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Il milione, ovvero uno da Camisan alla scoperta della città metropolitana. 8

13/12/2019

di Carlo Cappellari

Il nostro amico e socio Carlo Cappellari torna al parco San Giuliano: un progetto mai completato e ora addirittura insidiato da attività logistiche e commerciali.

Carissima Compagnia Gongolante,

credevo di conoscere il Parco San Giuliano finché Vittorio Resto non mi ha portato nel suo cuore ovvero il seno della sepa (l’insenatura della seppia).

L’ingresso del parco è su via San Giuliano e corrisponde alla porta rossa ma ci sono anche le porte arancio, quella gialla e quella blu. (Informazione pratica: alla porta rossa, alla porta blu e alla porta gialla ci sono ampi parcheggi in cui si può lasciare l’auto per tre ore senza pagare nulla, mentre la porta arancione corrisponde all’ingresso dal ponte strallato che sovrappassa la rotondona all’imbocco di via Orlanda.)

Sulla porta rossa è affissa una targa che ricorda che il parco è stato inaugurato l’8 maggio 2004. Per la precisione, allora fu inaugurata una piccola parte del parco, solo 70 ettari sui 700 del progetto pensato dall’architetto italo-americano Antonio di Mambro e fortemente voluto da Gaetano Zorzetto.

Di fronte alla porta rossa c’è la controguardia 9 di Forte Marghera, mentre verso ovest si intravvede il ponte strallato e verso est via San Giuliano. 

Abbiamo imboccato via San Giuliano che è diventa un’area di carico-scarico per le attività di logistica lungo il canale militare.

Dette attività commerciali sono abusive e dovevano essere eliminate, ma, secondo il nuovo “piano della mobilità” (lo chiamano così) non solo dovrebbero restare, ma addirittura quadruplicare la propria consistenza passando da 1.000 a 4.000 metri quadri coperti, occupando tutta via San Giuliano e parte del parco.

Oltrepassato il parcheggio di San Giuliano, abbiamo girato a sinistra subito prima dell’ex garage liberty, ora piccolo cantiere nautico e poi a destra fino all’accesso pedonale ai circoli remieri e velici. Sulla destra vi è l’edificio dell’ex colonia elioterapica (che risale agli anni Quaranta) davanti alla quale si estendeva la “spiaggia di Mestre”, utilizzata dal dopoguerra agli anni Settanta.

Attraversata l’area del circolo velico siamo arrivati in riva alla laguna di fronte all’isola di San Giuliano, dove passava l’antico tracciato della via Annia, ma ora abbandonata e confidenzialmente chiamata l’isola dei sorzi (topi).

A destra vi è il canale San Giuliano con i barchini a motore che sfrecciano in planata mentre a sinistra scivola il sandolo (barca a remi a fondo piatto) vogato alla valesana (con due remi incrociati).

A dividere i due mondi c’è la punta San Giuliano con un pontile a sinistra e un pontile a destra e la ex Dogana, poi ristorante e ora sede delle associazioni remiere e veliste.

Grazie alla gentilezza dei vogatori e dei velisti siamo potuti salire al primo piano a fotografare il canale militare iniziato dai Francesi (1805) e completato dagli austriaci e il canale San Giuliano con sullo sfondo “el Paron” (il campanile di San Marco).

Il sole calava dietro ai Pili (i due pilastri in pietra d’Istria che segnalano il confine fra laguna e terraferma) e il momento era giusto per andare a vedere la banchina che affaccia sul seno della sepa.

 

Non c’è immagine che possa rendere ciò che l’occhio vede: il campanile di Torcello a sinistra della bricola (tre pali di legno uniti fra loro che segnano il margine di un canale) centrale e quello di Burano sulla destra, Tessera a destra e Campalto a sinistra, l’antica foce del Marzenego “Alle Rotte”.

L’ultima immagine della giornata avremmo voluto fosse quella delle due donne che si godono la pace e la serenità della laguna all’imbrunire a bordo di una mascareta.

Invece è stato quello di via San Giuliano invasa a tutte le ore da veicoli commerciali impegnati nello scarico-carico di merce per e da Venezia, in buona sostanza la banchina di un porto anziché l’accesso a un parco.

Banchine e spazi portuali non mancano al di là dei Pili o nelle aree dismesse di Porto Marghera, mentre, giorno dopo giorno, l’accesso ai circoli velici e remieri e al seno della sepa risulta sempre più difficoltoso a causa dell’intensificazione delle attività lungo via San Giuliano.

Per questo, per conservare un pezzo importante del parco San Giuliano e consentire l’acceso al cuore stesso del parco, l’Associazione degli Amici del parco di San Giuliano ha organizzato una camminata di protesta la mattina di sabato 7 dicembre. Ho conservato una copia di una “lettera di invito”, che potete vedere cliccando qui.

Basi Grandi

Carletto da Camisan diventato venexian metropolitan

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