di Giovanni Brunello
Riceviamo in seguito all'intervento di Mirella Vedovetto dalla stazione di Mogliano.
Lunedì 16 ottobre.
Stesse scene. Arrivo di corsa per salire sul treno delle 7.02 che mi porterà a Mestre in tempo per riuscire a prendere alle 7.22 il "Verona Porta Nuova" e arrivare in orario a lezione delle 8.30 al Liviano.
Splende ancora la luna in cielo quando, appena tolto il casco, mentre mi sistemo i capelli alla buona per essere pronto ai primi rapporti sociali della settimana, sento l'eco della voce dall'altoparlante.
Mi affretto pensando che la voce stia annunciando l'immediato arrivo del treno, ma più mi avvicino al binario più capisco di sbagliarmi.
"Il treno regionale delle ore 7.02 oggi è stato soppresso…"
Cazzo
– Vabbè, forse arrivo in tempo per la coincidenza anche con quello delle 7.11 – neanche il tempo di pensarlo che annunciano un ritardo di 10 minuti per il treno delle 7.11.
Le mie speranze di arrivare in orario svaniscono ed inizio ad incazzarmi per il tempo perso e il freddo che avrei potuto risparmiare.
Inizio a preoccuparmi seriamente però quando sento che "dal piazzale esterno della stazione di Mogliano Veneto è pronto un autobus diretto a Mestre".
La gente incerta si guarda e sono davvero pochi quelli che abbandonano il binario in cerca di questo autobus nel piazzale esterno.
Tutti gli altri sono sicuri che l'actv funzioni ancor peggio dei treni. Io la penso come loro, so che non arriverei nemmeno a prendere da Mestre il "Bologna c.le" delle 7.42 perché a quell'ora sarei ancora bloccato sul Terraglio.
Decido di aspettare il treno che dovrebbe arrivare nel giro di dieci minuti.
Il ritardo però da 10 minuti passa a 15 per arrivare alla fine in stazione dopo venti, alle 7 e mezza.
Incazzatura generale, maledizioni a trenitalia e ai loro ritardi.
Il bello deve ancora arrivare però.
Il treno quando arriva è intasato di gente e riescono a salire sì e no tre persone per porta, lasciando a terra tutti gli altri che pur spingendo in massa non possono fare niente per recuperare qualche centimetro in cui incastrarsi.
Dopo qualche minuto le porte si chiudono e il treno riparte.
Ho dovuto aspettare il successivo, delle 7.42, che è arrivato ovviamente in ritardo.
Una volta a Mestre con qualcuno siamo saliti su un intercity per Torino sperando che passasse un controllore a chiederci il supplemento e poterci finalmente sfogare con qualcuno. I controllori ovviamente non sono passati.
Purtroppo in stazione a Mogliano ad assistere a queste scene pietose non c'erano i poliziotti come con te, Mirella, perché se ci fossero stati probabilmente con le loro parole sarebbe venuto in mente a qualcuno di noi studenti di occupare i binari e bloccare tutto.
Sono convinto che ormai abituati a sopravvivere in queste condizioni siamo sempre disposti a sopportare tutto questo, che ci sembra normale.
Mi sono convinto di questo vedendo che a Mestre, dopo i tre quarti d'ora trascorsi ad aspettare il treno a Mogliano, nonostante il primo regionale per Padova fosse in ritardo, anche quello, di quindici minuti, tutti gli studenti che come me dovevano andare a Padova sono rimasti al binario 6 ad aspettare ancora e solo una piccolissima parte di noi si è permessa di salire sull'intercity.
Che si può fare? Andare in giro per le stazioni a convincere la gente a non timbrare il biglietto?