidenziare le diverse stratificazioni che in quest’area si sono accumulate e sovrapposte. 

“Ma la città – ha scritto Italo Calvino ne Le città invisibili – non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli svirgole”.

Sta a chi a cuore il rispetto per i segni del passato capire, e discutere, su come l’osservazione di Calvino possa essere attuata.

(sAm)

In merito alle notizie sull’imminente abbattimento dell’edificio in piazza Barche denominato “Antica Posta” a ricordo del vecchio edificio della Posta, di cui sono testimonianze celebri incisioni e dipinti settecenteschi, l’associazione storiAmestre si unisce a quanti chiedono che l’edificio stesso venga preservato e recuperato. L’edificio infatti è un segno storico che ricorda gli scambi tra la Terraferma e Venezia lungo il Canal Salso, in una piazza che non a caso, al di là del nome ufficiale di “piazza XXVII Ottobre”, continua a essere ancora chiamata piazza Barche. 

Malgrado siano state in larga misura cancellate dalla speculazione, le tracce del centro storico di Mestre sono ancora visibili in un percorso che comprende, per fare alcuni esempi, la colonna della Sortita e il ripristino del Marzenego in via Poerio. In altre parole l’edificio dell’Antica Posta è inserito in una trama urbana, preesistente al sacco edilizio del secondo Novecento, e contribuisce ad arricchirne le valenze storiche.

Cessata l’Antica Posta, l’edificio ha subito rimaneggiamenti secondo le diverse funzioni a cui è stato adibito. Spetta a chi ha a cuore il rispetto per i segni storici di una città chiedersi come poter evidenziare le stratificazioni che tanto contribuiscono a preservare il senso del passato e a consentirne la lettura. 

La nostra associazione si esprime per la salvaguardia dell’Antica Posta, chiedendo che la Soprintendenza intervenga per garantire la conservazione dell’edificio storico, e che vengano attuati un rilievo e un’analisi che consentano di discutere e di attuare le modalità di un suo recupero, nel contesto più generale del recupero storico di piazza Barche.

Zelarino, 9 gennaio 2020

Il direttivo di storiAmestre

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Archiviato in:direttivo sAm, La città invisibile, sAm Contrassegnato con: Antica Posta, centro storico, intervento, Mestre, piazza Barche, salvaguardia del patrimonio

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