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Il giallo dell’uovo. Mestre 1° marzo, manifestazione studentesca antirazzista

10/03/2010

di Francesco Brunello

Uno studente di una scuola superiore di Mestre racconta la manifestazione organizzata dal Coordinamento Studentesco di Venezia e Mestre per il primo marzo, giornata del primo sciopero degli stranieri in Italia. “Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente”; cronache da tutta Italia si leggono sul sito http://www.primomarzo2010.it.

1. Dalla manifestazione, in realtà, mi aspettavo poco. Anche in Coordinamento l’aria era la stessa: se fossimo riusciti a portare in strada più di 200 persone avremmo compiuto una piccola impresa. D’altronde, si sa, una manifestazione studentesca durante il secondo quadrimestre è molto rara: gli studenti non hanno più tempo da perdere in scioperi, bisogna recuperare i debiti, assicurare le sufficienze, lottare per la promozione. Insomma, a differenza di ottobre, novembre e dicembre, la gente sarebbe stata poca. Eppure la manifestazione andava fatta, per un giorno, il primo marzo, designato giornata simbolo per la lotta al razzismo, dove viene celebrata l’importanza della presenza degli immigrati nelle nostre realtà e viene ribadita la necessità dell’integrazione. Ci sembrava doveroso dare un segnale forte, far capire che ai giovani il razzismo non va, che si schierano contro; non solo, questa manifestazione era votata anche al tentativo di sensibilizzare gli studenti della provincia, perché, per cambiare le cose, per cambiare la storia, la situazione, le sorti di un paese, bisogna partire dal futuro, ovvero dai giovani, dagli studenti. In realtà è paradossalmente quasi un peccato che questo gesto sia stato fatto dal Coordinamento Studentesco di Venezia e Mestre, perché testimonia che queste iniziative multiculturali, integrative, vengono in realtà tralasciate all’interno della scuola, dove davvero dovrebbero essere intraprese.

2. Il ritrovo è alle ore 9,00 in via Palazzo, davanti al municipio; Mestre avrebbe visto sfilare il corteo per piazza Ferretto, via Rosa, via Carducci e via Cappuccina, fino alla stazione dei treni. La situazione iniziale mi pare quasi critica: poca gente, gruppetti di persone sparpagliati per via Palazzo, alcuni studenti che lasciano il luogo di ritrovo, per via del ritardo del camioncino che avrebbe dovuto portare le casse e aprire il corteo.

Partiamo, con mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, davanti e dietro al corteo due blindati della polizia di stato, poliziotti in tenuta antisommossa e vigili urbani. Andando alla manifestazione, passando per via Felisati, intorno alle 8,40, avevo già visto due auto dei carabinieri davanti alla sede della Lega Nord, e c’erano altri uomini in via Cardinal Massaia, dove c’è l’altra sede della Lega. Praticamente, dunque, mi pare quasi che ci siano più poliziotti che manifestanti, ma, per fortuna, cambio idea dopo che il corteo inizia ad avanzare: siamo parecchi; dietro lo striscione si sono compattati tutti i vari gruppetti di ragazzi, sono arrivati da Venezia una settantina di studenti che si sono aggiunti a quelli già presenti, infine, sono usciti dai bar un numero non “poco buono”, passatemi il termine, di ragazzi. Dunque saremo stati trecento, forse anche di più, un numero veramente inatteso, viste le previsioni.

3. Il corteo si muove, rumoroso, sotto la musica ad altissimo volume, con i giornalisti che scattano foto all’impazzata allo striscione che recita: “Partiamo dalla scuola per combattere il razzismo”. Dal microfono cerchiamo di caricare il più possibile i manifestanti, e iniziamo subito a lanciare vari cori. Alla fine di via Rosa, davanti a un cordone di poliziotti, che ci impedisce di proseguire per altre strade, il corteo s’infiamma, acceso dai capicoro. Cori, contro chiunque: la Lega, il governo, la polizia, i bastardi fascisti infami… Ed è proprio la canzone Rigurgito antifascista dei 99 Posse che fa da sottofondo mentre il corteo passa davanti alla sede della Lega Nord. C’è un lancio di uova – non so da chi siano state lanciate, né da dove siano partite, perché stavo guardando altrove: il fatto mi viene riferito pochi minuti più tardi, una volta che la voce già si era sparsa fra gli studenti. Di fatto, un solo uovo era arrivato nei pressi della sede della Lega Nord, gli altri erano tutti piovuti in testa ai poveri poliziotti, che sono costretti a riprendere la marcia con la vernice gialla nelle mutande. Lanciamo cori contro la Lega Nord per dieci minuti buoni, facendo proprio un gran casino. Riceviamo molti consensi, gente che ci incita e ci applaude dalle finestre, e immigrati che si uniscono a noi verso la stazione.

