• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
storiAmestre

storiAmestre

storia e documentazione del tempo presente

  • Chi siamo
    • Informativa sulla privacy e l’utilizzo dei cookie
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
      • 68 di Carta
      • 40 anni di manifesti
    • Agenda
  • Pubblicazioni
    • Quaderni
      • Titoli pubblicati
      • Come avere i Quaderni
      • 1. Breda, marzo 1950
      • 2. L’anarchico delle Barche
      • 3. Bloch notes
      • 4. Andare a vedere
      • 5. Cronache di anni neri
      • 6. Pensieri da un motorino
      • 7. Per riva e per marina
      • 8. Un cardellino in gabbia
      • 9. L’onore e la legge
      • 10. Il popolo delle pignatte
      • 11. Compagni di classe
      • 12. Rivolta e tradimento
      • 13. Acque alte a Mestre e dintorni
    • Altre pubblicazioni
  • Autori e Autrici

Ma Venezia è unica? Una lettura

13/03/2016

di Giacomo Corazzol

Il nostro amico Giacomo Corazzol ha recensito per un giornale israeliano un’antologia su Venezia curata dallo scrittore e traduttore Reuven Miran, pubblicata in Israele nel 2015 (Venezia, una storia d’amore, Nahar Books, Binyamina 2015, 267 p.). Riprendiamo qui la versione italiana del testo apparso in ebraico nell’inserto Sefarim (“Libri”) del quotidiano Haaretz l’11 marzo scorso. Dove ci si interroga sul modo di vedere le cose e di come sia facile perdere di vista la realtà. Forse per troppo amore?

Il nome di Reuven Miran è noto al pubblico dei lettori israeliani1. Laureatosi in filosofia alla Sorbona, Miran è autore di racconti, di sceneggiature e di traduzioni dal francese. Nel 2003 ha fondato la casa editrice Nahar Books. Nahar Books ha tra i suoi principali scopi la diffusione di voci appartenenti a minoranze discriminate e la promozione di valori umanistici universali.

L’ultima fatica (o forse, meglio, l’ultima soddisfazione) di Miran si intitola Venezia: una storia d’amore2. Si tratta di una antologia di passi che hanno per oggetto Venezia, scritti da romanzieri, poeti, filosofi, antropologi, pensatori, pittori e architetti, dal Rinascimento ai giorni nostri. Il libro riflette le varie passioni dell’autore: la filosofia, la letteratura francese, l’attività di traduzione e l’attenzione per l’uomo. Più che un libro su Venezia, infatti, Venezia: una storia d’amore è un libro su come gli uomini si sono rapportati a un preciso prodotto storico e culturale, Venezia, e dunque, più in generale al modo in cui gli uomini osservano (e, in molti casi, ignorano o deformano) le cose che hanno sotto gli occhi. Venezia: una storia d’amore è un libro schietto. Non si tratta di una raccolta di passi memorabili o, meglio, non solo: parole vuote di autori noti e meno noti abbondano; ma su questo sfondo si stagliano ancor meglio i lampi di intelligenza e di struggente bellezza contenuti nei passi di autori come Hans Christian Andersen, Marc Augé, J.W. Goethe. Miran ha insomma voluto mostrare le mille forme che può prendere la città più bella a seconda dell’anima in cui si riflette. Questa scelta coraggiosa diventa dunque un’esortazione a un amore consapevole, attento ad accudire la bellezza delle cose e delle persone. Il rischio di deformarla o ignorarla è sempre presente.

Molti autori a Venezia sembrano non vedere altro che se stessi, i loro sentimenti, i loro pensieri: tra questi spiccano Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. La cecità che si riscontra in certi autori è la stessa che può colpire il lettore. Miran sa come ogni dettaglio possa influenzare il giudizio del lettore. È per questo motivo, mi sembra, che egli dedica grande attenzione a tutti i dettagli che possono suscitare nel lettore determinati pregiudizi o aspettative. Così, per esempio, la Venezia che appare in copertina non è quella di piazza San Marco, non è una veduta dall’alto in una giornata dal cielo terso, ma una anonima veduta del Canal Grande sommerso dalla nebbia. Analogamente, all’interno del libro, le immagini non sono a colori, ma in bianco e nero: la città non dà mai l’impressione di poter essere colta immediatamente. Tutto ciò fa emergere ancor meglio la protagonista indiscussa del libro: la parola. Infine, altra scelta significativa e radicale, Miran indica l’autore del passo citato sempre e solo in calce al passo stesso: un nome, infatti, rischia di orientare fin dall’inizio il nostro modo di leggere un testo. E qui bisogna accettare la sfida proposta da Miran: non andate mai a guardare, per nessun motivo, il nome dell’autore del passo prima di averlo letto; stupitevi di come un uomo così noto abbia potuto scrivere una cosa così stupida.

