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Acque alte al Turbine

20/03/2011

di Chiara Giaggio

Pubblichiamo la lettera in cui Chiara Giaggio racconta l'allagamento della zona in cui vive da venticinque anni, avvenuto il 17 marzo 2011. Pensando a una canzone di Zucchero Fornaciari di circa 25 anni fa, verrebbe da dire "L'Italia è in festa, e io sono giù", nel senso di sempre più sotto acqua. La lettera di Chiara Giaggio è stata pubblicata anche sul blog di ComunistiMogliano, il 19 marzo 2011.

Abito da 25 anni una casa sulla riva del Dese, a Mogliano Veneto, in un borgo detto Il Turbine proprio dalla turbina del mulino, sorto nel 1500 per sfruttare l'energia del salto dell'acqua. Ieri c'è stata una precipitazione di pioggia, abbondante, ma non così da far pensare ad una piena.

Invece a partire dalle 11 del mattino l'acqua è cresciuta di livello. A un certo punto la mia vicina, che abita proprio nel mulino dove l'acqua va a saltare, ha sentito un botto, e guardando dalla finestra ha visto un aumento impressionante del livello dell'acqua. All'una mio marito, che già in seguito allo straripamento dell'anno scorso aveva alzato il livello della muretta che ci separa dall'acqua, in continuazione con l'argine (il livello è stato più volte alzato in questi anni, perché il livello di piena è aumentato più volte), ha sistemato vari sacchi di sabbia all'ingresso del punto più basso della casa, un magazzino, per fortuna l'unico punto penetrabile dall'acqua.

Dalle 13 in poi il livello è rimasto massimo, con un lieve calo di 3-4 cm solo dalle 23. Nel frattempo l'acqua ha straripato a monte, con un allagamento dei campi circostanti (campi, per fortuna, non case) mai visto finora, eccezionale per rapidità di comparsa, persistenza, entità.

Da alcune frasi raccolte dall'ing. Raimondi del Consorzio Acque Risorgive (ex Dese-Sile), abbiamo realizzato che l'acqua che sta passando qui non è solo dal Dese, ma proviene anche da altri bacini (ecco il motivo del botto sentito dalla vicina, Dr.ssa Spiazzi: l'arrivo dell'onda da qualche bacino diverso). Questo può essere giustificato, in una situazione-limite come questa: qui la densità abitativa è bassa, tutti i corsi sono pieni, si salva qualche centro abitato.

Ma il sentimento di preoccupazione, impotenza, quasi disorientamento che il pur ottimo ing. Raimondi tradiva è dovuto a cause gravi, che trascendono lui e noi: la parcellizzazione delle competenze (stato-regione-consorzio-comune!), la mancanza di coordinamento, che si aggiungono alla sconsiderata utilizzazione del territorio di cui spesso si parla, ma quando ti tocca da vicino senti che non è solo un discorso. Zaia vuole più soldi per le opere fluviali. Come li spenderà? Ai Consorzi, gli unici che si muovono in questi casi, son stati tagliati i fondi!!!! Ma come mai si trovano i capitali per Tessera? per la TAV? per tutti i megaprogetti che sappiamo?

I bravi operai del Consorzio hanno monitorato, ci son stati vicini, han sistemato altri sacchi di sabbia: dell'intelligenza umana in questo momento questo ci resta. E, se ben disposti, non tradiscono.

Cari saluti

Chiara Giaggio

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Archiviato in:Centro documentazione città contemporanea, Chiara Giaggio, La città invisibile Contrassegnato con: alluvione, cronaca, Mogliano Veneto

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Angelo Lamon dice

    20/03/2011 alle 14:10

    Spinto dalla curiosità ho fatto un volo radente sopra il Dese con Google Earth e….. l’unica novità in cui sono incappato poco più a monte della casa di Chiara è …… il Passante! Se qualcuno volesse indagare …. ci faccia sapere!

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