di Claudio Pasqual
L’estate in città. La crisi politica del Comune è uno scambio di battute con l’edicolante. Negozi chiusi, che stanno chiudendo, che non sono sicuri di riaprire dopo le ferie. Cantieri che non chiudono o riconvertiti a parcheggi. Spazi abbandonati in pieno centro. Manifestini affissi sui muri e sulle porte: proteste e richieste avanzate da singoli o da gruppi. Biblioteche e uno spazio per scambiarsi i libri (con gestione affidata a una cooperativa). Quale skyline e quali landmarks per la Mestre degli anni Duemila?
3 giugno 2014
Passo da piazzale Candiani e scopro che il caffè Romeo ha chiuso e stanno sbaraccando. È durato sei mesi, era stato aperto a dicembre in contemporanea con il multisala Img e sbandierato come simbolo del rilancio del piazzale. Concezione moderna, vetrate per pareti, stavi dentro ma eri fuori; vendita di prodotti Eataly. Però era sempre semideserto, metteva un po’ tristezza e non veniva voglia di entrarci. Intanto il ristorante “di prossima apertura” accanto al vecchio ingresso al centro culturale, nei locali di un precedente esercizio chiuso per fallimento, non ha mai aperto.
4 giugno 2014
Alle sette e tre quarti del mattino il mio giornalaio mi comunica con aria sorniona, sicuro perché glielo hanno ripetuto quattro precedenti clienti, che nella notte hanno arrestato il sindaco di Venezia Orsoni e l’assessore regionale ai trasporti Chisso, che è di Favaro e di Forza Italia. Io sono sorpreso – per Orsoni –, lui no, dice che in fondo c’era da aspettarselo da politici e amministratori, ché il potere corrompe (se ho interpretato bene le sue parole).
5 giugno 2014
Otto e trenta del mattino. Nel parcheggio dell’ex ospedale Umberto I entra un furgone della polizia. Più in fondo, verso via Antonio da Mestre, un gruppo di poliziotti avanza verso i vecchi padiglioni, scompare alla vista dietro il padiglione Pozzan. Intanto gli operai stanno posando la barriera metallica divisoria tra il parking e il resto dell’area. Ieri hanno dipinto di giallo i blocchi di cemento che sorreggono i pali dell’illuminazione.
7 giugno 2014
Nel cantiere edile dell’ex deposito Actv di via Torino si lavora anche di sabato pomeriggio.
8 giugno 2014
Una bandiera degli USA sventola sul tetto di un palazzo di via Giordano Bruno, appesa a un camino; la si vede bene da via Einaudi. Sono andato a sbirciare i campanelli ma non ho trovato nomi anglosassoni tra gli abitanti.
9 giugno 2014
Nel parcheggio dell’ex ospedale, non ancora aperto al pubblico, stasera hanno acceso i lampioni. La spianata candida – il fondo è di ghiaia – che esalta la luminescenza, vista così dall’alto del mio palazzo, vuota, evoca paesaggi da film noir, o di fantascienza.
10 giugno 2014
Alla biblioteca di villa De Rosa Settembrini in via Carducci, gestita dalla Regione, vedo esposti in vetrina dei volumi. In questo modo è diventata visibile; prima, con quella vetrata anonima, quanti si accorgevano che là dentro c’era una biblioteca? Specialmente con la nuova biblioteca civica “VEZ” davanti?
12 giugno 2014
Il parcheggio dell’ex ospedale è stato inaugurato il 10, ne hanno dato notizia i giornali locali. Non è libero ma a pagamento, soltanto che la tariffa è più bassa di quella in vigore in centro, un euro l’ora invece che uno e ottanta; però a differenza che nel resto della città si paga anche dopo le venti; chiude all’una di notte. In questo modo il Comune spera di recuperare i soldi spesi per allestirlo. Per due giorni è rimasto deserto. La prima auto la vedo adesso, alle due del pomeriggio, mentre un’altra, semplici curiosi, fa un giro e poi se ne va.
24 giugno 2014
Passando verso le quindici dalla Cipressina per andare al lavoro, vedo numerosi poliziotti in via del Gaggian. Qui c’è una residenza della Caritas che aveva ospitato rifugiati africani ma dove si era stabiliti numerosi abusivi, fra i quali, scrivono i giornali, anche spacciatori e altri pregiudicati. La Nuova di ieri già dava la notizia che l’edificio era stato sgombrato, come mai la polizia è ancora qui in forze?
