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Porrajmos

09/02/2011

di Alessandro Voltolina

Porrajmos è il nome con cui si ricorda la morte dei tantissimi zingari nei campi di sterminio. Lo abbiamo detto il 27 gennaio nelle nostre scuole, lo abbiamo spiegato. Ora che cosa dire ai nostri alunni di quello che è successo a Roma? Il distacco del tempo ci permette di capire, e di spiegare, e forse di cauterizzare, quello che è successo ad Auschwitz; ma quello che ci accade ora, qui, a Roma o a Milano, è inspiegabile. Non so come dirlo, non so come raccontarlo.

Quanto tempo è passato dal bel libro curato da Piero Brunello. Passato, per niente.

Un caro saluto

Alessandro voltolina

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Archiviato in:Alessandro Voltolina, La città invisibile Contrassegnato con: intervento, razzismo

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Alessandro Voltolina dice

    23/02/2011 alle 20:22

    Ancora fuoco. Dopo Roma, ancora fuoco. Noureddine Adnane a Palermo si è dato fuoco perché, a quanto ho letto, era vessato dai continui controlli sul suo commercio ambulante di giocattoli. Nei giornali si legge che era in regola con le carte: immagino che cambi molto avere, o non avere, le carte in regola quando decidi che è meglio bruciare vivo piuttosto che venire a patti con chi non ti vuole.

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