• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
storiAmestre

storiAmestre

storia e documentazione del tempo presente

  • Chi siamo
    • Informativa sulla privacy e l’utilizzo dei cookie
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
      • 68 di Carta
      • 40 anni di manifesti
    • Agenda
  • Pubblicazioni
    • Quaderni
      • Titoli pubblicati
      • Come avere i Quaderni
      • 1. Breda, marzo 1950
      • 2. L’anarchico delle Barche
      • 3. Bloch notes
      • 4. Andare a vedere
      • 5. Cronache di anni neri
      • 6. Pensieri da un motorino
      • 7. Per riva e per marina
      • 8. Un cardellino in gabbia
      • 9. L’onore e la legge
      • 10. Il popolo delle pignatte
      • 11. Compagni di classe
      • 12. Rivolta e tradimento
      • 13. Acque alte a Mestre e dintorni
    • Altre pubblicazioni
  • Autori e Autrici

«Un pezzo grosso ha detto…». Una lettera sulla guerra e sulla pace

15/04/2017

di Pasquale De Curtis

L’amico Pasquale De Curtis ci ha scritto una lettera a proposito delle notizie di guerra questi ultimi giorni, accompagnata da tre brani tratti da un’intervista a Carlo Cassola del 1977. Pubblicandola, ricordiamo Cassola, di cui quest’anno cade il centenario della nascita, e pensiamo agli auguri che in questi giorni vengono scambiati in tanta parte dell’Europa e del mondo. Ci associamo a questo rito augurando che una volta tanto a primavera i re non vadano alla guerra, e che noi sudditi sappiamo impedirlo.

Cari di storiAmestre,

commentando le notizie di questi giorni quasi tutti ricordano la guerra fredda, i primi anni dell’«era atomica», anche i missili di Cuba… Per prima cosa, a me sono venuti in mente le voci di quelli che Marco Toscano, sul vostro sito, indicava come autori e autrici di «avvisi per i posteri» dopo il massacro della prima guerra mondiale.

Non si riesce a capire se viviamo nel 2017 o nel 1917, quando nessuno era in grado di prevedere quando la guerra sarebbe finita: quando tutti sarebbero stati sazi di sangue? Un anno dopo i combattimenti cessarono e tutti gli Stati si accordarono per decidere chi avesse vinto e chi avesse perso, senza rendersi conto che alla fine aveva vinto la Guerra e che i tabù, come l’uso del gas e l’uccisione di civili in Europa (nelle guerre coloniali non erano mai stati considerati tali), una volta infranti non si ricostituiscono se non a prezzo di un’autoeducazione che non ci fu, tra gli altri motivi anche per come il grande massacro venne ricordato e celebrato fino a oggi.

In questi giorni si legge di una “superbomba”, anzi della “madre di tutte le bombe”, di cui vengono decantate le proprietà come nelle etichette negli scaffali di un supermercato (peso di 9.800 chili, “capace di sprigionare fino a 11 tonnellate di esplosivo e di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri”), e viene da domandarsi se queste cose non siano state scritte nel 1917, al colmo di un’idolatria per il gigantismo tecnologico e di un fascino per gli effetti spaventosi di armi distruttive come non mai nella storia.

Sarà che il 1917 è l’anno di nascita di Carlo Cassola, leggendo queste notizie mi sono poi venuti in mente i pezzi da lui scritti negli ultimi anni di vita, quando non si stancò di ripetere che il 6 agosto 1945 con la prima bomba atomica era iniziata una nuova era nella Storia davanti alle quali Giustizia e Libertà (le parole che amava) non avevano più senso davanti al pericolo che la tecnologia ponesse fine all’Umanità. Non era il primo a protestare. Lui stesso ricorda che nel 1955 Einstein e Bertrand Russell avevano scritto nel loro celebre appello: “O l’umanità distruggerà gli armamenti, o gli armamenti distruggeranno l’umanità”.