25 giugno
In realtà lo sgombero è avvenuto il 24, e oggi pomeriggio un furgone della polizia è ancora lì in via del Gaggian. Vogliono essere sicuri che nessuno torni nell’edificio?
26 giugno
Niente più polizia in via del Gaggian.
27 giugno
Da quando ha chiuso anche l’ultimo negozio, la galleria commerciale tra le vie Olivi e Mestrina e Galleria del Teatro Vecchio è abbandonata. Già prima era poco frequentata, adesso non ci passa più nessuno. È diventata un orinatoio all’aria aperta in pieno centro; ai piedi del pilastrone che ne sostiene il soffitto si allarga una macchia scura maleodorante; grigia e sporca, un luogo di sconfortante desolazione.
28 giugno
“Andiamo a mangiare ‘dai comunisti’”: forse si riferivano al Gatto Rosso di Forte Marghera, pensa una mia conoscente che ha ricevuto questa proposta da certi suoi amici.
29 giugno
Sul marciapiede di via San Donà quasi all’incrocio con via Martiri della Libertà verso Favaro, un uomo anziano tira per la cavezza una mucca grigia, piuttosto macilenta mi è parso. Mi torna in mente che a fine maggio avevo visto in un prato di fronte al Forte Mezzacapo alla Gatta un gregge di pecore.
Col pensiero faccio un giro intorno alla città. Mi viene in mente che nel bosco fra Favaro e Dese c’è un terreno dove è consentito spargere le ceneri dei propri defunti. Il bosco si chiama Zaher, perché è dedicato alla memoria di Zaher, un ragazzino afghano morto a 13 anni su una strada di Mestre mentre cercava di completare il suo lungo viaggio di emigrazione.
30 giugno
Nella memoria del mio cellulare ritrovo una fotografia dimenticata, scattata a inizio maggio. Sulla vetrina di un negozio di riviera XX Settembre era affisso un cartello del seguente tenore: “L’infinito cantiere di via Poerio ci costringe a cessare la nostra attività. Ringraziamo la gentile clientela che per molti anni ha premiato il nostro lavoro”. Il cantiere non è ancora concluso; peraltro non lo è nemmeno la crisi economica.
2 luglio
Un caso di protesta individuale in forma di cartello esposto in pubblico. Forse anomalo, perché non anonimo ma con tanto di indirizzo e numero di telefono; e per giunta affisso al cancello di casa. In via Padre Giuliani, contro l’aumento del traffico automobilistico, “un urlo” per questa strada che “è diventata una camera a gas e noi stiamo lentamente intossicandoci”.
7 luglio
È l’imbrunire, anzi quasi buio al parco San Giuliano. Dal centro della grande rotonda dietro il pattinodromo si leva, amplificato da un microfono, una voce che intona un canto modulato in una lingua a me ignota, una litania. Un gruppo di persone si muove sotto due gazebo. Sono distante e loro sono al buio, li intravvedo appena. Immagino che sia per il ramadan. Poi si alza una musica, sparata da un impianto, sembra balcanica, più avanti ancora accendono un paio di riflettori. Mio cognato mi dice che prima stavano giocando a cricket. Allora dei bangladesi, o pachistani.
8 luglio
Ai Quattro Cantoni, un anziano albanese con i due nipotini che gli ronzano attorno, magrissimo lento, il copricapo tipico, il qeleshe, in testa, un ombrellino malandato e stinto per proteggersi dal sole.
17 luglio
Il jazz a Mestre va. Due concertini in contemporanea: al Napa, uno dei locali che si trovano tra la piazza e il Centro Barche, con sassofonista, al Candiani un duo, cantante chitarrista donna e contrabbassista (uomo).
28 luglio
Tra i monumenti della città c’è anche una panchina. Si trova a Marghera, in piazza Sant’Antonio, dietro una siepe, non lontano dal municipio. In effetti si tratta di una panchina vera, di legno rosso, sulla quale ci si può sedere. Però è anche un monumento. Una panchina-monumento. Quel che la rende tale è una targa infissa sul marciapiede davanti. La targa dice che in quel posto negli anni Sessanta si trovavano regolarmente tanti giovani di Marghera, a confrontarsi fra loro in un periodo di grande fermento, e che la musica fu il collante della loro amicizia. Sta lì dal dicembre 2002. Sono passati dodici anni: e non essersene mai accorti.