Il libro di Miran consentirebbe forse di fare un catalogo dei modi in cui l’uomo nasconde a se stesso la realtà che ha sotto gli occhi. Si rimane stupiti, per esempio, di quanti siano gli autori che ci tengono a dire che Venezia è una città unica o che considerano incerto se Venezia sia una città reale o immaginaria. Cerchiamo di capire come questo sia possibile. Venezia mostra delle apparenze esteriori che non trovano riscontro nell’esperienza che abbiamo di nessun’altra città. Da quella finestra, però, un ragazzo si sporge per stendere della biancheria. La donna che ci viene incontro estrae delle chiavi dalla borsetta, apre una porta e scompare. Dunque c’è qualcuno che abita dietro a queste facciate sbilenche! L’esperienza però contraddice i sensi. “Venezia è una città unica”. E Conegliano no? E Mestre no? Si tratta in realtà di un’esperienza comunissima. Vediamo un drago in cielo. Deve essere una nuvola. Un istante dopo, però, sentiamo una vampa di calore e vediamo una casa che va a fuoco. È evidente che stanno girando un film…

Circa l’amore evocato nel titolo, nell’introduzione Miran scrive: “La maggior parte [di coloro che hanno scritto su Venezia] sentivano nei confronti di Venezia ammirazione e amore, a volte persino cieco, un amore che i più grandi artisti della parola scritta facevano fatica a descrivere e a spiegare”.

Cartesio ha scritto che spesso gli uomini mancano di cogliere la verità in quanto la amano troppo. Era dunque questo ciò che intendeva dire Wystan Hugh Auden quando implorava: “O tell me the truth about love”?

  1. In italiano è disponibile il suo Memorie di una stagione morta, trad. di Barbara Passarella, Chambra d’Òc, Roccabruna (CN) 2011, 147 p. ndr [↩]
  2. Nahar Books, Binyamina (Israel) 2015, 267 p. 84 NIS (circa 20 euro). [↩]

Articoli correlati:

    Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi a cura di Piero Brunello e Filippo Benfante Il 27 maggio 1848, nel settimanale padovano Il Caffé Pedrocchi. Foglio politico letterario, uscì un Dialogo fra un cittadino ed una cittadina che qui riproponiamo con una nota di Piero Brunello. L’autore del dialogo era un uomo, Cesare Magarotto, che si firmava...

Archiviato in:Giacomo Corazzol, Letture Contrassegnato con: pagine scelte, Reuven Miran, Venezia

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Reuven Miran dice

    02/04/2021 alle 19:11

    Grazie, Giacomo Corazzol!

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Daniele Zuccato su Bombardamenti a Mestre 1941-45
  • Domenico Canciani su Paesaggio, non luoghi e periferie: riflessioni per una nuova geografia della storia locale
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano

Tags

8 settembre 18 marzo 25 aprile 1848 anniversari antifascismo Avvisi per i posteri camminare Comune di Parigi cronaca descrizione escursione fascismo festa sAm Firenze guerra Il Milione intervento intervista lavoro manifestare manifestazione Marghera Marzenego Mestre paesaggio pagine scelte Parigi presentazione prima guerra mondiale Primo Maggio razzismo regione Veneto Resistenza resoconto ricordi san Nicola scuola spunti-ni storici storia del lavoro storia del movimento operaio storiografia strenna urbanistica Venezia

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Daniele Zuccato su Bombardamenti a Mestre 1941-45
  • Domenico Canciani su Paesaggio, non luoghi e periferie: riflessioni per una nuova geografia della storia locale
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano

Copyright storiAmestre © 2025

Il sito storiAmestre utilizza cookie tecnici ed analytics. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra in linea con la nuova GDPR.Accetto Ulteriori informazioni
Aggiornamento privacy e cookie (GDPR)

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
ACCETTA E SALVA