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Il milione, ovvero uno da Camisan alla scoperta della città metropolitana. 3

27/04/2019

di Carlo Cappellari

Terzo appuntamento con le escursioni del nostro amico e socio Carlo Cappellari nella città metropolitana. Per leggere la presentazione della serie (insieme alla prima puntata), cliccare qui.

Il Capannone e la Casa

Carissima Compagnia Gongolante,

a Marghera ci sono tanti capannoni, ma uno solo è “Il Capannone” e ci sono tante case ma una sola è la “La Casa (del Popolo)”. Entrambe si trovano a Ca’ Emiliani i cui abitanti per decenni hanno rappresentato la forza di riserva in appoggio alle manifestazioni sindacali, ai picchetti, ai blocchi. Alla vita sindacale del Petrolchimico quelli di Ca’ Emiliani hanno sempre partecipato tutti, dai più piccoli ai più grandi, donne comprese. A detta di Antonio detto Toni “bastava fare un fischio e loro arrivavano”.

Celebre fu la cosiddetta “battaglia di Ca’ Emiliani”, dell’agosto 1970, quando, in occasione dello sciopero delle imprese, per giorni in prossimità del quartiere vi furono scontri e barricate con episodi di vera e propria guerriglia urbana, in cui i manifestanti ricevettero solidarietà e aiuto dagli abitanti del quartiere, tutti schierati a favore della lotta in corso.

Il centro della vita sindacale degli operai del Petrolchimico era lo spazio aldilà della strada di fronte all’ingresso 3 proprio dove nel 1970 è stato allestito il capannone in ottemperanza al diritto di assemblea retribuita sui luoghi di lavoro ottenuto con i contratti collettivi del 1969.
Il centro della vita politica di Ca’ Emiliani era la casa del Popolo detta “Il Partito” (anche in questo caso: i partiti erano tanti, ma c’era solo un Partito).

La Casa del Popolo iniziò a essere costruita nel 1951, su un’area donata dal Comune di Venezia al Circolo Ricreativo Culturale G. Felisati (Giovanni Felisati detto “El Moro”, operaio di Carpenedo, lavorava alla Montevecchio a Marghera, comunista; era stato trucidato dai fascisti il 28 luglio 1944, assieme ad altri dodici compagni partigiani, sulle macerie di Ca’ Giustinian).

Capannone e Casa distano fra loro in linea d’aria 400 metri, il capannone a est e la Casa a ovest del quartiere di Ca’ Emiliani e anche se la Casa si trova in via dell’Avena sono idealmente collegati da via Bottenigo.

Per individuare il Capannone dovete girare le spalle alla chiesetta di Santa Maria delle Grazie detta della Rana e imboccare via Bottenigo; sulla vostra sinistra c’è un grande cancello oltre il quale potete ammirare il lato nord del Capannone.

   

Cinquanta metri più avanti c’è uno slargo, sempre sulla sinistra, da dove potete vedere il lato ovest e, con un po’ di fortuna, potete trovare aperto il cancello e andare a vedere anche il lato sud e il lato est.

   

Da lì potete sbirciare all’interno della sala attualmente in uso al sindacato chimici.

Se vi girate, sulla vostra destra, c’è un cancello giallo che porta a uno spiazzo che fronteggia il cancello 3 del Petrolchimico. Da quel cancello, gli operai in sciopero, sciamavano verso il Capannone per tenervi le assemblee.

    

Se riprendiamo via Bottenigo e la seguiamo fino alla rotonda a sinistra inizia via dell’Avena e dopo cento metri di via dell’Avena avrete davanti a voi, sulla destra, il lato nord della Casa del Popolo.

Se vi spostate dall’altro alto della strada vedrete il lato est che rende manifesto come da molto tempo nessuno faccia più uso della Casa e il rudere sia in vendita. Stessa cosa per il lato sud.

   

Ma è chiaro che se se ne sono andati gli abitanti di Ca’ Emiliani, gli ultimi dei quali sono stati alloggiati alla CITA al civico 27 dopo l’alluvione del 1974, anche la Casa del popolo sia stata abbandonata.

In effetti la Casa del Popolo, nel corso del tempo diventata nota anche come “Il bar dei comunisti”, è stata attiva almeno fino alla fine degli anni Novanta; ho preso le notizie che la riguardano dall’articolo di Fabio Brusò che potete andare a leggere su questo stesso sito.

Basi grandi.

Carletto da Camisan diventato venexan anzi mestrin

 

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