Quando Cassola scriveva, il mondo era diviso in due blocchi dominati da Stati Uniti e Unione Sovietica; oggi la situazione è diversa, ma da allora questo monito non cessa di essere attuale visto che gli arsenali non hanno fatto altro che crescere.

Salutandovi, allego tre brani da un’intervista che Cassola rilasciò nel 1977.

Pasquale De Curtis

Gli armamenti vanno distrutti tutti, di Carlo Cassola

Leggo sul giornale che un pezzo grosso cinese ha detto che la guerra tra le due superpotenze è inevitabile, e che pertanto la Cina si deve preparare alla guerra. Prepararsi a che cosa? All’idea di essere sterminata? Giacché nessuno in Cina sfuggirebbe al suo destino se davvero scoppiasse la guerra tra le due superpotenze. La guerra tra le due superpotenze vorrebbe dire la fine del mondo, e anche la Cina fa parte del mondo. Il giornale dava la notizia come se quel pezzo grosso cinese avesse fatto una previsione assolutamente innocua, che so, su chi avrebbe vinto i 110 metri a ostacoli nelle prossime Olimpiadi del 1980. Non si dicevano le cose a cui ho accennato io, cioè che quel pezzo grosso cinese mancava totalmente di logica: la conclusione faceva infatti a pugni con la premessa.

E non si diceva che anche la Cina, essendo uno Stato sovrano armato, contribuisce ad accrescere la tensione nel mondo. Giacché questo è il punto: che la pace la si può assicurare in un modo solo, abbattendo le frontiere e distruggendo gli armamenti; non facendo avanzare il socialismo o la libertà…

Il socialismo e la libertà sono cose bellissime, io stesso ho fatto parte di Giustizia e Libertà, e continuo considerare Carlo Rosselli l’uomo più intelligente dell’antifascismo; ho anche fatto parte di Unità Popolare, che [Antonio] Greppi voleva ribattezzare proprio Socialismo e Libertà; tuttavia il socialismo e la libertà non sono la cosa più importante. Il socialismo non potrà affermarsi se prima non si distruggono gli Stati sovrani armati, giacché proprio gli armamenti sono la causa principale della miseria (come un tempo capiva qualsiasi militante del movimento operaio); e se venisse la fine del mondo, la libertà andrebbe a farsi benedire come qualsiasi altro ideale umano.

*

Gli armamenti vanno distrutti tutti, compresi i temperini. È vero che ad assicurare la fine del mondo sono solo gli armamenti nucleari; gli altri, quelli convenzionali, possono tutt’al più assicurare la ripetizione degli orrori delle due guerre mondiali. Era certo alla bomba H che pensavano Einstein e Bertrand Russell quando nel 1955 proclamarono insieme: “O l’umanità distruggerà gli armamenti, o gli armamenti distruggeranno l’umanità”.

Tuttavia è per lo meno dal 1945 che è emersa chiara, per chiunque voglia usare il cervello, la necessità assoluta di cambiare strada. A causa di un fatto nuovo, la prima bomba atomica, e di due lezioni della storia, che avrebbero dovuto essere chiare a tutti e che non sono state chiare a nessuno:

1. Gli armamenti sono la causa principale (non la sola) della miseria, in tutto il mondo. Finché ogni Paese userà una parte considerevole delle proprie riserve per armarsi, il progresso sociale resterà una chimera. […]

2. Gli apprestamenti difensivi in tempo di pace sono inutili, in tutti i Paesi del mondo meno due [Urss e Usa, NdR]. In quei due sono ugualmente da abolire, altrimenti la fine del mondo è sicura. Ho già accennato alla cosa, e quindi non mi ripeto. Vorrei solo aggiungere un’osservazione. Una sostenitrice del disarmo unilaterale mi ha scritto che gli argomenti contro la tesi della impossibilità della difesa le sembrano secondari. Invece no: sono il nerbo del discorso principale. Il militarismo infatti non si fonda sula difesa del principio di aggressione, ma sulla difesa del principio di difesa. È questo che va sradicato […], giacché è su questo che poggia l’edificio di menzogne chiamate militarismo. Bisogna dire che in tutti i Paesi del mondo meno due i ministeri della Difesa dovrebbe chiamarsi ministeri dei quattrini buttati via; e che in America e in Russia dovrebbero chiamarsi ministeri dell’Aggressione.

