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In città. Marzo-maggio 2016

01/07/2016

di Claudio Pasqual

Torna la primavera. Eventi nelle città; locandine e modi di rappresentare la città metropolitana e i suoi simboli. Comunicazioni istituzionali e messaggi autogestiti. Alberi, aiuole e scoiattoli. Uno stemma medievale per la città “smart”. La città nel centro commerciale e la ginnastica in parrocchia. Il territorio pensato attraverso le squadre di calcio e gli ospedali.

2 marzo 2016

La parrocchia di San Marco Evangelista in viale San Marco organizza in patronato corsi di ginnastica posturale. L’ho letto su un volantino lasciato sul bancone di una sanitaria del viale.

4 marzo 2016

Trovo un altro cartello, questa volta in viale Garibaldi vicino alla chiesa di Carpenedo, riferito al mondo vegetale. È protetto da una busta di plastica e legato con lo spago al tronco di un albero. Anche questo è anonimo e contiene un lamento allusivo a innominati nemici delle chiome dell’albero medesimo, in mezzo a un’aiuola ai piedi di un palazzo. Rifugio per varie specie di uccelli e fonte di refrigerio durante i bollori estivi, “la sua sfortuna è stata quella di essere cresciuto in città, dove, no (per carità!) la chioma proprio non ci può stare…”. Dal tenore e dal tono dello scritto, sembrerebbe trattarsi dello sconfinamento nello spazio pubblico di una privata bega condominiale.

VolantinoAlbero

6 marzo 2016

L’ammiratore deluso – o il critico beffardo – non demorde. Sui teloni che hanno sostituito la chiusura del cantiere del nuovo ostello in Rampa Cavalcavia, dove aveva già tracciato una prima scritta, ha ripetuto due volte, questa volta in vernice rossa, #brugnarofaiqualcosa.

8 marzo 2016

Su una parete dell’ascensore del centro commerciale Le Barche, dentro una piccola bacheca in plexiglas, la libreria Feltrinelli espone le locandine degli eventi che organizza nei suoi locali al sesto piano. Oggi si annuncia la presentazione del libro La maschera scomparsa; sulla protezione di plastica una mano ignota ha tracciato a penna una parola: “Brugnaro”.

27 marzo 2016

Il leone di San Marco è tornato sulla colonna della Sortita davanti al centro Le Barche. Guarda Venezia ma di sguincio, fisso diciamo tra Venezia e Pellestrina.

28 marzo 2016

Un volantino appiccicato con lo scotch a un palo della luce annuncia una “manifestazione contro ogni forma di terrorismo e violenza” per la sera di mercoledì 6 aprile in piazza San Marco. Lo slogan, in caratteri grandi, suona “Noi non abbiamo paura”. L’occasione sono ovviamente “gli attentati in terra belga”. Mi colpisce la seguente espressione, “come una volta”: come una volta è necessario scendere in piazza e lottare per i propri diritti. Che l’affermazione immediatamente successiva restringe a una sola parola: “Tutti con la propria identità in nome della pace”. Si dichiara “benvenuta” qualsiasi comunità o fede religiosa voglia partecipare. Una preghiera, un ricordo, una speranza – questi i generi di discorso a cui hanno pensato gli organizzatori dell’evento – da chiunque vorrà prendere la parola, senza oratori ufficiali. Chiude il volantino una richiesta: “si cercano volontari”. Una è senz’altro la Valentina che ha vergato con il pennarello nero il suo nome sul foglio, aggiungendo un numero di cellulare, “per info”.

29 marzo 2016

Gli uomini in divisa non si limitano a passeggiare armati fino ai denti, oggi li ho visti che in piazzetta XXII Marzo controllavano i documenti a tre asiatici. Due militari esaminavano le carte, il terzo sostava a breve distanza con il mitra imbracciato.

5 aprile 2016

Sono finalmente riuscito a fotografare sul tabellone elettronico al piano terra del centro commerciale “Le Barche”, e avere così modo di studiarla con attenzione, l’inserzione pubblicata dagli autonomisti mestrini. È firmata www.mestrecomune.it e corredata da uno dei due stemmi cittadini, quello medievale con l’acronimo “CM” (“Communitas Mestrensis”: come avrebbe potuto essere l’altro, risalente al 1923 e siglato “MF”, che significa “Mestre Fidelissima”, sottinteso a Venezia.

Autonomisti

L’inserzione si compone di due pagine. Nella prima schermata, suddiviso su tre colonne, compare un lungo elenco piuttosto eterogeneo di informazioni. Nello spazio a sinistra, mescolando presente e passato senza un criterio evidente, ecco una spigolatura di vanti mestrini in campo sociale, economico e culturale; dal parco di San Giuliano fra i maggiori d’Europa al Marco Polo terzo aeroporto italiano, dal Toniolo quarto teatro in Italia per numero di spettatori agli allori internazionali della scherma locale, dalla medaglia d’oro per i fatti del 1848 e dal comune autonomo soppresso nel 1926 alla “Liverpool italiana” nei Sessanta per la quantità e il livello di cantanti – tra gli altri Patty Pravo –, band ed eventi musicali.

Nello spazio centrale si denunciano le disfunzioni e criticità conseguenti dall’unità politico-amministrativa di Mestre con Venezia. A destra, sotto il titolo Il segreto per Mestre…, il pezzo forte, l’esposizione in dieci punti delle potenzialità della città di terraferma, realizzabili ovviamente solo con la separazione amministrativa – l’ultima è che “Mestre può salvare Venezia, facendola divenire città autonoma con statuto speciale e finanziamenti europei”.