3 agosto
In una gioielleria di via Colombo, con un cartello esposto in vetrina il titolare si scusa, ma informa che non aprirà ad alcun cliente che si presenti alla porta con il volto travisato o con il casco in testa.
4 agosto
È impressionante la rapidità con la quale la vegetazione spontanea ha colonizzato le sponde murate del Marzenego discoperto in via Poerio, cresciuta negli interstizi fra i piastroni radicandosi in minimi accumuli di terra. Non è così nell’altro ramo, in riviera Magellano: forse un difetto costruttivo dell’ultimo intervento.
5 agosto
Suona ironico, ma dietro la battuta avverto un fondo di angoscia. Via Ciardi, cartello su serranda abbassata di negozio: “Siamo in ferie. Ci vediamo il 18 agosto. FORSE”.
6 agosto
Passeggiando in via Dante mi sono imbattuto in uno strano volantino, appeso a un cestino della spazzatura. Porta la firma “I fioi dei quartieri”, preceduta dalla formula “In fede”, e indice una “grande manifestazione pacifica di massa” per il 28 luglio alle 18, ma con l’aggiunta di un sibillino “e avrà inizio nel momento in cui metterete piede in strada” e senza indicare, stranamente, il luogo di riunione. Il manifestino comincia con un sonoro “ADESSO BASTA!!!” a caratteri cubitali ma l’unica rivendicazione è la difesa dei “diritti del nostro territorio” e la richiesta di essere ascoltati dalle istituzioni. Uno scherzo? l’iniziativa di un solitario mitomane? una cosa seria? Di questa manifestazione non ho mai sentito parlare, né letto sui giornali.
Ma credo che all’origine dell’episodio ci siano le tensioni esistenti in via Dante e che poco tempo prima avevano portato alla decisione del Comune di rimuovere le panchine.
8 agosto
Anche a Mestre, in via Tasso, in un negozio precedentemente sfitto, ha aperto una biblioteca di libero scambio. Sono quelle che negli Stati Uniti, dove il fenomeno è nato, si chiamano free libraries: chiunque può portare via un libro, a patto che ne lasci un altro in dono. A gestirla da noi è Mag Venezia, una cooperativa che opera nel campo della finanza mutualistica e solidale, credo vicina al mondo cattolico.
18 agosto
Mestre è diventata da qualche tempo sempre di più l’oggetto di una ricerca estetica. I turisti che alloggiano in città fotografano piazza Ferretto e la torre. I pittori locali ne fanno il tema della loro rappresentazione artistica. Nella vetrina di “All’Ombra del gabbiano”, un ristorante in via Caneve, sono esposti i quadri di due autori. Rappresentano la torre, la provvederia in via Palazzo, la piazza: i soggetti classici di “Mestre vecchia”. Non si sfugge alla dittatura del bello antiquario, al monopolio estetico del passato. È vero che la piazza ristrutturata mescola e fonde moderno e “antico”, ma il secondo credo si riconosca facilmente anche dai profani di urbanistica storica veneta, e che sia quello che attiri e piaccia.
21 agosto
A Mestre esiste un corriere espresso che porta pacchi e documenti con la bicicletta e non con i furgoni. Si chiama “Mestre by bike”, lo slogan è “Ecologistica urbana”. Ho fra le mani il volantino pubblicitario. C’è una rappresentazione iconografica della città. Si vede un profilo di edifici allineati, ritagliati in un cartone da imballaggio. In questo skyline, la solita torre, con un foro vuoto al posto dell’orologio, e i contorni di quella che sembra proprio essere una chiesa. Ecco, la torre è abusata, invece San Lorenzo come landmark mi sembra un’autentica rarità.
rodolfo marcolin dice
E’ sempre piacevole leggere i tuoi “flashes”, istantanee che sfuggono con facilità a noi poco attenti osservatori della vita di città. Cammini, osservi, memorizzi, scrivi: è un bel lavoro! Ciao, grazie
stefano ghesini dice
Piccole note inquietanti e acute. Grazie, mi pareva di essermi perso qualcosa. Adesso ho pareggiato.