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Dichiarazione di storiAmestre sull’art. 60 (“Sistemi culturali territoriali”) del PTRC (Piano territoriale di coordinamento regionale) adottato dalla Regione Veneto

11/08/2009

di sAm
 
La regione Veneto sta elaborando l’aggiornamento del Piano territoriale di coordinamento regionale che, secondo la legge che lo ha istituito sin dal 1985, avrebbe lo scopo “di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale, attraverso l’individuazione, il rilevamento e la tutela di un’ampia gamma di categorie di beni culturali e ambientali”. Il piano sta ricevendo molte critiche, ed è accusato in primo luogo di essere uno strumento che, invece di tutelare il territorio, al contrario ne permette l’ulteriore cementificazione. Il nuovo direttivo di sAm, eletto nell’assemblea dei soci tenutasi nel giugno 2009, interviene a nome dell’associazione su un punto specifico: l’articolo 60 (di cui in appendice si riporta il testo integrale), concludendo con una proposta.

1. L’articolo 60 del Piano territoriale di coordinamento regionale (PTRC), relativo ai “Sistemi culturali territoriali”, individua dei luoghi “privilegiati” attorno ai quali promuovere “strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e le filiere produttive che gravitano intorno ad essa”.

Tali luoghi comprendono, tra gli altri, i “Luoghi della Grande Guerra”, individuati in quanto “testimonianza del patrimonio di valori umani e civili espressi nel corso della prima guerra mondiale”, e i “sacri monti”, da tutelare e valorizzare all’interno dei “Luoghi della fede” (sottinteso cattolica). All’inizio dell’articolo, la Regione dichiara che i luoghi indicati sono “caratterizzati da identità culturale comune”. Comuni a chi? in ogni caso non a storiAmestre, la quale dichiara di non riconoscersi nella tradizione nazionalista e clericale alla quale queste affermazioni rinviano.

2. L’articolo 60 è inserito all’interno di un PTRC che, come ha rilevato il documento “Per un altro Veneto”, presentato nel corso di un’assemblea a FestAmbiente, a Vicenza, il 27 giugno 2009, avrà per conseguenza la distruzione delle risorse naturalistiche e il continuo consumo di suolo, oltre all’annullamento dei poteri degli enti locali. Pertanto i “sistemi culturali territoriali” a cui si fa riferimento nell’art. 60 sono qualcosa riguardante il passato (un museo, un monastero, una villa, un pezzo di strada romana, una trincea restaurata, una segnaletica e così via) che sopravvive negli interstizi in mezzo alla distruzione del paesaggio: quando non si trasformano essi stessi in ulteriore cementificazione (per esempio il parco scientifico tecnologico Urban labor a Rovigo).

3. È naturale che dall’elenco manchino molti luoghi. Però la mancanza di un luogo simbolico come il Vajont fa pensare. Tutti i luoghi citati indicano infatti valori in cui riconoscersi: prima guerra mondiale (“Luoghi della Grande Guerra”); cattolicesimo (“Luoghi della fede”); lavoro (“Luoghi dell’archeologia industriale”). Anche nei confronti del patrimonio storico e artistico (strade romane, città murate, ville venete) viene richiesto un riconoscimento positivo. Il Vajont al contrario è un luogo di denuncia: non implica un riconoscimento positivo, ma il conflitto.

4. La Regione Veneto considera la ricerca storica un elemento del marketing territoriale. Per esempio, chi va in un agriturismo troverà un sito web o un dépliant che racconterà dove, come, quando e da chi veniva prodotto una volta quel certo tipo di formaggio; verrà organizzata una manifestazione in costume, se ne parlerà a scuola e così via. Destinatari sono operatori e turisti. Tutto ciò, che implica finanziamenti e indirizzi di ricerca storica, richiede una riflessione sul ruolo di chi si occupa di faccende del passato, sul senso del proprio lavoro, sui committenti, sui destinatari e così via. La ricerca storica ha sempre avuto committenti (dinastie, nazioni, classi, chiese, comuni, parrocchie eccetera). L’associazione storiAmestre crede necessario riflettere più in generale su come stia cambiando la committenza, e su quale sia oggi la domanda di prodotti di storia.

5. Sarebbe utile avviare inoltre una discussione al fine di elaborare un articolo sui Sistemi territoriali culturali alternativo a quello proposto dalla Regione. L’articolo potrebbe avere questo inizio: “La Regione riconosce il patrimonio culturale, sia naturale sia storico; tutela il paesaggio; preserva il territorio per le generazioni future difendendolo dall’inquinamento, dallo spreco di risorse e dalla militarizzazione”.

Il direttivo di sAm, luglio 2009

Nota. Il documento “Per un altro Veneto” è stato presentato nel corso di un’assemblea tenutasi nel corso di FestAmbiente a Vicenza il 27 giugno 2009. In rete si trovano facilmente cronache dell’incontro; si vedano per esempio i siti “Carta EstNord” e “Territorio Veneto”, da cui si possono seguire anche gli sviluppi delle iniziative e delle mobilitazioni contro la linea politica adottata dal governo della regione Veneto.

