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La politica del Panevín

08/01/2011

di Enrico Zanette

Dal nostro corrispondente a Vittorio Veneto.

Da qualche anno l’associazione “Insieme per Ceneda” organizza il “Panevín dei Bambini”. La stessa associazione regola e promuove il San Nicolò, con lo scopo di favorire il recupero delle tradizioni locali. Come si era già osservato qualche anno fa nel caso del San Nicolò, anche in questo caso l’associazione si rivela particolarmente maldestra in quanto in nome del recupero della tradizione stravolge la tradizione stessa, inventandone un’altra.

Il “Panevín dei Bambini”, infatti, non è mai esistito. Nessuno lo ricorda e ne ha mai sentito parlare e pure l’orario scelto, le 17.30 è altrettanto inusuale. Ciò dimostra ancora una volta che una tradizione, nel momento in cui viene sapientemente orchestrata, risulta sempre un’invenzione. Il recupero della tradizione è pertanto un momento di costruzione narrativa di una consuetudine storicamente mutevole, nella funzione e nei significati. Nel caso specifico il “Panevín dei Bambini” non pare  avere alcun precedente storico.

Un altro elemento bizzarro è la presenza di uno speaker (funzione svolta da una maestra elementare) che anima l’evento presentando celebrità, annunciando ringraziamenti, raccontando le storie del Panevín, della pinza e del vin brulè.

A queste novità si aggiunge l’apparizione curiosa della befana (pure annunciata dallo speaker) che dona ai bambini le calzette di caramelle e dolciumi. La befana, personaggio fantastico recuperato durante il ventennio fascista in chiave di italianizzazione della penisola per combattere il babbo natale americano, serve ora alla venetizzazione come conferma l’assessorato regionale all’identità veneta durante la presentazione del discusso calendario veneto (la befana è in bella vista sulla copertina).

L’uso politico del Panevín è particolarmente eloquente nel rituale dell’accensione del falò: nel caso del “Panevín dei Bambini” di Ceneda è il sindaco leghista. La presenza delle autorità politiche in veste di tedofori e promotori dell’evento è stata particolarmente interessante ad Arcade. Qui infatti, il governatore Zaia si è fatto riprendere dalle telecamere di Antenna 3 mentre avvicinava la fiaccola alla base del falò. In seguito mostrandosi con alle spalle le fiamme ha rilasciato un commento polemico contro il parroco del paese che da anni chiede di spostare la celebrazione lontana dal sagrato della chiesa. “Qualcuno vuol far sparire il Panevin da Arcade, ma il prossimo anno saremo qua, doppi”: una sorta di prova di forza politico-culturale della Lega sulla chiesa locale.

I miei nonni ricordano che il Panevin, aldilà delle note funzioni propiziatorie, rifletteva i rapporti di potere all’interno della comunità. Il Panevin veniva organizzato dalle famiglie più ricche del paese che offrivano pinza e vin brulè: era un modo per palesare la posizione di forza in seno alla comunità, dimostrando di saper riunire attorno a sé il vicinato. Pare che la Lega Nord abbia recepito pienamente questa questione del potere facendosi un po’ ovunque promotrice dell’evento. Il Panevin sta diventando così un rituale politico leghista, finalizzato al consolidamento del proprio consenso. Il suo significato non più attuale di rito legato alla fertilità della terra, di esorcismo contro l’inverno, ecc., si svuota conservando la sua funzione di egemonia simbolica nel territorio. Inoltre, attraverso la retorica della tradizione, veicola nuovi significati e valori più consoni a una società post-industriale e alla prassi politica leghista. Nel caso specifico il “Panevin dei Bambini” riconferma la gerarchia politica e sociale, la funzione pedagogica della maestra e il paternalismo della politica leghista organizzatrice di eventi educativi per i bambini.

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Commenti

  1. claudio pedron dice

    12/01/2011 alle 22:46

    A Battaglia Terme l’assessore alla cultura ha aggiunto a penna su più di 200 calendari il primo maggio e la festa della Liberazione. Una vera e propria opera di riciclaggio http://www.facebook.com/group.php?gid=112693055433051

  2. Angelo Lamon dice

    08/01/2011 alle 16:38

    Tanto per renderci conto di cosa ci costano i roghi del panevin!!! cliccate qui sotto e godetevi lo spettacolo del giorno 6 gennaio e, seppure un po’ meno, del giorno 1 gennaio dopo i botti e le fumere dei petardi!!! abbiamo regalato ai nostri bimbi una camera con ancora più gas… Ricordiamoci che le polveri in questione sono PERSISTENTI, ossia restano per sempre accumulandosi a quelle che già avevamo…
    http://www.arpa.veneto.it/bollettini/htm/rete_pm10.asp

  3. Alessandro Voltolina dice

    08/01/2011 alle 15:22

    Il 5 gennaio ho ascoltato alla radio (radio 3 ore 17.30. presente Lanaro) che la provincia di padova (non un movimento, un partito, un frate indovino… ma la provincia) ha pubblicato un calendario da cui sarebbero state soppresse le festività del 25 aprile e del primo maggio; nello stesso verrebbero invece promosse festive date come il “batar marso” e la “festa del popolo veneto”. Chiedo a storiAmestre di verificare e, se possibile, di mettere nel sito questo documento. Chiedo inoltre di aprire una finestra su questa cosa che, se non mi appare seria, mi suona però parecchio brutta. Non so perché, ma sento in questa vicenda qualcosa che ha lo stesso cattivo odore della questione Mirafiori, della legge Gelmini… cioè con un piano inclinato … buon anno a tutti. alessandro voltolina

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