Ho trovato più interessante la seconda schermata. Propone una doppia sequenza, intitolata Mestre ieri… e Mestre oggi…, fatta di immagini appaiate di luoghi della città com’erano e come sono al presente, dal confronto dei quali i primi devono uscire superiori per amenità e armonia.

Si chiude con Mestre domani…, preannunciata come “smart city”, la città intelligente, incardinata su una lunga lista di parole chiave dell’ultramodernità – da “economia verde” a “cloud”, da “connettività” a “sostenibilità” e via elencando.

Infine, la citazione cinefila di Ritorno al futuro, con grafica identica al manifesto del film di Zemeckis.

7 aprile 2016

Leggere messaggi d’amore sui muri della città è un’esperienza frequente. Espressioni stereotipate, da baci Perugina. Questa che ho incontrato in via Lazzari mi pare che significhi altro e di più: “Ti amo Kadjisha”, da un ignoto innamorato con la vernice rossa sul portello di una centralina dell’Enel.

8 aprile 2016

Una storica casa di calle del Sale – una sua foto d’inizio Novecento si trova riprodotta in varie pubblicazioni sulla città – è diventata da poco, come dichiara una grande insegna bianca sulla facciata, “Casa Mestre”. Al centro tra le due serie di finestre al primo piano, campeggia lo stemma su fondo arancione dell’Associazione Calcio Mestre. In effetti qui ha preso sede il club calcistico erede, nei colori sociali, e anche nello spirito, delle tradizioni della scomparsa Mestrina. Su entrambi gli angoli dell’edificio compaiono due insegne verticali identiche, “Mes3sport”. Al pianterreno due negozi di abbigliamento con le insegne “Mestre Store” e “In the box. Vintage clothing industries”. In questi locali aveva sede, durante la campagna per le amministrative dello scorso anno, il comitato elettorale dell’attuale sindaco Luigi Brugnaro.

CasaMestre

9 aprile 2016

Per il manifesto del Comune di Venezia che pubblicizza l’iniziativa “Le città in festa. Primavera”, l’immagine della città è un prato con tanti fiori di ogni colore, dentro a ogni corolla il nome di un luogo: sono grosso modo quelli che figurano elencati in ogni rappresentazione di Venezia arcipelago urbano, ma è insolito trovarci Gazzera e Catene.

FestaPrimavera

14 aprile 2016

Si sono promosse campagne per l’adozione di monumenti, di fossi e di tombini. Siamo arrivati alle aiuole. Sempre il nostro Comune ha lanciato il progetto “Adotta un’aiuola” e l’“Angolo dell’ottica”, un negozio di ottica in via San Pio X, si è presa in carico quella davanti alle sue vetrine. Ce ne informa un cartellino legato al tronco dell’albero che sovrasta un tondo di terra di un metro di diametro, pacciamato e perciò senza verde, piuttosto malinconico a vedersi.

16 aprile 2016

Il manifesto di “Live Music Mestre”, dal 22 al 25 aprile nell’ambito de “Le città in festa”, fa pubblicità all’evento trasformando la torre dell’Orologio in un enorme altoparlante.

19 aprile 2016

Una nuova punta degli avvistamenti zoologici urbani. Mentre transito in auto lungo via Castellana, uno scoiattolo, inconfondibile, salta sul tronco di uno degli alberelli che fiancheggiano la strada, all’altezza del centro sportivo di Zelarino.

21 aprile 2016

Ospedale civile di Venezia. Devo fare un esame che prevede la sedazione cosciente. Il medico mi raccomanda di non guidare nella giornata di oggi. “Vedo che lei viene da fuori”, mi dice. “Vengo da Mestre”, rispondo. Mi confessa che anche lui è di Mestre, si è trasferito al di là del ponte dopo il matrimonio con una veneziana.

4 maggio 2016

Incontri di oggi che mi sono rimasti impressi: una donna velata al volante, la prima che vedo; un tizio con una felpa rossa con la scritta in bianco sul petto “Mestre”, modello Salvini.

5 maggio 2016

Dei centri commerciali si dice che hanno svuotato i centri cittadini; risucchiato la vita urbana, spontanea e multiforme, tanto e spesso casuale e disordinata, nei loro spazi monodimensionali, pianificati e organizzati. C’è un bar all’Auchan “Porte di Mestre”, ottimi spritz e tramezzini, molto frequentato, che ha una parete decorata con una suggestiva immagine di via Palazzo, opera di un artista dalla mano felice, vista dal municipio con la torre sullo sfondo, contornata da una cornice di tag e graffiti in stile street art.

Bar

17 maggio 2016

Il murale in piazzetta Allegri che rappresentava lo skyline della città è stato occultato, ricoperto sotto uno strato di vernice bianca; al suo posto, volantini appiccicati con lo scotch reclamizzano una serata con un dj.

20 maggio 2016

Due ragazzi, un maschio e una femmina, giocano a scacchi a un tavolino all’aperto del bar Centrale in piazzale Sicilia (Donatori di Sangue).

21 maggio 2016

Un negozio di casalinghi promette dalla vetrina una sventagliata di sconti “eccezionale!” (in caratteri cubitali), dal dieci al sessanta per cento. Poi, anticipando il pensiero dei passanti, chiosa in questo modo: “Tranquilli… non chiudiamo” (anche il verbo a caratteri cubitali), con accompagnamento di emoticon sorridente.

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