Purtroppo man mano che ci avviciniamo alla meta del corteo, molti studenti se ne vanno, forse anche scoraggiati dalla musica che inizia a girare (poco conosciuta e dallo scarso potere adrenalinico), o dal tragitto che non promette altre sorprese. Ma per fortuna resta ancora un corteo colorato, di giallo, colore simbolo della giornata.

La manifestazione termina con alcuni interventi sotto la stazione, dando appuntamento per la protesta che continua questo stesso pomeriggio, alle 17. Contento per quello che poteva essere un contributo alla lotta al razzismo dato da noi studenti, me ne sono tornato a casa con gli altri.

4. Il Coordinamento è stato felice per il risultato della manifestazione (anche se non di grande entità come in occasioni precedenti). I giornali hanno usato toni (e colori) diversi per dipingerla … Puntando sul fatto delle uova piene di vernice, con titoli che facevano leva su una presunta violenza dei manifestanti, i giornalisti hanno voluto far finta di essere usciti dal G8 di Genova, dipingendoci come disobbedienti, studenti perditempo il cui unico obiettivo era saltare scuola. Ma, dopotutto, non è una novità rendersi conto del fatto che le notizie vere sono sempre più rare e che molti “giornalisti” sono sempre più servi dei servi del potere.

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Archiviato in:Francesco Brunello, La città invisibile Contrassegnato con: cronaca, manifestare, razzismo, scuola

Interazioni del lettore

Commenti

  1. spartaco dice

    10/03/2010 alle 11:03

    I giorni seguenti alla manifestazione, il Comitato Primo Marzo di Venezia ha fatto girare un comunicato via mail, per commentare e prendere posizione su come la stampa locale ha voluto raccontare la giornata del primo sciopero degli stranieri in Italia. Viste le cronache pubblicate sul sito, mi sembra interessante girarvelo.
    cordiali saluti
    spartaco
    “Oggi abbiamo aperto i giornali sperando di ritrovarvi almeno qualcosa della bellissima giornata del primo marzo. Va detto che a livello nazionale la stampa non ha potuto fare a meno di prendere nota della ricchezza e della complessità delle tante iniziative che hanno attraversato quasi sessanta città italiane. Non ha avuto importanza contare quanti migranti si fossero davvero astenuti dal lavoro o quanti non avessero comprato neppure un pacchetto di sigarette. Decine di migliaia di persone da Nord a Sud in questo paese hanno fatto sentire la propria importante voce scegliendo di apparire finalmente in una sfera pubblica in cui le azioni e le opinioni possano finalmente avere un peso.
    A livello locale, però, aprire i giornali del territorio veneto e in particolare veneziano ha suscitato in noi tristezza e indignazione. Nessuno degli articoli del primo marzo veneziano (salvo forse alcune frasi del gazzettino) ha neppure provato lontanamente a restituire la bellezza delle giornate che hanno preparato il primo marzo e del pomeriggio di ieri. Fin dai titoli, i giornali locali hanno preferito concentrarsi sui presunti e con la polizia, arrivando a parlare di relativamente a tre uova piene di vernice gialla che hanno raggiunto il portone chiuso della sede della Lega Nord di Mestre.
    Verrebbe da chiedersi, allora quale termine bisognerebbe utilizzare per i respingimenti in mare verso la Libia voluti da questo partito e le cui conseguenze sono morte e strupri nelle carceri di Gheddafi, prima dell’abbandono nel deserto di migliaia di esseri umani. Quale termine utilizzare, allora, per le campagne di odio etnico che questo partito ha avviato fin dalla sua nascita, e per il clima di intolleranza e razzismo che le leggi discriminatorie di questi ultimi anni hanno costruito in un paese come l’Italia che avrebbe invece ben altri problemi di cui occuparsi. Comunque si voglia giudicare il piccolo gesto di ribellione a tutto questo che gli studenti hanno voluto comunicare con il lancio (non su persone ma solo su una porta chiusa, è bene ripeterlo) di tre uova, è scandaloso che l’informazione abbia strumentalmente ridotto solo a questo la magia del primo marzo.
    Per di più, alcuni articoli hanno anche voluto mettere in atto un’operazione squallidamente banale: la divisione tra migranti e italiani, andando a intervistare i portavoce migranti del Comitatoprimomarzo per metterli contro l’iniziativa degli studenti che si era tenuta la mattina. , replica Alassane, .
    Anche se la maggior parte della stampa non ha saputo o voluto cogliere il vero significato del primo marzo veneziano, noi rivendichiamo con gioia ogni momento di questo percorso che sicuramente non si fermerà qui.
    Comitato Primo Marzo di Venezia”

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