*

Dico: dal punto di vista della libertà le cose possono certamente peggiorare. Può tornare addirittura il fascismo. Ma dal punto di vista della pace, che è di gran lunga il più importante per ricapitolare gli avvenimenti, il peggio è già avvenuto. L’Italia è oggi nemica della pace come lo era ieri, sotto il fascismo, o ieri l’altro, sotto la monarchia liberale. È nemica della pace per il solo fatti che è uno Stato sovrano armato. Insieme con tutti gli altri Stati sovrani del mondo, assicura la miseria e garantisce la fine del mondo a breve scadenza. Mentre se attuasse il disarmo unilaterale e si dichiarasse pronta a rinunciare alla sovranità per federarsi coi vicini, assicurerebbe la sopravvivenza del mondo ed eliminerebbe la miseria. Si acquisterebbe quindi un merito storico incomparabile.

Da: Carlo Cassola: letteratura e disarmo, intervista e testi a cura di Domenico Tarizzo, Mondadori, Milano 1978, pp. 32-33, 29-30, 34-35.

Articoli correlati:

    La guerra mantiene lo Stato in buona salute di Randolph S. Bourne Ricordiamo un doppio centenario: quello della fine della Prima guerra mondiale (per l’Italia l’armistizio entrò in vigore il 4 novembre 1918) e quello della morte del pacifista statunitense Randolph S. Bourne (scrittore e critico letterario morto di influenza spagnola nel dicembre 1918). Quando morì, Bourne stava...
    “Una coperta da campo è per me il 25 luglio”. Ricordi del 1943 di Vittorio Sereni Passato da una decina di giorni il 75° anniversario del 25 luglio 1943, mentre si avvicina quello dell’8 settembre, riprendiamo alcuni brani di una prosa di Vittorio Sereni (1913-1983), dedicati a ricordi dell’anno ’43. Sereni, ufficiale di complemento, fu fatto prigioniero dagli americani in Sicilia la notte...
    Un buon 25 aprile tra i libri di Alberto Cavaglion Anche quest’anno per i nostri tradizionali auguri di buon 25 aprile abbiamo chiesto aiuto a un amico. L’8 aprile è uscita la nuova edizione del libro di Alberto Cavaglion, La Resistenza spiegata a mia figlia. Per gentile concessione dell’autore e dell’editore Feltrinelli, proponiamo alcune pagine tratte dalla nuova...

Archiviato in:Carlo Cassola, La città invisibile, Letture, Pasquale De Curtis Contrassegnato con: anniversari, pacifismo

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Daniele Zuccato su Bombardamenti a Mestre 1941-45
  • Domenico Canciani su Paesaggio, non luoghi e periferie: riflessioni per una nuova geografia della storia locale
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano

Tags

8 settembre 18 marzo 25 aprile 1848 anniversari antifascismo Avvisi per i posteri camminare Comune di Parigi cronaca descrizione escursione fascismo festa sAm Firenze guerra Il Milione intervento intervista lavoro manifestare manifestazione Marghera Marzenego Mestre paesaggio pagine scelte Parigi presentazione prima guerra mondiale Primo Maggio razzismo regione Veneto Resistenza resoconto ricordi san Nicola scuola spunti-ni storici storia del lavoro storia del movimento operaio storiografia strenna urbanistica Venezia

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Daniele Zuccato su Bombardamenti a Mestre 1941-45
  • Domenico Canciani su Paesaggio, non luoghi e periferie: riflessioni per una nuova geografia della storia locale
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano

Copyright storiAmestre © 2025

Il sito storiAmestre utilizza cookie tecnici ed analytics. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra in linea con la nuova GDPR.Accetto Ulteriori informazioni
Aggiornamento privacy e cookie (GDPR)

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
ACCETTA E SALVA