In luglio, anche l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea ha reso pubbliche sul proprio sito alcune osservazioni all’articolo 60 del PTRC inviate alla regione Veneto.

Appendice. Il testo dell’articolo 60 del PTRC

1. La Regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e le filiere produttive che gravitano intorno ad essa.

2. Al fine di massimizzare gli effetti socio-economici indotti dalle azioni di valorizzazione, sono individuati alcuni “luoghi” privilegiati, caratterizzati da identità culturale comune, dove costruire specifiche politiche basate sulle relazioni virtuose che intercorrono tra la componente culturale del territorio (patrimonio archeologico e architettonico, insediamenti storici), servizi alla fruizione e i settori ad essa collegati (turismo, produzione artigianale, l’educazione scolastica, la comunicazione, le manifestazioni culturali).

3. I sistemi culturali prioritariamente individuati dal PTRC sono i seguenti:

a) Percorsi archeologici delle vie Claudia Augusta e Annia e Popilia con le città antiche di Altino e Concordia Sagittaria, Adria e Padova. La Regione del Veneto, anche con il concorso di altri Enti a vario titolo competenti, promuove processi di valorizzazione delle vestigia dei tracciati delle antiche strade romane, attraverso azioni volte a favorirne la conoscenza e a salvaguardarne i principali contesti territoriali interessati. La realizzazione di “sistemi culturali” strutturati attorno ai tracciati viari va identificata con apposita segnaletica distribuita capillarmente lungo il percorso. Le antiche infrastrutture romane costituiscono il cardine su cui attestare iniziative mirate alla valorizzazione culturale (sviluppo dell’attività museali lungo il tracciato, promozione delle campagne di scavo, azioni di valorizzazione ambientale e di miglioramento paesaggistico dei contesti interessati, di recupero delle antiche tradizioni, sviluppo di progetti editoriali per la divulgazione della conoscenza dei siti).

b) Città murate. La Regione promuove la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle città murate medioevali e rinascimentali del Veneto e incentiva l’elaborazione congiunta di strategie finalizzate alla individuazione delle potenzialità della risorsa culturale, al recupero delle strutture edilizie caratterizzanti degradate, alla riqualificazione dei contesti significativi per la percezione dei luoghi, alla promozione delle attività connesse alla valorizzazione e fruizione di beni culturali e allo sviluppo delle discipline attinenti al restauro degli stessi. I Comuni, nei propri strumenti di pianificazione, individuano le iniziative idonee a favorire l’inserimento o il consolidamento di funzioni,anche di eccellenza, con riferimento al carattere di città murata e predispongono, sulla base di tali indicazioni, gli studi di fattibilità di cui alla L.R. n. 15/2003, al fine della costruzione di “quadri di coerenza programmatici” condivisi fra Regione ed enti locali.

c) Ville venete. La Regione, d’intesa con l’Ente Regionale Ville Venete, appoggia la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle dimore storiche del Veneto e favorisce l’elaborazione di strategie finalizzate alla tutela delle stesse, alla salvaguardia dei contesti paesaggistici storicamente connessi, alla promozione della loro conoscenza, al miglioramento della fruizione, allo sviluppo dell’offerta culturale-turistica, alla ricerca e all’incremento delle ricadute sullo sviluppo territoriale del contesto.

d) Luoghi della Grande Guerra. La Regione, a testimonianza del patrimonio di valori umani e civili espressi nel corso della prima guerra mondiale promuove l’individuazione, il censimento, la catalogazione, il recupero e la valorizzazione dei beni storici, architettonici e culturali correlati a tale evento, nonché dei contesti ambientali di particolare valenza naturalistica. La Regione favorisce altresì la lettura complessiva dei segni del conflitto bellico dando impulso ad iniziative comuni a tutti i siti interessati volte all’approfondimento dei fatti accaduti, alla conservazione della memoria storica, allo sviluppo culturale turistico dei luoghi.

e) Luoghi dell’archeologia industriale. La Regione, anche con la collaborazione di altri enti, promuove la valorizzazione dei siti di archeologia industriale del Veneto attraverso studi, ricerche, censimenti, riguardanti i manufatti architettonici, l’ambiente, il paesaggio e le infrastrutture, le fonti documentarie e archivistiche, i macchinari e le attrezzature, i saperi produttivi, le vicende della produzione industriale e gli aspetti della storia tecnica, sociale ed economica collegati. La Regione sostiene inoltre la catalogazione, la conservazione e la sviluppo della conoscenza del patrimonio industriale attraverso la salvaguardia di archivi, macchine e altre testimonianze della civiltà industriale e del lavoro, la formazione degli operatori e la promozione culturale-turistica del patrimonio industriale.

f) Luoghi della fede. La Regione promuove la tutela e la valorizzazione dei santuari, dei sacri monti e dei complessi monastici isolati nonché dei loro percorsi monumentali di accesso e delle vie della fede che li collegano.

4. La Regione riconosce in particolare: a) i sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare: via Ostiglia; b) il sistema delle polarità culturali e storico ambientali: urban labor di Rovigo; c) il sistema delle politiche per la valorizzazione del territorio; d) i sistemi difensivi regionali di epoca moderna e contemporanea.

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