• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
storiAmestre

storiAmestre

storia e documentazione del tempo presente

  • Chi siamo
    • Informativa sulla privacy e l’utilizzo dei cookie
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
    • Agenda
  • Quaderni
  • Autori e Autrici
  • Altrochemestre

Beni comuni. Storia e presente: 9 ottobre 2015

08/10/2015

di sAm

Ricordiamo il primo incontro del ciclo Beni comuni. Storia e presente presentando gli abstract delle relazioni di Giacomo Bonan e Lucio Sponza. L’appuntamento è per venerdì 9 ottobre, presso la biblioteca di Marghera, dalle ore 16,30.

Giacomo Bonan, Beni comuni, significati diversi

Negli ultimi decenni il tema dei beni comuni è stato al centro di un vasto dibattito sia in ambito accademico, coinvolgendo svariate discipline – scienze ambientali, economiche, giuridiche, sociali e storiche – sia, più in generale, a livello di pubblica opinione e nel dibattito politico. A questa vasta risonanza non ha corrisposto una condivisione dei temi trattati, negli approcci e nemmeno nella definizione stessa dell’oggetto di studio. Le polisemiche definizioni che vengono, di volta in volta, associate ai beni comuni possono essere spiegate su più livelli: nella scarsa reciprocità tra dibattito pubblico e accademico; nel limitato dialogo tra discipline diverse in ambito accademico; financo nei diversi e contrastanti approcci che possono essere adottati sul tema all’interno del medesimo ambito disciplinare.

Nell’impossibilità di rendere conto in maniera dettagliata di un panorama così variegato, talvolta contrastante, e comunque in continua evoluzione, il presente intervento illustrerà i principali approcci analitici sul tema dei beni comuni, i loro presupposti metodologici e i loro svolgimenti. Ciò sarà fatto con particolare attenzione per il contesto italiano in cui la riflessione giuridica su questi temi ha avuto un ruolo centrale, sia per produzione accademica sia per capacità di influenzare il dibattito politico.

Nella parte conclusiva, attraverso il confronto dei diversi interventi che saranno proposti nei due incontri in programma, si cercherà di individuare alcuni elementi che possano servire a una riflessione generale su tematiche apparentemente così differenti. Alla base di questo tentativo di sintesi vi sono alcune considerazioni proposte da Edward P. Thompson nel suo ultimo libro (del 1991): Customs in Common (e in particolare nel saggio Customs, Law and Common Right).

Lucio Sponza, “Common lands” e storia dell’Inghilterra

Common lands è l’accezione inglese che più si avvicina a quella italiana di “beni comuni” e costituisce una trama ininterrotta nella storia millenaria dell’Inghilterra. I common lands rinviano agli antichi diritti di pascolo, di spigolatura, di raccolta di legna, di torba, e d’altro, nelle “terre comuni”: arative, boschive e forestali, appartenenti alla corona, ad altre autorità (laiche ed ecclesiastiche), o ad affittuari. Se ne trova cenno indiretto nella Magna Carta, del 1215 (di cui pertanto si celebra quest’anno l’ottocentesimo anniversario) e qualcosa di più nella Carta della foresta del 1217, quasi un’appendice integrativa della prima.

Da allora questi “diritti comuni” suscitano dibattiti, polemiche e attacchi da parte di chi intende affermare il diritto alla piena disponibilità della proprietà. Appena vent’anni dopo la concessione della Magna Carta quei diritti furono limitati con disposizioni di legge, ma l’inizio della loro sistematica erosione avvenne nel XVI secolo, quando i crescenti prezzi della lana suggerivano di convertire a pascolo terre coltivate e incolte su cui i commoners esercitavano i loro diritti.

Si delineava il passaggio da un’economia feudale al capitalismo moderno, che portò alle cosiddette “recinzioni” (enclosures) dei campi e dei commons soprattutto nel corso del XVIII secolo e fino alla prima metà del XIX. Non mancarono le resistenze e le opposizioni, sia sotto forma di petizioni che di atti violenti (con le donne spesso in primo piano) – né mancò il grido di dolore di un poeta-contadino, John Clare. Reazioni sul piano politico, come su quello sociale e ideologico, furono manifestate dagli esaltanti (ed esaltati) appelli dei Levellers e dei Diggers, per un ripristino delle libertà dei commoners che sarebbero state assicurate dalla Carta della foresta, oltre che dalla più antica tradizione.

Luca Pes, Privatizzare Venezia. L’ideologia del progettista imprenditore

Il pomeriggio sarà chiuso da Luca Pes, che si sofferma sul caso veneziano, analizzando l’ideologia del “progettista imprenditore” sviluppatasi negli ultimi decenni, che persegue la privatizzazione della città e della laguna.

Articoli correlati:

    La BBC “in bianco” e “in nero”. La propaganda britannica per l’Italia nella seconda guerra mondiale di Lucio Sponza Pubblichiamo il testo dell’intervento che Lucio Sponza ha tenuto in occasione del terzo “spunti-no storico” di storiAmestre, edizione autunno 2013. Vista la sua lunghezza, ne presentiamo qui di seguito solo il primo paragrafo e la nota archivistica-bibliografica; chi volesse leggere il testo integrale, può scaricarlo in formato pdf...
    Storia locale e l’attuale momento storico di Luca Pes Pubblichiamo qui di seguito l’intervento apparso su “Chioggia. Rivista di studi e ricerche”, numero 20, aprile 2002. Tutta la storia è storia locale, nel senso che gli avvenimenti si manifestano e quindi sono osservabili e descrivibili prima di tutto localmente. La storiografia che chiamiamo “generale” è un...
    Di terra e di mare. L’invenzione della cucina veneziana di Luca Pes Il sito di storiAmestre si apre a contributi di lunghezza maggiore rispetto al consueto con questo saggio dove Luca Pes illustra come cambia la rappresentazione della gastronomia e dell’identità cittadina nei principali ricettari di cucina veneziana, dal primo Novecento ai giorni nostri. Si tratta di una versione...

Archiviato in:Agenda, Giacomo Bonan, La città invisibile, Luca Pes, Lucio Sponza Contrassegnato con: beni comuni, storiografia

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Valentina Bertin su Giuseppe Bedin (1901-1939), un bandito tra Robin Hood e Dillinger
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano
  • Fabrizio su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda

Copyright storiAmestre © 2023

Il sito storiAmestre utilizza cookie tecnici ed analytics. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra in linea con la nuova GDPR.Accetto Ulteriori informazioni
Aggiornamento privacy e cookie (GDPR)

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
ACCETTA E SALVA